Studente coreano mangia banana di Cattelan: “Avevo fame” è stata la sua reazione di getto, ma in realtà il suo gesto era “ribellione contro la ribellione”, come ha precisato lui stesso in seguito.
Ci sono due modi per fare arte concettuale: creare un evento o diventarne parte. Noh Huyn-Soo, studente di estetica Coreano, non certo l’ultimo degli ignoranti, ha deciso che avrebbe fatto in modo di diventare per sempre una parte della Banana di Cattelan.
Ci è voluto solo un minuto per porre in scena un evento “anti-evento”, per passare dal Metateatro e la Metatestualità all’antimeta. Un minuto nel quale il giovane artista si avvicina alla banana appesa al muro del Leem Museum of Art di Seoul (e va detto, non più fresca), la stacca e la mangia ostentando un improbabile piacere dichiarando di aver placato così la sua fame.
Se la potenza immaginifica della banana di Cattelan è vedere un banale oggetto di tutti i giorni, un frutto che puoi trovare per pochi spiccioli al mercato, attaccato tra le opere d’arte con un pezzo di scotch e per questo nobilitato al rango di arte, una doppia eversione comporta che l’artista si appropri di un oggetto comune che un altro artista ha reso nobile e artistico per destinarlo all’uso originario
Quindi mangiare con gusto la banana più famosa, importante e percepita come costosa della storia come se fosse l’oggetto da poco che era prima che l’Arte lo “benedicesse”.
“In un certo senso, l’opera di Cattelan è una ribellione contro una sorta di autorità, quindi poteva anche esserci una ribellione contro la ribellione”
Ha dichiarato lo studente alla stampa Coreana, aggiungendo
“ho pensato che sarebbe stato interessante vedere se potevo creare un’opera d’arte dalla distruzione di qualcosa, e non credo che sia mai stato fatto nell’arte contemporanea, quindi ho pensato di farlo per divertimento e vedere se potevo farla franca. In realtà era destinato ad essere mangiato, no?”
Possiamo dare parzialmente ragione a Noh Huyn-Soo, nel senso che lo stesso Cattelan e il museo non hanno avuto niente da ridire. La banana è stata sostituita (ovviamente viene periodicamente sostituita per evitare la marcescenza), lo studente non ha alcun danno da pagare, ha la benedizione di Cattelan.
Ha torto nel rivendicare una compiaciuta primogenitura: David Datuna nel 2019 aveva già mangiato l’iconica Banana di Cattelan per la stessa volontà eversiva e per recuperare il controllo dell’arte.
La prima volta è eversione, la seconda volta potrebbe essere arte, “Comedian” (questo il nome dell’opera d’arte con la banana) ora è al sicuro.
La terza volta il gesto eversivo sarebbe mainstream, atto comune, ricorsivo e pluriplagiato. Privo di ogni interesse artistico.
Del resto l’arte non deve essere compresa o gradevole: basta che colpisca l’interesse, come abbiamo visto con l’opera Continental Breakfast di Anna Uddenberg, che in modo disturbante denuncia la dipendenza dell’uomo dalla tecnologia.
Mentre Huyn-Soo con un gesto divertito ha denunciato la mitizzazione dell’arte e come ogni oggetto acquisisce il significato e il valore che siamo disposti a dargli.
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