Quattro bambini sopravvivono nella jungla per 40 giorni: questa la notizia che ha tenuto banco sui social per diversi giorni e che, purtroppo, si lascia strascichi che inquinano il lieto fine.
La storia di suo ormai la conoscete tutti, almeno le basi.
Succede che il primo Maggio un volo charter che trasportava i quattro fratellini Mucutuy, la madre, il capo della loro comunità indigena e, ovviamente, il pilota, ha un incidente.
Si schianta nella foresta pluviale, e gli adulti non sopravvivono.
Dai riscontri si dice che la madre sia morta dopo quattro giorni, raccomandando i bambini al padre (diremo perché il condizionale in questo caso potrebbe essere un obbligo). Ma i quattro ragazzini, di anni di 13, 9, 5 e 1 riescono a sopravvivere.
Il miracolo si deve alla conoscenza dei quattro ragazzini della natura: gli stessi avevano imparato dalla nonna come si sopravvive nella foresta ed erano dediti a passare lunghi periodi nella foresta per “giocare alla sopravvivenza”. La maggiore, di tredici anni, aveva imparato ad usare la farina di manioca presente nell’aereo per preparare cibo che i fratellini potessero consumare, per poi spostarsi nella jungla evitando predatori e costruendo ripari di fortuna usando elementi come foglie d’albero, elastici per capelli e asciugamani trovati nell’aereo stesso.
I bambini si sono poi spostati nella jungla, di riparo in riparo, identificando la frutta commestibile e raccogliendo il cibo gettato dai velivoli di soccorso durante le ricerche.
Avevano con sé due cellulari presi dall’aereo, ma le pile erano finite rapidamente. I bambini sono stati portati all’ospedale, ma qui cominciano gli strascichi della storia.
Abbiamo parlato di dubbi sulla ricostruzione del padre, che ha riferito le ultime volontà della moglie.
Il padre della defunta, nonno dei piccoli ha infatti accusato il padre di violenze in famiglia, spingendosi a dichiarare che il motivo per cui i piccoli avevano appreso il “gioco della sopravvivenza” era passare nella foresta del tempo lontani dal padre-orco che maltrattava sia la moglie che i figli durante forti liti familiari.
I bambini sono al momento ancora ricoverati in ospedale, affidati ad un assistente sociale voluto dal nonno che annuncia battaglia legale nei confronti del padre.
Continuano inoltre le ricerche del cane Wilson, cane da soccorso che i bambini giurano di aver visto (è anche presente in alcuni loro disegni) e che giurano gli sia stato di grande aiuto.
L'”Operazione Speranza”, per il recupero del cane da soccorsi, continua fino ad adesso.
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