Putin dichiara guerra a Batman, in una Russia che si avvita sempre più verso l’autarchia più feroce. Abbiamo già visto i tentativi (fin’ora malriusciti) di avere un computer autarchico, un motore grafico per videogiochi “Made in Russia” e persino “auto fatte in Russia”, invero veri e propri catorci di Stato con tecnologie vecchie di decenni.
L’ultimo nemico del Cremlino dopo l’Ucraina, i mutanti Ucraini e l’Uomo Pangolino, gli Occidentali nazisti, noi debunker e voi lettori che in quanto non inclini alla propaganda siamo nazisti a nostra volta? Batman, Spider-Man e tutti i colorati supereroi.
Tanto per cominciare, in una mossa che ha echi dell’autarchia linguistica e culturale dei nostri anni ’30 e ’40.
Nasce tutto dalla storia di Natalia Narochnitskaja, presentata da Repubblica come una “studiosa ultrasettantenne” ma in realtà un politico allineato all’ideologia Putinista, fortemente anti-NATO, del partito nazionalista “Rodina” e antiglobalista.
Tanto da lamentarsi con Putin di non trovare pupazzetti ispirati alla mitologia Russa nelle fumetterie da regalare ai nipoti
“Nei negozi per bambini c’erano solo Batman, l’Uomo Ragno e ogni sorta di mostro”
Ispirando il nuovo Zar a rispondere
“Ecco, qui Batman è noto, ma alcuni dei nostri eroi no. Dovrebbero essere nei cartoni animati, nei film, nella letteratura per bambini. A partire dall’asilo”
Fin qui niente di male, ma se Putin dichiara guerra a Batman, non si ferma certo lì.
Entro il 2023 la Russia dovrà munirsi di norme che “misure che promuovano gli eroi della storia e del folclore russi che soddisfano i valori tradizionali” anche attraverso la produzione di “opere d’arte, materiali stampati, souvenir e altri beni di consumo”.
Dovrà altresì vietare per legge “l’uso eccessivo di parole straniere” nel linguaggio cinematografico, letterario, giuridico e amministrativo.
C’è l’eco quindi del Ventennio Italiano, quando Topolino sparì dalle edicole per essere sostituito dall’autarchico succedaneo “Tuffolino”, ultimo e più longevo degli infiniti personaggi a fumetti banditi dalle edicole autarchiche prima di lui su ordine del Min.Cul.Pop. negli anni precedenti.
All’epoca furono Flash Gordon, Mandrake, Falcon, Cino e Franco a cadere per primi sotto la mannaia della censura, con Topolino a vivere per altro tempo di “tempo preso in prestito” fino a finire sostituito da Tuffolino.
E lo stesso linguaggio fascista fu purgato dei termini “stranieri”, con una nuova “lingua fascista” così crudelmente bonificata da far sparire non solo “Menù” e “Bordeaux” ma persino l’odiata “Chiave Inglese” dai dizionari.
China autarchica ricalcata fedelemente dal rigurgito nazionalista filorusso, con professori che propongono di combattere gli esterismi e Batman con egual ferocia, con Ivan Tsarevich, il “principe azzurro” delle fiabe slave.
Ma non solo i miti e le leggende Russi rivisti in chiave occidentali, ma la creazione di un Pantheon di Nuovi Eroi dalle fattezze deformate dalla Propaganda.
Come “Babushka Z”, una garrula nonnetta in Ucraina pronta a salutare i nuovi Signori e Padroni Russi sventolando Falce e Martello e il “Bambino che saluta i Carri Armati“. Naturalmente istoriati con la Z dell’Invasione Russa.
Ma anche gli eroi di “Bambini contro Stregoni”, opera cinematografica Russa dove un ragazzetto dalle fattezze dell’americano Beavis, mandibola deforme compresa combatte fino alla distruzione i Maghi di Hogwats colpevoli di essere amici della NATO, dell’UNESCO e del Black Lives Matter.
Potremmo consigliare ai Russi di ispirarsi all’amato meme del “Dottor Livesey russo”, tratto da una versione dell’Isola del Tesoro animata in era Sovietica.
Peccato che “L’Isola del Tesoro” sia un romanzo inglese e il fortunato cartone animato sia stato disegnato dagli Ucraini.
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