June e Jennifer Gibbons, meglio note come The Silent Twins erano due gemelle perfettamente identiche che parlavano solo tra loro, restando mute per il resto del mondo. Vissute nel Galles, figlie di immigrati caraibici, uniche bambine nere della comunità, furono vittime di bullismo a scuola e di ostracismo da parte degli stessi insegnanti. Intanto il linguaggio che usavano tra loro si evolse, tanto da risultare incomprensibile agli altri. Questo è un fenomeno noto, definito idioglossia, ed è stato interpretato come sintomo di cryptophasia. Il tentativo di separarle in due istituti psichiatrici, in modo da romperne l’isolamento si rivelò fallimentare, in quanto entrambe caddero presto in uno stato catatonico.
Quando vennero riunite assieme si isolarono per diversi anni nella loro cameretta, dove cominciarono a scrivere dei romanzi. Le trame sono sconcertanti. In Pepsi-Cola Addict, un ragazzino viene sedotto dall’insegnante, poi è mandato in un riformatorio dove una guardia omosessuale fa un gioco per lui. In Il Pugile, un medico è così desideroso di salvare la vita di suo figlio che uccide il cane di famiglia per ottenere il suo cuore per un trapianto. Lo spirito del cane abita nel bambino e ha in definitiva la sua vendetta contro il padre. Discomania è la storia di una giovane donna che scopre che l’atmosfera di una discoteca locale incita gli avventori alla violenza.
Presto i loro romanzi vengono pubblicati dalla vanity-press, New Horizons e come succede sempre in questi casi non avranno alcun successo. A questo punto la creatività delle gemelle – ormai agli inizi della pubertà – si evolve verso il crimine. Sono responsabili di un incendio doloso, a seguito del quale vengono rinchiuse al Broadmoor Hospital. Il loro internamento durerà 14 anni, dove verranno somministrate loro alte dosi di farmaci antipsicotici, Jennifer sviluppò la discinesia, disturbo neurologico che provoca movimenti ripetitivi involontari. Il loro interesse per la scrittura creativa si riduce man mano a zero.
E’ a questo punto che le gemelle avrebbero maturato un accordo: Una delle due avrebbe dovuto morire per permettere all’altra di vivere una vita normale. Alla fine Jennifer avrebbe accettato di essere sacrificata. A seguito del trasferimento dal Broadmoor alla Caswell Clinic di Bridgend, Jennifer non si risvegliava più. Trasferita d’urgenza in ospedale viene riconosciuta morta per miocardite acuta, ovvero, un’improvvisa infiammazione del cuore. Non risultarono tracce di farmaci o veleno.
June finamente parla, anche parecchio, concede persino interviste al Harper Bazaar e al Guardian. Dal 2008, vive vicino ai genitori, ne Galles occidentale. Perfettamente integrata, vive una vita indipendente e senza bisogno di cure psichiatriche. Ha dichiarato di volersi lasciare il passato alle spalle.
I soggetti dei racconti possono senz’altro spiegarsi con il contatto con altri minori incontrati durante il primo internamento. Quel che rimane ufficialmente un mistero è la morte di Jennifer. Cosa sappiamo del loro accordo precedente? Non esistono prove sufficienti per sostenere che fosse stato effettivamente stipulato dalle due. Mentre è molto probabile – stando anche all’anamnesi psichiatrica – che June se lo sia inventato dopo il decesso. La miocardite acuta può facilmente essere confusa con quella infettiva, dovuta a virus, batteri o infezioni fungine, tutto questo rende molto difficile una diagnosi obiettiva. La variabilità con cui si presentano le miocarditi è inoltre molto elevata, anche a seguito di autopsia le difficoltà non sono poche, sarebbe necessaria una analisi endomiocardica, che solitamente non viene eseguita, anche perché mancano standard istologici precisi e comunemente accettati dalla comunità scientifica. Ad oggi l‘8,6% dei decessi per miocardite riguarda giovani adulti, vale a dire quasi 1 caso su 10; Jennifer si trovava in una condizione certamente favorevole ad essere soggetta a infezioni, che in ambiente ospedaliero capitano. Per tanto non c’è niente di misterioso nella sua morte.
L’unica a documentare l’esistenza del patto tra le gemelle è Majorie Wallace nel libro The Silent Twins ed ovviamente la sopravvissuta June. Le gemelle scrissero numerosi diari, non vengono mai menzionati per ricavare la prova dell’accordo. Stando ad un articolo del Guardian si può trovare una spiegazione del mutismo e degli atti simultanei delle gemelle.
«Anne Treherne, an expert on elective mutes, met the twins and became convinced a game was going on: that by secret eye signals Jennifer was stopping June speaking, controlling her as if she were a robot. The twins spooked her colleagues: moving extremely slowly in perfect time, they seemed inhuman, like “zombies”, drinking cups of tea or taking off their coats in eerie unity. A head teacher even called Jennifer “evil”».
«Anne Treherne, esperta di mutismo, ha incontrato le gemelle accorgendosi di un gioco in corso tra le due: Attraverso segnali segreti con gli occhi Jennifer poteva far smettere di parlare June controllandola come se fosse un robot. Le gemelle spaventavano i suoi colleghi: Si muovevano con estrema lentezza perfettamente sincrone, sembravano disumane, come “zombie”, bevevano tazze di tè o si toglievano le giacche con una simultaneità inquietante. Un dirigente scolastico chiamò Jennifer “il male”».
C’era dunque una dominanza di Jennifer su June? Questo potrebbe spiegare a livello descrittivo la loro simbiosi patologica, certamente aggravata dall’ostracismo subito a scuola. Inoltre spiega anche il recupero psicologico di June a seguito della sua morte. Questo è talmente facile da intuire che potrebbe spiegare anche una eventuale “fantasia nevrotica”; quella appunto del patto. In quest’ottica sarebbe contro-intuitiva la scelta da parte della gemella dominante di sacrificarsi.
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