Sta facendo grande scalpore in queste ore la notizia del censimento dei nomadi rilanciato dal Ministro degli Interni. Molte parole sono state spese, tra cui anche il perito parere del noto giornalista Enrico Mentana, e ulteriori precisazioni del ministro stesso.
A rinfocolare il tema, arriva un articolo del CorSera
Quando il «censimento» lo si faceva a sinistra. I toni contano (a partire da quel «purtroppo i rom italiani te li devi tenere a casa»), il contesto pure. Però, Matteo Salvini potrebbe dire che lui, quando parla di «censimento nei campi rom», ha soltanto preso un’idea della sinistra. Quella sociale e senza tentazioni sicuritarie di Pierfrancesco Majorino, assessore ai servizi sociali prima con Giuliano Pisapia e ora con Giuseppe Sala. Nel luglio 2012, in una nota intitolata «Sinti, Rom e Caminanti», un progetto teso a «includere le famiglie e i bambini, superando ogni forma di discriminazione e di negazione della dignità della persona umana» e a «contrastare forme di irregolarità e illegalità», Majorino e il collega Marco Granelli spiegano come «intervenire sulle forme di degrado e illegalità diffuse in città nelle aree destinate a campi regolari, contrastare gli insediamenti irregolari già presenti o di recente costruzione anche grazie alla messa in sicurezza delle aree libere attraverso un costante controllo del territorio».
Effettivamente, amore di verità porta a evidenziare la differenza dei toni, ed il fatto che mentre al momento la proposta del Ministero è un embrione, quindi soggetta ancora alla decisione di forme di attuazione, l’attività del 2012 è già compiuta e conclusa.
Siamo quindi al paragone, a parer nostro inefficace, tra qualcosa che è stato e qualcosa che non solo non è, ma potrebbe essere, in quanto mera potenzialità in fieri.
Ma anche così, l’esistenza del Report non è certo un mistero, e potrete leggerne una copia completa qui, sulla quale, rapido e impietoso, è arrivato Pierfrancesco Majorino, assessore sia adesso che ai tempi della Giunta Pisapia
“Salvini ci ha beccato. Dice che nel 2012 anche noi a Milano facevamo il censimento. Certo: per individuare i bambini presenti nei campi e farli andare a scuola. Cosa che continueremo a fare”. L’assessore rivendica che quel censimento fu fatto “per fare rispettare le regole nelle aree autorizzate. Cosa su cui si deve sempre insistere con intransigenza. Il che non c’entra nulla con un censimento globale per schedare la popolazione Rom su base etnica al di la’ di dove e come vivano le persone. Questo porta solo all’odio”.
Rivendicando, come riportato da Affari Italiani, la differenza tra quello che si palesa essere un sondaggio su una determinata etnia sul territorio italiano e quello che è un censimento di zone e comunità locali.
Differenza inesistente secondo Paolo Grimoldi, in quota Lega, che invece replica
“Il censimento dei Rom e dei Sinti è già stato fatto dalla sinistra, forse PD e LEU dovrebbero rinfrescarsi la memoria. Nel giugno 2006, quando al Governo nazionale c’era il centrosinistra di Prodi, la giunta di centrosinistra della Provincia diMilano, la giunta guidata da Filippo Penati, ha disposto un censimento degli insediamenti di Rom e Sinti presenti nel territorio provinciale di Milano. Nessuno degli allora DS, Margherita o Rifondazione a livello nazionale protestò contro questo censimento. Nel 2012 a Milano analogo censimento è stato fatto dalla giunta comunale di centrosinistra di Giuliano Pisapia. Dunque perché oggi sarebbe razzista o inquietante compiere un nuovo censimento e avere così dati aggiornati?”
Riteniamo il confronto impossibile finché il censimento non sarà incardinato in forme sufficientemente stabili per postularvi una qualsiasi analisi, ma al momento riportiamo entrambi i pareri, rilevando come il punto dolente sia la differenza tra un sondaggio per comunità locali ed un sondaggio per etnia.
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