Pronto il nuovo piano pandemico: si parte dall’esperienza COVID19
È pronta la bozza del Piano Pandemico 2024-2028: non siamo più, evidentemente, in balia degli eventi e impreparati. COVID19 ci ha presi di colpo, mostrandoci uno scenario che non ritenevamo più possibile.
La prima pandemia del XXImo secolo ci ha lasciato dei lasciti enormi: il primo è che non possiamo restare impreparati e evitare di prevedere il peggio per non scontentare la “pancia” dell’opinione pubblica.
Prevedere una pandemia non significa “portare sfortuna” o, come diranno i complottisti “pianificare una Pandemia”. Ci si assicura non perché si vuole avere un incidente mortale, ma perché sai che se lo avrai non lascerai figli orfani e privi di mezzi o non resterai invalido e privo di sussistenza.
Si redige un piano pandemico perché quando la Pandemia da COVID19 ci ha colpiti con un piano fermo alla suina di dieci anni prima, lo ha fatto in modo atroce.
Pronto il nuovo piano pandemico: si parte dall’esperienza COVID19
L’attuale bozza di piano pandemico parte dall’esperienza diretta: sì dunque al potenziamento della ricerca di patogeni sul suolo nazionale.
Promossi a pieni voti i vaccini che
“rappresentano le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole. La vaccinazione è caratterizzata da uno spiccato valore solidaristico, in quanto i singoli individui hanno la possibilità di apportare, attraverso la scelta di vaccinarsi, un contributo concreto volto alla protezione di se stessi e, allo stesso tempo, della collettività, in particolare delle persone più fragili. Pertanto, è cruciale la sensibilizzazione delle persone attraverso una comunicazione semplice ed efficace dei benefici e dei rischi correlati a tale atto, contrastando la disinformazione e fornendo risposte adeguate alle preoccupazioni e alle incertezze.
Promozione non disgiunta da una corretta informazione sui limiti della stessa, che non è una “pallottola magica” che evita tutte le buone norme di prevenzione ma ad esse va completamente accompagnata.
Sì al vaccino dunque, sì al fact checking utile per la collettività, quello che contrasta la disinformazione e risponde ai dubbi dell’incerto e del “notutto” che rimesta e rovista nel torbido per un po’ di visibilità o per “l’effetto che fa”, ma anche sì ai “mezzi di contrasto non farmacologico.
Promosse mascherine e distanziamento sociale
Se serviranno quindi sì alle mascherine.
Se dovessimo trovarci ancora in una situazione drammatica come quella del COVID19, si astengano i fautori di teorie contro il distanziamento sociale, i divieti di assembramenti e il contact tracing: hanno avuto modo di dimostrare la loro utilità, l’esperienza ci ha insegnato che il diritto alla salute val bene qualche cautela.
Anche il “vituperato” istituto del DPCM, con le occorrenze e le avvertenze del caso naturalmente, risulta ora promosso.
“In ragione della sua natura bivalente, il diritto alla salute giustifica, nelle situazioni di emergenza sanitaria di conclamata gravità, l’adozione di misure che limitano quei diritti fondamentali dell’individuo il cui pieno esercizio è, tuttavia, incompatibile con le misure di prevenzione e di contrasto della pandemia necessarie, secondo i più accreditati protocolli scientifici, alla tutela della salute individuale e collettiva”, si legge nel testo.
Che ribadiamo per chi dovesse seminare dubbi, non significa che torneremo presto alle mascherine, al distanziamento, alla chiusura delle scuole ed al lockdown, ma che se vi fosse una pandemia grave come quella vissuta, potremmo applicare una o più di queste misure riconoscendo la loro utilità nel passato.
Resta ovviamente l’incognita delle risorse, spina nel fianco di ogni amministrazione moderna.
Rafforzamento del personale sanitario e lockdown
Se mai vi fosse una nuova pandemia, il piano raccomanda di non farsi trovare “Sotto organico”: la sanità Italiana va potenziata, il personale va formato e aumentato.
Le autorità locali potranno agire tempestivamente su eventuali focolai riconosciuti, con limitazione assembramenti, lockdown e limitazioni del movimento, evitando casi come la confusione ad inizio Pandemia.
Confusione nata proprio perché eravamo dinanzi ad una grave emergenza che ci trovò impreparati e che ci ha insegnato a non esserlo mai più.
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