Tre perquisizioni per propaganda fascista in chat: legge verso il Parlamento, vagonata di firme
Ci sono conferme sul fatto che, di recente, siano state effettuate alcune perquisizioni per soggetti accusati di propaganda fascista. Secondo quanto riportato da Today, però, il loro operato non si è limitato ai messaggi social. All’interno di chat “chiuse”, infatti è emersa una volontà chiara a detta degli inquirenti:
“Reclutare militanti al fine di ricostituire un apparato politico di ispirazione fascista, non potendosi escludere anche il ricorso ad azioni violente”.
Articolo originale sulla propaganda fascista del 27 aprile
Ci sono riscontri importanti a proposito della tanto delicata questione relativa alla propaganda fascista. La legge con la quale si potrebbe dare una spallata ulteriore al Ventennio, infatti, ha raggiunto un obiettivo a dir poco importante in queste ore, arrivando ufficialmente in Parlamento. Si tratta ovviamente del primo step che potrebbe condurre a risultati ancora più importanti sotto questo punto di vista, ma è chiaro che dietro le novità di oggi 27 febbraio ci sia soprattutto una carica simbolica non indifferente.
Già nelle scorse settimane, a proposito del libro di Bruno Vespa con accenni più o meno importanti al Fascismo, l’argomento aveva sollevato non poche discussioni. Ne abbiamo parlato con un articolo a tema. Questo sabato, invece, tocca concentrarsi su aspetti più specifici, perché se da un lato è ancora lungo l’iter che potrebbe portarci ad una nuova legge contro la propaganda fascista (ed è tutt’altro che scontato che la questione possa andare avanti), il fatto di essere arrivati a 50.000 firme la dice lunga sulla percezione che si abbia della questione.
Un primo step per dire addio alla propaganda fascista, ma la legge è ancora lontana
La nostra analisi di oggi relativa alla possibile legge contro la propaganda fascista, dunque, da un lato è una notizia vera, dall’altro richiede delle precisazioni. Come riporta Next Quotidiano, infatti, l’obiettivo delle 50.000 firme era necessario per arrivare in Parlamento. I meriti vanno soprattutto al sindaco di Stazzema, vale a dire Maurizio Verona, che ha trovato in Roberto Benigni e Liliana Segre sostenitori in grado di amplificare ulteriormente l’iniziativa.
La legge proposta contro la propaganda fascista, dicono i fautori dell’iniziativa, ha l’intento di “disciplinare pene e sanzioni verso coloro che attuano propaganda fascista e nazista con ogni mezzo, in particolare tramite social network e con la vendita di gadget“. Insomma, qualora l’iter dovesse andare avanti, ci sarà una maggiore attenzione ai contenuti pubblicati soprattutto su Facebook. Considerando anche la preoccupante crescita di community e ambienti virtuali, dove hanno ripreso piede simbologie di cui si farebbe volentieri a meno.
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