Il 3 agosto 2015 il sito Retenews24 ha pubblicato un articolo dal titolo “Allarme dall’Asl in Italia: “Non toccate questa pianta. Provoca cecità e ustioni”“. Stesso testo pubblicato, sempre il 3 agosto 2015, anche dal sito Rimaneresempreinformati.blogspot.it. Riportiamo di seguito la prima parte:
Ha un aspetto elegante e un nome curioso, Heracleum mantegazzianum, tradotto Panace di Mantegazza, la pianta sfuggita alla coltura e così diffusa da divenire una delle principali specie invasive d’ Europa. Così temuta, per i danni che il contatto con il liquido interno può recare alla salute, che la Regione Lombardia ne ha fatto oggetto di un’ allerta a tutte le Asl. «Può crescere in altezza fino a 5 metri – spiegano i botanici del Museo di Storia Naturale di Milano, Gabriele Galasso ed Enrico Banfi, che hanno lavorato alla classificazione delle specie invasive promossa dal ministero dell’ Ambiente a livello nazionale -. La panace di Mantegazza fiorisce una sola volta nella sua vita e poi muore». Ma intanto fa danni. Venne importata come pianta ornamentale. Chi avrebbe immaginato che fosse un’ infestante e che il contatto con la pianta e poi l’ esposizione al sole potessero causare gravi fotodermatiti. Per la Panace di Mantegazza la Regione invita a usare gli stessi accorgimenti previsti per l’ ambrosia e che si sintetizzano in un verbo: eradicarla. La Lombardia è risultata essere la regione con il maggior numero di specie «aliene» e invasive. «Le prime sono 545 su un totale di 3.220 specie spontanee – aggiungono i due esperti, che hanno lavorato con la Regione per predisporre un database e un manuale botanico-applicativo -. A esse si sommano 84 specie invasive».
In realtà il testo è un copia incolla da un vecchio articolo del Corriere della Sera, datato 16 settembre 2010, dal titolo “Una nuova pianta allarma i botanici La Regione: «E’ dannosa, sradicatela»“. Il restante testo, che non vi abbiamo riportato, è un copia incolla da Wikipedia alla voce Heracleum mantegazzianum. Ci teniamo a riportarne comunque la spiegazione riguardo la pericolosità:
Cute e occhi: al tatto, in presenza o in seguito a radiazione solare diretta o raggi U.V., provoca gravi infiammazioni della pelle con estese lesioni bollose che possono lasciare cicatrici permanenti. A volte può essere necessario il ricovero in ospedale. Piccole quantità di linfa negli occhi possono causare cecità temporanea o anche permanente. Queste reazioni sono dovute alla presenza, nelle foglie, nei fiori, nei semi, nel tronco e nella radice di derivati furocumarinici che sono in grado di penetrare nel nucleo delle cellule epiteliali e legarsi al DNA uccidendo le cellule. In Germania, dove questa pianta costituisce una reale emergenza, nel 2003 ne sono state riportate 16.000 vittime. In questo stesso paese vengono spesi annualmente circa 44 milioni di euro per combattere le Specie Aliene Invasive tra cui il Pànace di Mantegazza
Essendo un copia incolla di articoli vecchi questo articolo poteva essere categorizzato come “Allarmismo” al limite della “Disinformazione”, ma c’è un dato di fatto: la pianta è tutt’ora presente in alcune zone d’Italia ed è davvero pericolosa se non si sta attenti.
Ecco un articolo di National Geographic del 2011, dove la cosiddetta “Panace di Mantegazzi” viene ritenuta una delle piante “aliene” più pericolose in Italia:
Origine: È una pianta che può raggiungere anche i due metri e mezzo di altezza. I fiori – di colore bianco – arrivano fino a 5 metri. Proviene dal Caucaso e cresce soprattutto in ambienti di montagna. Si è estesa a tutta l’Europa centrale e ad alcune parti dell’Europa settentrionale, compreso il Regno Unito e addirittura in alcune località dell’Islanda. È stata introdotta in Europa come pianta ornamentale. Pare che il “peccato originale” sia degli inglesi, che nel 1817 la piantarono ai Kew Botanic Gardens di Londra.
Effetti: È una pianta molto pericolosa per l’uomo. Produce una linfa che rende la nostra pelle più sensibile ai raggi ultravioletti. In poche parole, se la pelle e la linfa entrano in contatto la panace può causare ustioni anche mortali.
Dove si trova in Italia: È già presente nelle regioni alpine e subalpine: Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Valle d’Aosta, dove è già partito un programma di eradicazione, ma può crescere facilmente anche lungo i fiumi. Se non si interviene, si estenderà a buona parte del nostro paese. I costi di eradicazione sarebbero ancora contenuti.
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