Ci segnalano questo articolo pubblicato il 1° Novembre 2016 sul Giornale di Vicenza:
Cerimonia del 4 novembre senza la tradizionale messa per rispettare i bambini di altre religioni. L’amministrazione comunale , in accordo con le associazioni d’arma, ha deciso di favorire la partecipazione delle scolaresche, restie all’iniziativa per motivi di rispetto della laicità.
Dovrebbe unire e invece divide il giorno dell’unità nazionale e delle forze armate in cui si ricordano i morti della Grande Guerra, «tutti coloro che hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere» nelle parole del Ministero della difesa che ricorda la ricorrenza sul suo sito.
Il programma delle celebrazioni maladensi, da decenni, includeva il rito religioso celebrato dal parroco a cui quest’anno, però, è stato chiesto di restare a casa. In realtà, don Giuseppe Tassoni ha ricevuto l’invito alla cerimonia, ma per la «sola benedizione della corona» e ha così declinato: «Ringrazio a nome di tutti i sacerdoti per l’invito a partecipare, ma considerata la scelta di uno stile laico che esclude la celebrazione della santa messa per dare maggiore libertà di partecipazione a tutte le componenti interessate (le scuole) non riteniamo opportuna la richiesta della presenza di un sacerdote per la “sola benedizione della corona”, proprio per rispetto della scelta fatta. Pregheremo per i defunti di tutte le guerre, onorando i caduti del nostro Paese, con convinzione e fede in duomo all’inizio del concerto programmato proprio per l’occasione».
La decisione di escludere la messa dal programma è stata presa alla luce delle problematiche sollevate non tanto dalla comunità straniera o dai genitori dei bambini di diverse religioni, ma dalle insegnanti della scuola primaria e secondaria.
«La messa costituiva un problema per la scuola – afferma l’assessore al sociale, Irene Salata –: mi è stato detto dalle insegnanti che si trattava di una questione di “tutela”. Perciò, quest’anno, abbiamo deciso di eliminare qualsiasi elemento potesse ostacolare la presenza dei bambini».
«La nostra scuola ha una componente di alunni stranieri che si aggira intorno al 13% – afferma il dirigente scolastico Bruno Sandri –, inoltre, il tema della Prima Guerra mondiale non fa parte del programma scolastico».
Si leva, al contempo, il coro degli indignati che si chiedono dove sia finito «il rispetto per quei morti che hanno servito la Patria».
«Mi dispiace – commenta Silvio Eupani, storico locale , ex sindaco e sovente oratore della cerimonia –: sarebbe giusto dedicare un momento alla preghiera per i nostri caduti». «Abbiamo raggiunto un accordo ma personalmente la penso in modo diverso: in nome dell’integrazione stiamo distruggendo l’Europa» è la posizione di Ippolito Berlato, capogruppo dei fanti. «La decisione è stata presa per non contrastare la partecipazione delle scuole – aggiunge Gianni Stevan, capogruppo degli alpini – e noi ci siamo adeguati, ma l’anno prossimo non commetteremo lo stesso errore».
La notizia è vera, ma è opportuno cogliere l’occasione per fornire le giuste precisazioni e riportare i dovuti aggiornamenti.
Il comitato Prima Noi si rivolge agli insegnanti: «Non è questo il modo di fare educazione scolastica né integrazione», scrivono in un post pubblicato sulla loro pagina Facebook, «è un capolavoro per chi vuole aumentare tra gli italiani un sentimento islamofobo». Il sindaco Paola Lain, in questo articolo pubblicato sull’Eco Vicentino il 1° Novembre 2016 parla di «problema solo organizzativo». Gli insegnanti avevano chiesto che non vi fosse la celebrazione religiosa dei caduti della Grande Guerra per non ostacolare la partecipazione dei bambini non cristiani, presenti nei registri scolastici in un 13%. Lain spiega che nella commemorazione dell’anno precedente gli alunni hanno dato loro partecipazione esclusivamente dopo la sfilata del corteo e dopo la Santa Messa. Per quest’anno, invece, il gruppo di lavoro composto dall’Assessore all’Istruzione, dall’Assessore ai Rapporti con le Associazioni e dai rappresentanti di vari gruppi combattentistici aveva voluto coinvolgere le scuole anche alla sfilata e alla Santa Messa. Gli insegnanti, preoccupati per la possibile esclusione di alunni appartenenti a un credo religioso diverso, hanno sollevato il problema. Ancora, il sindaco interviene: «non si è voluto discriminare nessuno, né i nostri valori, che vengono prima di tutto, né il mondo scolastico, in particolare gli alunni, considerato che saranno poi loro a dover tramandare il senso storico e civico di questa manifestazione», dunque «da parte mia e della Giunta faremo tutto il possibile affinché il programma torni nella versione originale».
Leggendo in una chiave diversa rispetto a ciò che i titoli di alcune testate lasciano intendere, le scuole non hanno mai partecipato alla celebrazione religiosa in memoria dei caduti della Grande Guerra. Quest’anno (2016), trattandosi del centenario del primo conflitto mondiale, si pensava alla partecipazione delle scuole anche ai riti religiosi. Gli insegnanti hanno voluto evitare l’esclusione di alcuni alunni non appartenenti alla fede cristiana.
Dopo le ripetute polemiche, la Messa in suffragio dei caduti avrà luogo. Lo appuriamo da questo articolo pubblicato il 2 Novembre 2016 sul Gazzettino:
Venerdì alla cerimonia commemorativa il parroco don Giuseppe Tassoni celebrerà la messa con invito dell’amministrazione comunale del sindaco Paola Lain alle varie classi della scuola primaria e media a partecipare all’intera cerimonia nella versione originale (sfilata, orazione ufficiale, visita a una mostra sulla Grande guerra e messa): spetta a insegnanti e direttori didattici accettare o rifiutare tale invito e la decisione vi sarà nelle prossime ore.
Dunque, non vi sarà alcun annullamento della Santa Messa per i caduti del primo conflitto mondiale, e alle scuole è stato nuovamente inoltrato l’invito a partecipare. Sarà loro discrezione accettare, ma tutto procederà secondo tradizione.
Edit 19 febbraio 2018
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Si tratta della stessa storia, datata 2016.
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