Ebbene sì: una volta Stalin ha ucciso la moglie di Darth Vader. Relativamente, ma in un senso perfettamente logico. Chi ha visto la trilogia prequel di Guerre Stellari sa chi effettivamente ha ucciso “in un momento di rabbia” Padme Amidala, Regina di Naboo, moglie di Anakin Skywalker e quindi madre di Leia Organa e Luke Skywalker.
E chi ha giocato al recentissimo gioco “Tears of the Kingdom” da affezionato della saga di Legend of Zelda conoscerà la figura di Zelda, o meglio una lunga serie di principesse che condividono il nome, l’aspetto e l’essere incarnazioni della Dea Hylia.
Ma in realtà il vero mandante dell’omicidio della Regina Padme è stato Iosif Vissarionovič Džugašvili, per gli amici Stalin. O meglio, Stalin ha di fatto ordinato la brutale esecuzione della Regina Genepil di Mongolia, i cui abiti tradizionali adottati sono stati usato da George Lucas per decidere il trucco e gli abiti di Natalie Portman nel ruolo della Regina Amidala di Naboo tanto da far ritenere (invero “stiracchiando la realtà”) che Genepil fosse Padme.
Ed il cui ruolo prima della brutale esecuzione voluta dalla Russia Bolscevica di Stalin era grossomodo quello di Zelda, ma senza un Link armato della Master Sword, “La Spada che esorcizza il Male” pronto a lanciarsi sulla Piazza Rossa.
Farsi come nemico Darth Vader non è consigliabile, ma la storia va in un modo decisamente diverso, fortunatamente per Stalin e sfortunatamente per tutto il resto dei coinvolti.
Succede che nel 1923 Bogd Khan, l’attuale capo spirituale del buddismo lamaista della Mongolia e capo di Stato (sia pur nella pratica solo formalmente) rimane vedovo.
Il povero Bogd Khan prende a questo punto la decisione che ogni marito dal cuore spezzato prenderebbe: non vuole più risposarsi.
Ma se Bogd Khan era un capo spirituale, anche sua moglie lo era: la compianta Dagina era infatti ritenuta l’Avatar, l’incarnazione, di una divinità femminile che raffigura compassione e serenità.
Nella pratica, tipo la Principessa Zelda nell’omonima saga Nintendo che di fatto è l’incarnazione della Dea Hylia, dea madre di tutti gli “Hylian” (la razza umanoide prevalente in Hyrule) e compassionevole guida di tutti gli altri popoli.
Quindi, dal punto di vista del popolo e della fede, tu non sparigli una coppia. Per la stessa ragione logica in cui non esiste gioco di Legend of Zelda senza Link e Zelda, i funzionari reali decidono di trovare una moglie al Khan.
Scelgono una ragazza di nobile famiglia appena 19enne di nome Tseyenpil, appena sposata. Il piano è semplice: Tseneyepil sposa Bogd, Bogd muore rapidamente di vecchiaia e dolore, Tseneyepil, che da ora si chiamerà Genepil quindi passa qualche anno a fare da guida morale e spirituale del popolo e poi torna a casa a risposarsi col primo marito sotto le vesti di una rispettabilissima e pure un poco divina vedovella inconsolabile.
Interviene a gamba tesa in queste questioni dinastico-matrimoniali Stalin.
Che se in questa metafora Genepil è sia Padme Amidala che Zelda, assume a questo punto il ruolo del malvagio Ganondorf, leader del regno dei Gerudo sempre pronto a chiedere la testa di Link e Zelda.
Come previsto, nel 1924 Bogd Khan muore di vecchiaia.
Genepil torna a casa e si risposa, non col primo marito ma pare con un terzo uomo che le dà cinque figli, su questo le cronache non sono chiarissime. Sono chiare sul fatto che morto Bogd Khan, le ambizioni colonialiste di Stalin si accendono
Parliamo pur sempre dello Stalin che ha inflitto, per deliberata crudeltà o “semplice” rapace colonialismo, l’Holodomor al popolo Ucraino (lo scrivente vota per “Rapace e crudele colonialismo“).
Il governo sovietico decide che bisogna liberarsi dell’elite sociale, politica e culturale della Mongolia per “russificarla” e cancellare tutte le tracce del passato regime.
L’accusa rivolta a chiunque non abbia avuto, a questo punto, la fortuna di morire prima è di cospirare col Giappone Imperiale per far ribellare la Mongolia alla Russia.
Genepil, che a quel punto non ricopriva più alcun incarico, si ritrova a 33 anni brutalmente torturata dai bolscevichi nel tentativo di estorcerle una confessione.
Ella viene quindi torturata con le violenze, col gelo e con ogni altro mezzo noto ai torturatori: nel momento di pronunciare la sua condanna a morte, un anno dopo, si scopre che non potrà mai arrivare neppure ad un Tribunale Farsa: è stata uccisa con un colpo di pistola prima.
Effettivamente Lucas si è ispirato alle vesti regali Mongole più che a Genepil stessa: ma in un certo senso, Stalin è riuscito in quello che neppure Darth Vader e Ganondorf avrebbero mai osato. Uccidere Padmé e Zelda.
La storia ama ripetersi: la prima volta come tragedia, la seconda come orribile farsa.
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