Putin reinventa la diplomazia del Ping Pong (a modo suo)
La geopolitica Putiniana, tra fake news, uso spregiudicato delle “fonti russe”, l’Operazione Doppelganger che ormai sembra essere diventata la versione da Culto del Cargo della macchina della disinformazione Staliniana (sempre più scassata e con ben più di un buco nella gomma) tende in questi giorni a rasentare il ridicolo.
Non bastava Hamas che, moderna Homer Simpson, ha lo spazio web su un server Russo “che le dà lo spazio”, non bastavano interpellanze alla Duma per chiedere di combattere Batman e sostituirlo con i nuovi eroi dell’immaginario russo (come “Babushka Z, la vecchietta che urla agli Ucraini” e il “Saluta Antonio” russo che saluta i Carri Armati) o per chiedere di combattere gli Universal Soldiers, i “Nuovi Eroi” Ucraini, supermutanti che con ogni dose di vaccino Pfizer acquiscono nuovi sconcertanti superpoteri che li trasformano in Supermen Nazisti più veloci di una camionetta, in grado di saltare più in alto dei droni e squartare carri armati a mani nude, ma al prezzo di un odio disumano per il Comunismo che li porta a cercare i soldati russi e ucciderli brutalmente a mani nude con la mente gonfia di mRNA e nazismo.
Non bastava neppure descrivere alla popolazione russa prostrata dalle sanzioni l’immagine di un Occidente ridotto alla miseria dove siamo costretti a mangiare scoiattoli raccolti nei prati per dare armi ai mutanti nazisti citati.
L’ultima frontiera della Geopolitica Putiniana riesuma la “diplomazia del Ping Pong”, ma nel modo più tragicomico possibile: uno che esattamente come l’Operazione Doppelganger si presenta come la parodia della Disinformatia Staliniana, si presenta come la parodia grottesca delle khrushchevkas, le case popolari volute da Kruscev come sostituto dei casermoni senza cucina e servizi dell’era Staliniana.
Chiedendo un tavolino da Ping Pong in ogni casa.
Putin reinventa la diplomazia del Ping Pong (a modo suo)
La mente corre alla “diplomazia del Ping Pong“, citata nel film “Forrest Gump” con la quale Cina e America tentarono il primo timido riavvicinamento approfittando della sfida tra i rispettivi rappresentanti dello sport particolarmente amato nella Terra della Grande Muraglia.
Fu una chance, un’occasione offerta dall’incontro delle rappresentanze al Campionato del di Nagoya in Giappone nel 1979 alle quali seguì l’invito della nazionale Americana in Cina.
Putin ovviamente comincia dal basso: molto dal basso.
Realizzando che solo il 5% dei Russi pratica il Ping Pong, ha espresso il desiderio di “avere un tavolo da Ping Pong in ogni casa, o almeno in ogni pianerottolo”.
E chi lo sa, forse un giorno anche un Russo potrà andare in Cina a perorare la causa dei BRICS e del “Nuovo Ordine Mondiale” Russo nel mondo.
O così del resto, o resta il surreale spot russo che invita le donne russe a cercare matrimoni con partner cinesi, tra cui un attore con un improbabile cappellino da Ash Ketchum.
Anche questa è del resto diplomazia. Forse.
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