È stato avviato l’iter per la morte cerebrale di Barbara Capovani, psicologa aggredita a Pisa dinanzi all’ospedale Santa Chiara. Tale iter significa che, purtroppo, siamo di fronte alla notizia finale quella che non volevamo mai confermare. Barbara Capovani è morta.
Nel giro di poche ore si concluderà l’iter di accertamento propedeutico alla donazione degli organi, la conclusione pietosa e altruista di una vita spesa al servizio del prossimo e brutalmente spenta secondo quella che, in base ai primi rilievi degli inquirenti, si cementa come una tragedia dell’odio contro la medicina.
Il principale sospettato, su cui ricade anche il peso dell’accusa di premeditazione si sarebbe infatti presentato anche il giorno prima dell’aggressione con abiti scuri e un cappuccio idoneo a celarne l’identità è infatti un ex paziente della struttura.
Arrestato questa notte nonostante la sua resistenza, il principale sospettato è ora accusato di aver braccato la dottoressa Capovani e averla massacrata colpendola ripetutamente alle spalle con un oggetto contundente.
Nel corso della perquisizione nel suo domicilio sono stati ritrovati una balestra, dello spray al peperoncino usato per aggredire gli agenti, una balestra e un computer e uno smartphone che hanno rivelato nell’indagato un forte interesse per le teorie del complotto.
Teorie che come abbiamo visto in questi anni hanno spesso armato e fomentato atti di odio e violenza verso il personale medico, come nel caso delle minacce social al Dottor Cartabellotta e l’allora Presidente del Consiglio Draghi e un’aggressione novax ai danni di una dottoressa presa a testate da un gruppo di facinorosi nel periodo della Pandemia.
“Oggi pomeriggio, intorno alle 17.40, al termine della verifica di tutti gli esami clinici e strumentali necessari – fanno sapere nel bollettino medico congiunto l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e l’Azienda Usl Toscana nord-ovest – la commissione di specialisti ha disposto sulla paziente l’inizio della procedura di accertamento di morte cerebrale la cui conclusione è prevista intorno alle 23.40. Al termine del periodo di osservazione si procederà alla donazione degli organi, assecondando in tal modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso”.
Aggravando quindi potenzialmente la posizione dell’indagato in omicidio premeditato.
Come riporta ANSA,
“Non siamo in grado di difenderci dalle violenze e non possiamo non lanciare un allarme che riguarda la nostra sicurezza, di medici e operatori, nei dipartimenti di psichiatria e in generale nelle strutture ospedaliere”, dicono in una nota la presidente della Società Italiana di Psichiatria, Emi Bondi, direttore del dipartimento di Salute mentale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e la presidente eletta della Sip, Liliana Dell’Osso, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa.
E non è l’unica aggressione, in un torrente onnipresente nel panorama Italiano ma che Pandemia e complottismo hanno esasperato
“Ogni giorno riceviamo decine di segnalazioni di fatti minori, ma non per questo meno importanti. Non si tratta di episodi isolati, ma più che quotidiani, quasi orari. La psichiatria, secondo i dati Anaao-Assomed è la branca della medicina più colpita da questi episodi (il 34%), seguita dai pronto soccorso (20%)”, osservano i due psichiatri. “
È ora quindi di interrompere tali violenze alla radice, arginando la diffusione delle teorie del complotto che le fomentano, perché il complottismo può uccidere.
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