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PRECISAZIONI Petaloso: Accademia della Crusca approva – Bufale.net

Sta spopolando su Internet la storia del piccolo Matteo, linguista in erba a sua insaputa. Molto tenera, anzi, petalosa, peccato che nel Web i puristi della domenica si siano scatenati indignati, deformandola e sbraitando – per altro in maniera sgrammaticata – in difesa della lingua italiana e contro l’Accademia della Crusca, rea, secondo loro, di voler inserire questo neologismo nel vocabolario.

La scrittrice Sara Boero è stata tra le prime ad accorgersi di questa curiosa crociata anti-petaloso e dell’ansia da grammatica da parte di molti improbabili amici dell’Italiano, commentando in questo video alcuni esempi esilaranti.

No, la vicenda è ben diversa. Tutto comincia con il banale errore di un alunno, che viene corretto dalla maestra, Margherita Aurora. Siccome secondo lei si tratterebbe di un «errore bello» ha avuto l’idea di chiedere un parere alla massima istituzione competente.  Ovviamente, all’Accademia, non essendoci solo freddi accademici dal cuore di pietra, qualcuno si è preso la briga di rispondere – rivolgendosi direttamente al piccolo omonimo di Renzi (il Premier, come riporta anche il Corriere, ha twittato con l’hashtag #petaloso) – la redattrice della risposta a nome della Crusca, Maria Cristina Torchia, spiega al bambino che per quanto possa essere una parola carina, “petaloso” deve essere conosciuta da un gran numero di persone.

Benché l’Accademia abbia accolto con simpatia l’iniziativa di diffondere il neologismo su Internet, dovremmo aspettare un bel po’ di tempo perché il riconoscimento possa avvenire; una parola non è un brand, né una moda passeggera, deve essere realmente parte di una lingua e risultare utile in qualche modo a chi scrive.

Questo non per smontare il sogno di un bimbo (anche se non sappiamo fino a che punto finisce il banale errore di uno scolaro e comincia la fantasia linguistica della sua insegnante) quanto per evitare le solite polemiche da bar, spesso messe in piedi da persone, le quali per prime dovrebbero essere considerate una minaccia alla lingua, che loro stesse stuprano nello scrivere certi commenti. La storia è bella, piace tanto anche a noi, tanto più ch’è innocua. Non roviniamola.

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