PRECISAZIONI Paypal scrive a un’utente morta di cancro: «Il suo decesso viola le nostre regole» – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti un articolo targato Corriere della Sera
Lindsay Durdle ha combattuto contro il cancro per un anno e mezzo. Non ce l’ha fatta, ed è morta il 31 maggio all’età di 37 anni. Poco dopo, il marito Howard Durdle ha informato PayPal del decesso di una delle loro utenti, fornendo alla società di pagamenti online una copia del certificato di morte e i suoi documenti, come richiesto. Non è bastato, a quanto pare. Perché l’uomo ha ricevuto poi a casa, nel West Berkshire, in Gran Bretagna, una lettera — destinata a Lindsay — che iniziava con: «Importante: leggi questa comunicazione attentamente» e proseguiva con «Il suo decesso sta violando la condizione 15.4(c) del contratto con PayPal Credit». Un debito di 3.200 sterline.
Nel vorticoso mondo dell’informazione, questo articolo del 12 luglio ha visto molti aggiornamenti che è doveroso fornire.
Ma partiamo con ordine. Il dieci luglio Howard Durdle riceve una lettera da PayPal
Commentandola con un tono giustamente sorpreso:
Scusatemi per il linguaggio, ma tutto questo è fo**utamente assurdo. PayPal, che ho informato della morte di Lindsay tre settimane fa, le scrive una lettera per minacciare azioni legali a seguito di violazione di obbligo contrattuale per essere defunta. Ma che ca**o! Che razza di macchinario privo di empatia ha scritto tutto questo? Oh Signore mio…
Effettivamente, PayPal richiede che, in caso di decesso di un utente, i sopravviventi si preoccupino della chiusura del conto e di indicare la soluzione col quale vogliono rientrare in possesso di eventuali somme rimaste in conto: sebbene PayPal sia spesso usato come semplice intermediario per non rilasciare a operatori commerciali il proprio numero di carta di credito, di fatto PayPal è ormai un intermediario bancario propriamente detto, abilitato a ricevere, custodire e spendere somme in nome e per conto dell’utente finale.
Quindi, per la stessa logica per cui morto un individuo il suo conto corrente bancario diventa parte dell’asse ereditario, così accade per un conto PayPal.
E finché il conto PayPal è in attivo o vuoto, il problema è limitato: i sopravviventi indicano la soluzione con cui vogliono ricevere le somme custodite, oppure confermano di voler procedere alla rimozione con la cancellazione di ogni dato sensibile del de cuius e la storia finisce lì.
Il problema è che al livello di multinazional raggiunto da PayPal si tende a risolvere ogni singolo problema in modo meccanico ed automatizzato, e i computer sono esecutori stupidi, eccellenti nell’eseguire ordini, incapaci di prevedere casi limite.
Non tutti sanno infatti che, mentre in Italia (in regime di comunione dei beni, statisticamente il più probabile) ed alcuni stati Americani (ad esempio) accade il contrario non sempre, anzi raramente, un coniuge nel Regno Unito diviene automaticamente responsabile dei debiti contratti dal coniuge defunto, sia pur in costanza di matrimonio.
Non staremo qui a riepilogarvi le differenze tra le discipline del’asse ereditario nel resto del Pianeta e da noi: vi basti sapere che nel Regno Unito ed in alcuni altri stati Americani non vi sono né obblighi, né presunzioni legali o di alcun tipo, che portano il coniuge sopravvivente ad essere ritenuto responsabile del debito contratto dal coniuge defunto, sia pur in costanza di matrimonio, rendendo il massimo possibile dal sopravvivente il farsi amministratore delle proprietà riferibili al defunto e usare quelle, e quelle soltanto, per provvedere a saldo di eventuali debiti.
Evidentemente il sistema automatizzato di PayPal pensava di trovarsi di fronte ad uno di quei casi, o giurisdizioni, in cui il coniuge o erede viene considerato ope legis successore nel debito come nel credito del defunto, e quindi è partito automaticamente col recupero crediti.
Recupero crediti che è stato stralciato: come riferisce la BBC, il conto è stato chiuso, il debito cancellato e, dopo che Howard ha ricevuto le sue scuse, le attenzioni della compagnia si sono rivolte ai sistemi di controllo interni.
Si spera per migliorarli
PayPal have been in touch, have apologised sincerely and have promised to change whatever they need to internally to ensure this can’t happen again. I just hope more orgs can apply empathy and common sense to avoid hurting the recently bereaved. https://t.co/YyUsCVGNX8
— (@hdurdle) 10 luglio 2018
E come riferisce la vittima
Sono stato in contatto con PayPal: si sono scusati sinceramente ed hanno promesso di cambiare quello che devono per evitare che ciò accada di nuovo. Spero che altre compagnie possano applicare empatia e senso comune per evitare di aggiungere dolore a chi soffre
E speriamo che così accada.
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