Una vera e propria proposta choc che sta facendo il giro d’Italia: arrivava da Giacomo Mangiaracina, Presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione, il quale ha scritto una lettera aperta dedicata agli oncologi dell’AIOM: “Cari colleghi oncologi dell’AIOM – scrive Mangiaracina -, a più riprese leggiamo sui media del vostro accorato e reiterato appello per la costituzione di un fondo nazionale per la cura dei tumori, con l’incremento di un centesimo sul costo dei prodotti del tabacco”, ma “è proprio il Fumo (con la F maiuscola) che vi porta tanto, ma proprio tanto, lavoro, e voi chiedete al Ministro e al Governo di mantenere inalterato il parco-fumatori italiano? Create piuttosto alleanze virtuose perché questo olocausto dorato cessi o si riduca”. E qui il monito al Ministro della Salute Lorenzin: “Al Ministro della salute Lorenzin – aggiunge – dico solo di attenersi ad una delle misure fondamentali nelle strategie di controllo del tabacco a livello mondiale, quella di incrementare in misura consistente il prezzo di sigarette e trinciati. L’incremento di pochi centesimi, di tanto in tanto, è proprio ciò che tutti i governi italiani hanno fatto da sempre, per non destabilizzare il “parcofumatori” d’Italia e incamerare 13 miliardi di euro ogni anno, spendendone poi 8 per i danni all`economia, all`individuo e alla società causati dalla piaga del tabacco. Si prenda esempio invece dalla Nuova Zelanda, che applicando il programma mondiale TobaccoEndgame, proprio in questi giorni ha portato il prezzo delle sigarette a 18 euro a pacchetto“.
La notizia è corretta: ciò che non è corretto è l’interpretazione che è stata fatta da molti commentatori e giornalisti che si sono basati solo sul titolo. Nel caso specifico, infatti, la la testata era stata precisa nel riportare quanto contenuto nella lettera aperta di Mangiaracina, ma molti non hanno letto interamente l’articolo.
Non è quindi corretto parlare di una proposta del ministero, ma di una proposta al ministero, iniziativa personale di un oncologo che ritiene che simili programmi, all’estero, abbiano dato grande giovamento alla causa salutista.
Proposta che, ricorda Studio Andreani, va messa in contrapposizione ed opposizione al gruppo di proposte che ormai quotidianamente si affastellano per combattere la piaga della dipendenza dal fumo rendendo il tabacco un prodotto di onerosa acquisizione, tra le quali:
A tal proposito, è stata diffusa una petizione e avviata una raccolta firme per chiedere al Governo di impegnarsi ad istituire entro il 2016 fondo ad hoc, alimentato appunto dalla tassa, per contribuire al rimborso da parte delle regioni dei farmaci oncologici a forte carattere innovativo.
La proposta, condivisa anche dal ministro Lorenzin, prevede un centesimo in più per ogni sigaretta venduta che con i numeri impressionanti che ci sono in Italia (quasi 11milioni di fumatori; 140mila sigarette fumate ogni 24 ore) farebbe ricavare una bella somma (circa 720 milioni di euro) che lo Stato (che, giusto per puntualizzare, ricava circa 11 miliardi di euro dalle accise sul tabacco) dovrebbe destinare per garantire pieno accesso a tutti i malati ai farmaci in arrivo sul mercato.
Da menzionare, infine, un’altra proposta (o meglio un suggerimento) che, seppur con un fine meno “nobile” e più economico, mira a risanare le casse dello Stato aumentando il gettito e rendendo il mercato più stabile, attraverso l’aumento delle tasse minime sui tabacchi. L’idea arriva da Paolo Liberati, coordinatore del Centro di ricerca in Economia e Finanza pubblica dell’Università di Roma Tre, che in un’intervista ad askanews, ha sottolineato che la strada da seguire per l’esecutivo è quella di aumentare l’onere fiscale minimo. In base ad uno studio effettuato, ha sostenuto Liberati, infatti, “la tassazione attuale non è neutrale”, giacché il sistema della imposizione fiscale sulle sigarette prevede un prezzo “medio ponderato” che, aumentato, aumenta di conseguenza la tassazione, ma soltanto per alcune classi di prezzo. Altre classi invece non risentono dell’aumento della tassazione, perché “l’onere fiscale minimo mette al riparo – ha spiegato Liberati – le classi di prezzo più basse delle sigarette”.
Allo stato attuale delle cose abbiamo dunque:
1. Una petizione promossa da FederAnziani per aumentare il costo delle sigarette di un centesimo alla sigaretta, proposta al Ministro Lorenzin ed apparentemente da questa condivisa (anche se la stessa precisa di non poter far altro che prendere in considerazione la proposta e promuovere informazione al riguardo, essendo una mera petizione e proposta atecnica), allo scopo di creare un tesoretto da destinare alla ricerca oncologica
2. Un tentativo di razionalizzare l’imposizione fiscale vigente sui tabacchi spalmandola in mondo uniforme su tutte le classi di prezzo anziché sui “tabacchi lussuosi”
Proposte che evidentemente il dottor Mangiaracina ha trovato insufficienti volendo proporre ai suoi colleghi oncologi e, per l’effetto, suscitando un dibattito in grado di arrivare al pubblico ed al legislatore teso a valutare misure più draconiane.
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