Moncef Slaoui è un rettiliano è l’ultima cosa che ci aspettavamo dalla galassia di QAnon, e alla fine è arrivata.
La lista dei nemici del Patriota Q ormai rivaleggia quella del fisico teorico immaginario Sheldon Cooper (The Big Bang Theory, Young Sheldon) per estensione e varietà. Il bellicoso Patriota Q di drop in drop rivela di essere nemico di Soros, Obama, Hillary Clinton, Tom Hanks, delle tette di Katy Perry, dei Teletubbies, della CIA e dell’FBI, della FEMA, dei Poteri Forti e ora anche dei rettiliani.
In un serie di tweet che circolano nei canali legati a QAnon ed alla “Tempesta” (evento che, come il Kraken, compone parte organica del Declas, la vittoria finale del Patriota Q contro la citata lista dei nemici) scopriamo che Moncef Slaoui è un rettiliano
Ovviamente, non è un rettiliano. Bensì un ricercatore, un tempo a capo della ricerca vaccinale della GlaxoSmithKline, ora voluto da Trump stesso come capo dell’operazione Warp Speed, l’insieme di finanziamenti per accelerare lo sviluppo di vaccini promettenti.
Definito da Trump stesso “Una delle persone più rispettabili nella ricerca sui vaccini”, per motivi misteriosi è entrato nel mirino dei QAnon.
Che hanno deciso di nominarlo rettiliano
La prova? Una aberrazione visiva in un video di pochi secondi nella quale l’occhio sinistro di Slaoui, che nel resto del video è illuminato ad un angolo diverso, sembra svanire
Evento dato dalla sovrimpressione della palpebra sull’occhio dato dalle proprietà fisiche della telecamera digitale media.
Come tutti sanno, ma in questo caso il Patriota Q ha coscientemente smesso di ignorare, una ripresa televisiva è in realtà un insieme di immagini stazionarie che scorrono così velocemente da dare all’occhio umano la percezione del movimento.
Si distingue tra frequenza di immagini, che include la ripetizione delle stesse immagini, anche stazionarie (uguali) che si succedono e la frequenza di aggiornamento, che, brutalmente, è il susseguirsi di ogni immagine.
Proprio perché non parliamo di una ripetizione assoluta del movimento, ma di una sua approssimazione mediante il susseguirsi di immagini statiche, vanno osservati una lunghissima serie di fenomeni, di cui vi parleremo in breve e in termini atecnici, rimandandovi all’approfondimento personale dei temi trattati.
Noterete come in molti film e serial televisivi in cui compaiono ruote in movimento talora le ruote sembrano muoversi al contrario.
Ciò accade proprio perché la differente frequenza di aggiornamento di una telecamera (analogica o digitale) e uno schermo televisivo crea una perfetta illusione facendo vedere all’occhio umano solamente alcune “scene” e non altre.
Provate a registrare, se ne avete uno a casa, un vecchio televisore a tubo catodico perfettamente funzionante col vostro cellulare.
Vedrete le immagini riprese traballare, ondeggiare, saltellare e lampeggiare: eppure i vostri occhi non hanno percepito niente di strano.
Abbiamo appurato che le riprese mentono, ed ora passiamo alla compressione
I filmati che vedete su Internet arrivano compressi. Gli algoritmi di compressione rimuovono i frame, le “scene” uguali e degradano la qualità generale, ad esempio trasformando aree simili ma non uguali di colore in un quadrato “contiguo”.
Proprio nel passaggio tra una scena e l’altra, che come abbiamo visto ha sempre creato difficoltà all’occhio umano anche ai tempi della trasmissione analogica, si verificano i maggiori problemi.
Nel passaggio da un’immagine all’altra le due immagini possono sovrapporsi tra loro (con un “lag”, un “ritardo” nella comparsa dell’immagine precedente o la sua scomparsa), oppure l’algoritmo di compressione, avendo “perso” dei dati, può cercare di ricostruirli.
In questo caso sovrapponendo un occhio aperto ad un occhio chiuso in un filmato compresso per essere caricato agevolmente su Twitter e Telegram, girato in condizioni luminose subottimali e con una telecamera digitale.
Anche questa volta prima di dichiarare che Moncef Slaoui è un rettiliano bisogna pensarci.
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