Bufala

Presidenza del Consiglio dei Ministri: ritorno alla normalità previsto per il 21 Aprile 2021 – il Fake cambia forma

L’infodemia ha delle forme assai insidiose. A volte confinanti coi più perversi meccanismi mentali che sono costati all’italiano medio l’accusa di essere facilmente penetrabile dalle bufale.

Vi abbiamo parlato solo questa mattina di una catena di S. Antonio, priva di alcuna fonte che fissava, in modo del tutto arbitrario, un calendario delle attività produttive così scaglionato

“18 aprile riapertura aziende agricole e industriali (non tutte), 4 maggio fine fase 1 è libera circolazione ma con obblighi come mascherine e distanza di sicurezza, per quel giorno prevista la riapertura di alcune attività commerciali come negozi tessili, di arredamento e d’abbigliamento con ingressi scaglionati, file lunghe e prenotazioni (no centri commerciali). 11-12 Maggio riapertura tribunali e uffici professionali 18- 25 Maggio riapertura altre attività di ristorazione con distanze da rispettare, possibile riapertura estetisti, parrucchieri e Barbieri con obbligo mascherina, ingressi singoli. 31 maggio ripartenza campionato di calcio e altri sport collettivi. Giugno-luglio riapertura centri sportivi ma solo per sport individuali o lezioni con basso assembramento. È l’inizio della fase 3. Settembre riapertura scuole superiori con divisione turni e lezioni online, ancora da decidere materne ed elementari. Ritorno alla normalità previsto per primavera 2021”.

Beninteso, vi abbiamo messo in guardia dal fatto che solo ieri, il 10 Aprile 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una lunga diretta aveva annunciato che, con una proroga delle misure restrittive al 3 Maggio non è ancora possibile iniziare una calendarizzazione della ripresa.

Sarebbe bastato quindi verificare le fonti ufficiali: ma l’infodemia è un male oscuro ed insidioso.

Nuova forma per una stessa bufala – Presidenza del Consiglio dei Ministri: ritorno alla normalità previsto per il 21 Aprile 2021

È un problema che conosciamo da sempre: Tizio crea una bufala, la diffonde su WhatsApp come semplice testo. I Debunker gli fanno notare di aver scritto una bufala.

Tizio potrebbe ammettere la sua colpa, mollare il colpo e smettere di condividere. E invece no! Quando Tizio legge che il debunker ricorda di rivolgersi alle fonti ufficiali, con sprezzo del pericolo e disprezzo della legge, falsifica le fonti ufficiali.

Si procura i loghi di una comunicazione ufficiale e, armato di Photoshop, Word, corsivi buttati nel testo a membro di segugio e finto legalese, riformatta la stessa identica bufala nella sua immagine mentale di una comunicazione istituzionale.

E ci è andata pure bene: abbiamo visto bufale ricondivise stampando il testo su un foglio di carta per poi fotografarlo e ripubblicarlo dopo averlo spiegazzato, o dopo averle trasformate in una coloratissima infografica.

Ed abbiamo visto, in una perversa forma di feticismo della bufala, le stesse persone richiederci più volte lo stesso fact checking della stessa bufala con motivazioni riassumibili in

Quella di prima erano parole scritte, questo è un testo stampato quindi se non fate l’antibuffala vuol dire che non è buffala ma verità e non ce lo volete dire

Quella di prima erano parole stampate, queste sono parole professionali su una grafica colorata, quindi le ha fatte l’importante scienziato professionale che le distribuisce gratis e a voi vi pagano e non siete professionali!

A parte il fatto che nessuno ci paga, anzi vi ricordiamo che per tutto questo mese la pubblicità sul sito sarà devoluta alla Croce Rossa mediante l’iniziativa #restoinhome, bisogna essere quel genere di berciante analfabeta funzionale che ridefinisce il concetto stesso di Analfabetismo Funzionale per pensare che una colorata infografica o una imitazione dei loghi ministeriali rendano una bufala verosimile.

Vi mostriamo il testo che ci è stato indicato “per vero”, naturalmente segnato con un watermark per evitare emulazioni.

Presidenza del Consiglio dei Ministri: ritorno alla normalità previsto per il 21 Aprile 2021 – il Fake cambia forma

Noterete come si tratta dello stesso testo di cui abbiamo parlato questa mattina, errori ortografici compresi, copincollato male in un testo che scimmiotta una comunicazione ufficiale, comprese grottesche imitazioni delle firme digitali con errori di battitura incorporati.

L’#infodemia ci preoccupa: più che chi crea bufale, ci preoccupa che sembra desiderare credervi con tutte le forze.

 

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