Ci viene segnalata la seguente notizia, con tanto di relativo appello al sentire comune ed alla raccolta di firme:
La Provincia di Ravenna con delibera n. 252 del 12 novembre ha autorizzato l’abbattimento di 67 daini presenti nella Pineta di Classe, un grande bosco situato a sud di Ravenna, classificato come sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale.
La manovalanza impiegata per mettere in atto questo sterminio sarà, non a caso, costituita da cacciatori e la motivazione che lo giustifica è sempre la stessa riportata in questi casi: gli ungulati sono in sovrannumero (236 secondo i dati diffusi).
E’ da più di tre anni che la questione daini della Pineta di Classe viene dibattuta e, nonostante le diverse proposte di metodi alternativi per il controllo delle fecondità della popolazione esistente, la via scelta dalla Provincia non si distingue e rimane quella che individua nella morte di animali innocenti la strada più semplice e rapida da seguire. Come confermato da diversi studi, tuttavia, tali metodi sono fallimentari, poiché il massacro di un alto numero di animali selvatici porta, per esigenze naturali di riequilibrio, a un aumento incontrollato delle nascite e delle immigrazioni. Senza contare che bisognerebbe intervenire innanzitutto eliminando il ripopolamento effettuato a scopi venatori.
Vi chiediamo quindi di aiutarci a fermare questo massacro inviando l’appello di protesta: http://www.oipa.org/italia/2014/daini_petizione.html
La notizia è grave: ma è da precisarsi. Lo stesso articolo riporta che non si tratta di abbattimento dei daini tout court, ma di una riduzione programmata del loro numero.
Che purtroppo, attualmente passa per l’abbattimento.
La prolifica popolazione locale di daini (un problema riconosciuto già da anni, quantomeno dal 2011) era già stata graziata esattamente l’anno scorso, quando la provincia di Ravenna provò a smistare gli esemplari, previo accordo preliminare seguito da cattura, in altri parchi siti nel resto di Italia, rinviando le decisioni del caso alla primavera successiva.
Purtroppo ciò non è bastato.
Si rileva infatti che la popolazione di daini locale, per quanto pittoresca ed amata da grandi e piccini è il frutto di un tentativo di ripopolamento accidentale la cui risoluzione è stata frettolosa, forse male gestito ab origine.
“Nella località a ridosso della Pineta di Classe, territorio di Fosso Ghiaia, qualche decennio fa è stato insediato accidentalmente un modesto nucleo di daini. Negli ultimi anni la popolazione dei daini ha raggiunto però il numero di oltre 200 esemplari che hanno cercato nuovi territori per alimentarsi, andando a occupare aree naturalistiche limitrofe come l’Ortazzo e l’Ortazzino, la Pineta Ramazzotti, e altre zone del Parco del Delta del Po. Nella ricerca di nuovi territori, la popolazione dei daini, diventata così numerosa, ha sconfinato nei terreni di aziende agricole, provocando danni ingenti e documentati. Contemporaneamente, i daini sono diventati un pericolo per la viabilità, in quanto il loro attraversamento della statale Adriatica ha provocato diversi incidenti, anche questi documentati.
Da un lato quindi abbiamo l’interesse degli ambientalisti a preservare la vita dei daini. Dall’altro lato abbiamo esemplari in sovrannumero condannati a morire sulle strade o a cercare di allontanare l’inevitabile inedia di una popolazione troppo vasta per un territorio ristretto danneggiando colture ed aziende agricole.
Né si creda che l’abbattimento sia stato disposto a cuor leggero: ancora prima di arrivare nel 2013 al tentativo finale di “smistare” i daini in più colonie.
Si è provveduto alla messa in opera dei sistemi dissuasivi: la recinzione nei pressi della SS16 Adriatica, all’altezza dell’abitato di Fosso Ghiaia; la recinzione sulla via Dei Lombardi nei pressi dell’abitato di Lido di Classe e la messa in opera di dissuasori catarifrangenti apposti sui delimitatori di carreggiata lungo tutta la via Dei Lombardi nel tratto intercorrente fra l’abitato di Savio e di Lido di Classe, interessato dal possibile attraversamento degli animali in questione.
Vi è un secondo problema: nonostante uomini e donne di buona volontà, come la signora Eleonora Schonwald, si siano offerti di ospitare i daini nelle loro proprietà, ciò non è possibile, in quanto
“Gli affidi di fauna selvatica a privati, ad esclusione di quella nata in cattività, non è consentita dalla legge. Non sono io a impedirlo, non la Provincia, è la legge dello Stato.
O si interviene dall’alto, o io devo far rispettare la legge”. Così precisa il presidente della Provincia in una intervista sul “Resto del Carlino” di oggi 26 novembre.
Con tale dichiarazione viene pertanto esclusa la soluzione prospettata dalla signora Eleonora Schonwald, che è disponibile ad ospitare a sue spese nella sua tenuta, e con tutte le garanzie, i daini destinati all’abbattimento.
E la normativa nazionale, come dimostrerà una lettura anche solo cursoria della Legge 11 febbraio 1992, n. 157, senza quindi entrare in dettagli tecnici, è strettamente intrecciata con le direttive europee di riferimento e con esigenze di tutela ambientale tali da rendere una modifica in tempi brevi un’operazione peregrina, se non pericolosa.
Ipotizzate lo scenario prospettato in cui chiunque possa detenere liberamente animali selvatici, non certo selezionati per la vita a contatto dell’uomo. Certo, persone buone come i volontari potrebbero prendersi cura con affetto di alcuni esemplari ma… basterebbe la bontà per farlo? Se commettessero degli errori? Se nel numero dei “richiedenti affido” si celassero persone dagli intenti meno nobili e retti?
Riteniamo la via legislativa utopica, ma poco praticabile.
Contando che
I previsti abbattimenti saranno eseguiti da novembre fino al sabato 28 febbraio 2015, e saranno eventualmente sospesi nelle giornate in cui il Parco o altri Enti dovessero programmare eventi sul territorio interessato.
Resta però un’ultima speranza, ben emarginata da ER ambiente.
La legge prevede l’assegnazione a privati solo a determinate condizioni; privati che devono essere detentori di apposite autorizzazioni. A tutt’oggi nessun privato in possesso di tali autorizzazioni ha presentato domanda”.
Basterebbe sollecitare, a nostro modesto parere (e ci permettiamo una deviazione dalla nostra linea politica di non avere una linea politica), non già riforme legislative tecnicamente impossibili, o mere proposte di grazia che ci riporterebbero nella stessa situazione in cui versiamo attualmente, bensì sollecitare l’intervento di privati, strutture ed enti con le autorizzazioni idonee e le possibilità di gestire quegli animali.
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