Quando i baristi erano gli unici autorizzati alla tuttologia (e con buona ragione): il Guinness dei Primati

di Shadow Ranger |

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Quando i baristi erano gli unici autorizzati alla tuttologia (e con buona ragione): il Guinness dei Primati Bufale.net

Vi sarete sempre chiesti perché il Guiness dei Primati, la raccolta mondiale dei record e l’organizzazione che li gestisce, abbia il nome di una birra. Il motivo in tempi in cui sui social il villano medio sembra passare in scioltezza dalla tuttologia alla virologia, passando per l’immunologia, la geopolitica internazionale, la scienza del clima, l’ingegneria, la storia delle arti e delle religioni e persino qualche puntata verso la biologia e la sessuologia.

La questione è semplice: prima che il “popolo della Rete” decisse di arrogarsi la tuttologia sui social, esisteva un posto dove un unico ente era autorizzato ad ascoltare tutti e dire la sua sua tutto: i baristi davanti ad un bel boccale di birra fresca e spumosa.

Quando il bar non era solo un posto dove entrare per “mandare giù uno shottino” e andarene, ma dove un posto dove l’esperienza conviviale era compresa nel prezzo e andavi per socializzare nel senso più profondo del termine.

Quando i baristi erano gli unici autorizzati alla tuttologia (e con buona ragione): il Guinness dei Primati

Il dieci novembre del 1951 il direttore delle Birrerie Guinness si trovò suo malgrado infognato in una “chiacchiera da bar”: al termine di una battuta di caccia, i cacciatori presenti lo coinvolsero in una discussione sulla velocità del piviere dorato (animale sfuggito alle sue pallottole più volte) cominciando a discutere se il piviere dorato fosse o meno più veloce della pernice bianca e quale dei due fosse la preda più veloce in assoluto.

Da buon venditore di birra il buon Sir Hugh Beaver si rese conto che lì fuori c’era un mondo di party, bar e pub in cui qualcuno si sarebbe rimesso alla saggezza popolare del barista per ottenere rispost, realizzando che non sempre ci sarebbe stato qualcuno pronto a rispondere.

Quando i baristi erano gli unici autorizzati alla tuttologia (e con buona ragione): il Guinness dei Primati

Quando i baristi erano gli unici autorizzati alla tuttologia (e con buona ragione): il Guinness dei Primati

Ne parlò così con un impiegato, tale Christopher Chataway, che indicò i suoi amici  Norris e Ross McWhirter, politici, giornalisti e fact checker noti per la loro grande memoria e curiosità per tutti i fatti più curiosi del mondo che li spingeva a ricercare e controllare ogni questione posta.

I due fratelli si caricarono sulle spalle il ruolo di generazioni di baristi, aggiungendo però un certo metodo giornalistico e nell’agosto del 1954 tirarono fuori il primo Libro Guinness dei Primati, inizialmente regalato proprio ai baristi come ausilio mnemnico per la loro attività e nell’agosto del 1955 trasformato in un best seller da 198 pagine, destinate a crescere di edizione in edizione, diventato rinomato in tutte le librerie.

Ross fu poi ucciso dai membri della Provisional IRA, lasciando al fratello il ruolo di principale editore e mente dietro il libro.

Per decenni il Guinness dei Primati è stato edito da diverse case editrici e dopo il ritiro di Norris ha cambiato formato da una forma prevalentemente per iscritto ad una forma più moderna ricca di immagini e servizi fotografici a documentare ogni record: il nome testimonia l’iniziale associazione col mondo dei bar e della birra, ed oggi dietro il Guinness dei Primati c’è un’intera associazione tesa a raccogliere record dal mondo, sia del mondo naturale che del mondo umano, con la massima attenzione.

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