In questi giorni c’è un gran parlare in merito allo scandalo emissioni. Tutti a puntare, correttamente, sulla colpevole Volkswagen, ma bisogna precisare che questo caso potrebbe riguardare molte altre case automobilistiche.
A scoprire la truffa furono dei ricercatori indipendenti della International Council on Clean Transportation (ICCT), i quali riscontrarono anomalie: mentre i test in laboratorio le emissioni erano nella norma, mentre i test su strada riportavano tutt’altro risultato.
Nel maggio del 2014 venne aperta un’inchiesta sulla Volkswagen in seguito ai test effettuati dalla ICCT, in cui la stessa casa automobilistica cercò più volte di replicare ponendo “rimedio” aggiornando i software delle proprie vetture americane. Aggiornamenti che, tuttavia, non risolsero il problema, tanto che nel 2015 le viene negata la certificazione per vendere negli Stati Uniti: solo allora la casa automobilistica tedesca ammise di aver progettato e installato un algoritmo che entrava in funzione quando i veicoli venivano messo sotto esame.
Quello della ICCT non fu l’unico studio. Ad occuparsene fu anche la Transport and environment (T&E) con la ricerca dal titolo “2014 Mind the Gap report: manipulation of fuel economy test results by carmakers“.
Bisognerebbe indagare anche sulle altre case automobilistiche, ma fatto sta che i test dalla Transport and environment (T&E) sono stati effettuati anche su automobili Citroen, Opel e BMW. Ecco l’articolo del 21 settembre 2015 dal sito della T&E dal titolo “VW’s cheating is just the tip of the iceberg“:
For example [*]: a diesel Audi A8 tested in Europe produced nitrogen oxide emissions 21.9 times over the legal limit on the road; a BMW X3 diesel was 9.9 times over the limit on the road; an Opal Zafira Tourer, 9.5 times; Citroen C4 Picasso 5.1 times. All these vehicles passed the laboratory test.
[*] Source: A compilation of data from respected testing authorities around Europe by Transport & Environment (T&E).
In pratica, i test su strada rilevarono che le emissioni di un’auto diesel Audi A8 erano 21,9 volte sopra il limite, in una diesel BMW X3 oltre 9,9 volte, una Opel Zafira Tourer oltre 9,5 volte e la Citroen C4 Picasso oltre 5,1 volte. Tutte avevano superato i test di laboratorio.
In un suo recente articolo, Paolo Attivissimo tratta l’argomento riportando quanto sostenuto dalla Electronic Frontier Foundation in merito alle ricerche indipendenti:
I fabbricanti di automobili dicono che è illegale che i ricercatori indipendenti esaminino il codice che controlla i veicoli senza il permesso dei costruttori. Abbiamo già spiegato che questo consente ai fabbricanti di impedire la concorrenza nei mercati delle tecnologie per accessori e riparazioni. Rende anche più difficile la ricerca di problemi di sicurezza da parte degli enti di tutela […]. L’incertezza legale creata dal Digital Millennium Copyright Act rende anche più facile per i costruttori nascondere illeciti intenzionali. Abbiamo chiesto […] un’esenzione al DMCA che renda chiaro che la ricerca indipendente sul software degli autoveicoli non viola le leggi sul copyright. Nell’opporsi a questa richiesta, i costruttori hanno affermato che se le persone avessero avuto acceso al codice, avrebbero violato le norme antinquinamento. Ma ora abbiamo appreso che secondo la Environmental Protection Agency [PDF] la Volkswagen aveva già programmato un’intera flotta di veicoli in modo da nascondere quanto inquinamento generavano, producendo un impatto reale e quantificabile sull’ambiente e sulla salute umana.
Essenziale l’invito di Paolo Attivissimo ai giornalisti:
Forza, giornalisti: invece di fare il copiaincolla dei comunicati stampa e le recensioncine all’acqua di rose, andate a chiedere alle altre case produttrici di dichiarare, nero su bianco, che non usano e non hanno mai usato trucchi software per barare sui test sulle emissioni. Vediamo un po’ cosa rispondono.
Certo, tanto che li aveva vietati nel 2007 con il regolamento Euro 6 (REGOLAMENTO (CE) N. 715/2007, articolo 5, comma 2):
2. L’uso di impianti di manipolazione che riducono l’efficacia di sistemi di controllo delle emissioni è vietato.
Da qui l’accusa al Governo tedesco di essere a conoscenza delle manipolazioni.
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