Siamo al primo gennaio 2024: l’Euro compie venticinque anni, ma ormai è parte delle nostre vite da abbastanza per avere una generazione che non ha mai dovuto vivere la babele di monete frammentate in una economia unita solo di fatto.
Poter agevolmente commerciare, anche grazie ai miracoli della tecnologia, con venditori di tutta Europa senza dover impazzire coi cambi o “giocare di borsa” per un aggio favorevole è solo uno dei vantaggi che questa piccola rivoluzione ci ha portato.
L’Euro viene teorizzato, almeno come nome, nel 1995, sostituendo di fatto la valuta meramente teorica e scritturale ECU il primo gennaio del 1999.
Entrerà ufficialmente in vigore solo tre anni dopo nei primi dodici paesi ad adottarla, tra cui l’Italia, introducendo nuove abitudini e ritualità ormai dimenticate dall’attuale generazione Europa.
Il cambio fu agganciato al valore di mercato di ECU al 31 Dicembre 1998, portando quindi in Italia il valore a 1936,27 lire per singolo Euro, dando origine ad una serie di iconici spot in cui il valore veniva descritto con la formula togli tre zeri e dividi a metà, per comodità.
La circolazione della valuta nata nel primo Gennaio 1999 cominciò quindi il primo gennaio del 2002, con la coesistenza di entrambe le valute per due mesi e la vendita i “kit commerciali”, bustine con campioni di ogni moneta e banconota per cominciare ad abituarsi all’idea.
Inizialmente tutte le banche erano autorizzate a cambiare le lire in Euro: in seguito, e fino a dieci anni, fu possibile cambiare gli euro nelle filiali della Banca di Italia. Attualmente se trovate un sacco di banconote in lire, fate prima ad accettarle come cimelio collezionabile.
Come simbolo di unità Europea le banconote da allora hanno sempre raffigurato ponti, in stili architettonici sempre più moderni dalla banconota di più modico valore a quella di più elevata, le monete presentano un fronte identico ed un retro legato a simboli e scelte delle singole nazioni.
Altro oggetto tipico di quegli anni fu “l’euroconvertitore”, ovvero la regalia o l’ubiquitaria vendita per pochi centesimi di piccole calcolatrici praticamente usa e getta (costavano quasi quanto le batterie necessarie per farle funzionare) con la possibilità di impostare un tasso di conversione verso la nuova valuta o “bloccate” sul tasso Euro-Lira, funzione che fu incorporata nelle agendine elettroniche dell’epoca, antenate dello Smartphone e del palmare.
Il governo Italiano distribuì uno di questi euroconvertitori direttamente nelle case degli Italiani, in busta chiusa con una nota a firma dell’attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: un oggettino particolarmente gracile ed economico (come ci si può immaginare da una distribuzione di massa, del resto) ma efficace per molte famiglie, anche se come suggerisce il portale che ne ha recensito gli esemplari probabilmente anziani e bambini avrebbero tratto maggiore giovamento dalle alternative “commerciali” più ergonomiche.
Ad esempio un Euroconvertitore su eBay si trova dai 20 ai 30 euro. Scherzi a parte, cominciarono presto le fake news per cercare con scarso successo di demolire sul nascere una nascente economia europea: buona parte, ancora cavalcate da bufalari di tutta Italia riuniti, le smontammo in questo articolo dell’ormai lontano 2014.
Fake news che in tempi di attacco “virtuale” costante all’unità europea anche da parte di paesi esteri con una agenda chiaramente ostile ad una Europa forte si sono spesso rinforzate, specie alla luce di passi avanti come l’ormai vicina sfida di una valuta digitale Europea.
Con venti stati membri la zona Euro copre un’area di circa 2.550.000 km² con oltre 346 milioni di abitanti in grado di commerciare in agevolezza e sicurezza.
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