PRECISAZIONI Richieste ai CAF pugliesi: “Dateci il reddito di cittadinanza” – bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una notizia in netto divenire, frutto tossico di una campagna elettorale divisa in una campagna elettorale propria, coi canali normali, ed orde di troll, bufalari di professione ed analfabeti funzionali pronti a montare sul cavallo del griefing.

Il griefing, termine che abbiamo mutuato dal linguaggio dei videogames per descrivere simili situazioni, è quel tipo di bufala messa in giro per deridere un soggetto evidentemente incapace, per analfabetismo funzionale o altro, spingendolo ad una serie di comportamenti autolesionisti e/o umilianti. Ad esempio, convincendolo di poter costruire in casa un caricabatterie ad induzione mutilando un caricabatterie per cellulari perfettamente funzionante, spingendolo a gettare acqua fredda nell’olio bollente provocandosi ustioni potenzialmente sfiguranti, oppure, come nel griefing in lingua inglese Grow Amazing Crystals, spingere i ragazzini a gettare grandi quantità di ammoniaca in un secchio per inalare ed intossicarsi.

In questo caso ci sono di mezzo anche gli esiti di un clima elettorale giocato, come sempre, sul filo delle proposte.

Il 2018 quindi comincia esattamente come il 2013, quando Cgil, Cisl e Uil dovettero dichiarare con un comunicato che no, nessuno avrebbe restituito l’IMU a nessuno e non c’erano moduli da compilare.

In questo caso casus belli è stata la proposta grillina di un reddito di cittadinanza.

Enfasi sulla parola proposta: anche solo prima di pensare all’adozione di un simile provvedimento, come è ben noto, vanno cercate le coperture finanziarie del caso, stabilito l’ammontare dello stesso e le condizioni di elargizione… tutte cose che richiederanno un lungo lavoro e tutt’altro che istantaneo, agevole e certo.

Non così è stato per tutti: complice il sottobosco di griefers che si agita nella Rete, gli operatori dei CAF di alcune regioni, prima la Puglia seguita da Basilicata e Sicilia si sono trovati dinanzi una bizzarra richiesta

«Hanno vinto i 5 Stelle. Adesso dateci i moduli per fare domanda per ottenere il reddito di cittadinanza». È la richiesta che alcuni Caf giovinazzesi si sono sentiti rivolgere lunedì mattina, a distanza di poche ore dalla chiusura delle urne. Una richiesta che ha colto di sorpresa gli operatori dei patronati. Sulle prime è sembrata una boutade, ma quando le richieste hanno cominciato a moltiplicarsi e a farsi insistenti, tutto è diventato amara realtà. «Non esistono moduli per tali richieste», le ovvie risposte degli operatori dei Caf. Stesa cosa sarebbe accaduta, secondo quanto riferisce il sindaco del comune, anche all’assessorato ai servizi sociali di quel comune. E tale dilagante fenomeno – al limite tra la curiosità e la richiesta vera e propria – avrebbe riguardato anche Porta futuro, la struttura realizzata dal Comune di Bari per gestire domanda e offerta di lavoro. «Sono una cinquantina le persone che tra ieri e oggi – precisa il responsabile dello Sportello – che hanno chiesto i moduli per ottenere il reddito di cittadinanza, si tratta soprattutto di giovani».

Tuttavia, le elezioni si sono chiuse da qualche giorno ed eventuali provvedimenti annunciati dai candidati devono tradursi in atti normativi di un governo che per il momento non c’è. Tuttavia, quanto sta accadendo rispecchia evidentemente l’onda emotiva che ha travolto questa tornata elettorale con risultati strabilianti per i pentastellati soprattutto al Sud.

Tornando a Giovinazzo, «C’è stato anche chi è rimasto poco convinto dalle nostre risposte – commenta Nicola Massari, «storico» gestore di uno dei centri interpellati – e si è rivolto agli uffici comunali». Giovane, disoccupato e con un non elevato livello culturale. Questo l’identikit comune a tutti coloro che hanno ritenuto che il reddito di dignità si dovesse tramutare immediatamente in realtà. E che arrivasse a casa. Per questo la fretta di compilare moduli. «Lo abbiamo sentito per televisione», la protesta. Già la televisione. Evidentemente quella parte del programma dei M5S ha fatto presa e molto su chi ha deciso di affidargli il proprio voto.

«Ognuno coglie quello che più gli interessa – afferma Valeria Andriano, referente locale della Uil – Poi le amare sorprese. Non è semplice per noi far capire a queste persone che si tratta di promesse elettorali. Che non esistono moduli e che persino sul reddito di cittadinanza non c’è nessuna legge approvata».

Comunque

Frena Michele Sollecito, assessore alle politiche sociali del Comune di Giovinazzo. «Non c’è nessuna nuova frenesia per il reddito di cittadinanza proposto dai 5Stelle – sottolinea in una nota -, ma curiosità sì. E ieri e l’altro ieri la domanda dei richiedenti verteva sull’ipotetico futuro Reddito di Cittadinanza proposto dal Movimento. Ma nessun pugno sul tavolo o nessuna rivendicazione animata. Perché Giovinazzo non è una città di indolenti parassiti». E frena anche uno dei due coordinatori della Consulta dei Caf Massimo Bagnoli di Giovinazzo. Le richieste di moduli, spiega, sono un «fatto isolato». «Non ci risulta un fenomeno diffuso di richieste di reddito di cittadinanza ma questa notizia ci dice che i Caf sono un presidio per i cittadini. C’è stato invece un forte incremento delle richieste di Isee (l’indicatore della situazione economica) per ottenere il reddito di inclusione. A gennaio – conclude – l’aumento è stato del 30%».

Non una folla, non una follia per il reddito di cittadinanza. Non tutti sono impazziti: ma, al momento, abbiamo già una cinquantina di individui (di cui circa 5 confermati a Giovinazzo, il resto in provincia di Bari, e comunque non un numero clamorosamente alto, data la densità delle due città cui sommarsi alcuni richiedenti accertati in Basilicata e Sicilia che, dopo aver girato per i CAF, malcontenti, sono corsi in comune esigendo qualcosa che non potevano ammettere fosse un falso e che credevano fosse un diritto nascosto

A Bari come a Potenza, dopo la vittoria del Movimento 5 Stelle, nei centri di assistenza fiscale o presso gli sportelli dei sindacati è aumentato il flusso di persone perché in tanti stanno già chiedendo informazioni per poter accedere al Reddito di cittadinanza, la misura di sostegno annunciata in campagna elettorale da Luigi Di Maio. Nel capoluogo pugliese decine di cittadini si sono presentati allo sportello per il lavoro del Comune ”Porta Futuro’‘. Stessa situazione ai Servizi sociali dei Comuni della Città Metropolitana di Bari. E ciò non avviene solo in Puglia. A Potenza, ad esempio, già venti persone si sono recate allo sportello locale del Csp (Camera sindacale) della Uil.

”Confermo che anche in Basilicata stiamo ricevendo queste richieste presso i nostri uffici – dice all’AdnKronos Antonio Deoregi, della segreteria regionale Uil – da parte di cittadini che chiedono come funziona il reddito di cittadinanza. Capisco la loro aspettativa ma stiamo spiegando che questa misura non è ancora attiva e non sappiamo se si verificherà. Se dovesse avvenire, tanto meglio”.

A Potenza tale aumento di utenza si era già registrato per la verifica dell’Isee ai fini del Reddito di Inclusione del Governo ma in quel caso (inizio dicembre scorso) si trattava di una misura diventata operativa.

”Tra i richiedenti – aggiunge Deoregi – ci sono anche persone che già beneficiano del Reddito di inclusione. Ci sono anche beneficiari del reddito minimo di inserimento regionale che chiedono se è possibile passare al reddito di cittadinanza visto che le somme sono superiori”.

IL CASO GIOVINAZZO – “Vorrei innanzi tutto chiarire che Giovinazzo non è una città di disperati. Non vorrei che passasse questa idea. Sono venute 4 o 5 persone lunedì ai Servizi sociali, non ho idea di quanti possano essere andati al Caf”. Lo dice all’Adnkronos il sindaco di Giovinazzo, in provincia di Bari, Tommaso De Palma, a proposito delle richieste di moduli avanzate al Comune da parte di cittadini che volevano aderire alla misura del Reddito di cittadinanza.

Non un numero tale da suscitare allarme sociale, ma abbastanza per innescare discussioni in rete.

L’obiettivo dei griefers è quindi, ampiamente, stato raggiunto: il griefer non lavora sul numero, trae piacere dalla semplice conspevolezza di aver gettato qualcuno nel ridicolo, ed è riuscito ad oggi ad assicurarsi che una cinquantina di persone si rendessero ridicole al resto della popolazione Italiana, con patronati e sindacati costretti a tamponare la falla

Potrebbero anche fermarsi qui: ma non lo fanno.

Come ricorda NextQuotidiano, diverse pagine satiriche ed un paio di griefers hanno deciso di soffiare sul fuoco diffondendo una serie di improbabili modelli di richiesta, dal grottesco modulo NTGF, Non tengo Genio ‘e Faticà, “Non ho voglia di lavorare” in vernacolo, a suggestive e per questo più insidiose autocertificazioni, seguiti nuovamente da improbabili modelli studiati apposta per strappare una risata al lettore e aumentare il ridicolo di una situazione già sul filo della farsa.

Allora come adesso: non perdete la calma, e ricordate che CAF e Patronati sono il punto di accesso privilegiato per ottenere informazioni sullo stato del Welfare. Non pretendete quindi con arroganza prestazioni “di cui avete letto su Internet o visto in TV”: siete, in questo caso, solo oggetto del sollazzo dei griefers.

 

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