PRECISAZIONI La sinistra lancia l’allarme persino per il “cane fascista”

di Luca Mastinu |

bufala sindaco di lonigo
PRECISAZIONI La sinistra lancia l’allarme persino per il “cane fascista” Bufale.net

Il Giornale pubblica un articolo su un caso avvenuto a Monza dove Marco Lamperti, consigliere comunale PD, viene indicato come un esempio di una sinistra paranoide, in grado di accusare di apologia di fascismo anche un quadrupede, un pastore tedesco dell’unità cinofila.

Il consigliere piddino ha notato che nella determina dell’Ufficio sicurezza del Comune si fa riferimento al cane come «Narco della Decima Mas», nome che rievoca la divisione speciale della Repubblica Sociale Italiana. Per il piddino, un pedigree inaccettabile, «forse non tutti sanno o si ricordano cosa ha rappresentato» ha tuonato in aula Lamberti presentando un’interrogazione alla giunta sul cane fascista in dotazione ai vigili.

La chiave di lettura offerta dal Giornale e conseguentemente da diversi utenti social ha creato il fenomeno dello shitstorm. Si è trattato, in effetti, di un’interrogazione rivolta alla Giunta (Il Fatto Quotidiano) da parte di Lamperti, che però non ha tacciato di fascismo il cane Narco, bensì ha chiesto spiegazioni sul nome “Narco della Decima Mas”.

Come riportano i Giovani Democratici di Monza e Brianza, presenti durante il Consiglio Comunale, Marco Lamperti ha spiegato:

Ho semplicemente richiesto un’attenzione maggiore dato che mi è parso inopportuno che venisse riportato su una determina del Comune di Monza il nome X MAS, di cui non sto a ricordare gli orrori del periodo nazifascista. Se un allevatore di cani abbia deciso di chiamare così il suo stabilimento, tra l’altro uno dei migliori in Italia, è libero certamente di farlo, che un Comune vada a fruire dei servizi di questo allevamento mi lascia delle perplessità ma comprendo che si puntasse alla qualità e non al nome e comprendo anche che le determine vengono redatte dai dirigenti in maniera meccanica rispettando le regole, senza opinioni politiche e senza coinvolgere la giunta e infatti posso comprendere che possa essere sfuggita la cosa, il mio era un suggerimento non una polemica. Mi ha stupito la risposta dell’Assessore e la polemica scaturita poi come se citare la X MAS in una determina fosse assolutamente normale. Non sono un fanatico delle leggi illiberali che con il codice penale vanno a colpire pensieri fascisti perché io sono convito che queste cose si combattano dal punto di vista culturale però l’opportunità di non scrivere una cosa del genere c’era. Si è montata una polemica sterile e ridicola, questo è stato un semplice scivolone e bastava chiedere scusa. Non penso che questa giunta sia fascista ma ritengo sia molto superficiale nel trattare temi invece che hanno bisogno di una certa serietà.

Difatti, a rispondere alla richiesta di chiarimenti di Lamperti è stato l’Assessore alla Sicurezza Federico Arena, come emerge dal video pubblicato sul suo profilo Facebook:

 

Ho un goniometro e abbiamo verificato che l’ampiezza dell’angolo prodotto da Narco quando dà la zampa non è paragonabile a un saluto romano e nella sua cuccia non ci sono busti di Mussolini. Quello è semplicemente il nome di pedigree riconosciuto dall’Ente nazionale cinofilo ed è un nome che hanno tanti altri cani poliziotto in Italia dato che l’allevamento addestra animali per questo tipo di attività. Narco non è un pericoloso fascista.

In tutte le testate nazionali si scrive, inoltre, che Della X Mas è riferito all’allevamento dal quale il cane Narco proviene, il Decima Mas, appunto, con sede ad Agugliano (Ancona). Daniele Barbanera, uno dei responsabili, spiega a Repubblica che già in due episodi precedenti il nome dell’allevamento aveva causato problemi. Il nome dell’allevamento – spiega – rende tributo a un suo parente che in passato apparteneva al Battaglione San Marco che lavorava a stretto contatto con la Decima Mas. La Decima Mas, ricordiamo, era un corpo militare indipendente della Repubblica Sociale Italiana. Le perplessità di Lamperti, in sostanza, nascono dal nome dell’allevamento di provenienza del cane, e di certo il consigliere non ha tacciato di fascismo il quadrupede adottato dall’unità cinofila.

Ancora, lo stesso Lamperti spiega nel suo profilo che la sua contestazione era indirizzata esclusivamente al contenuto della determina comparsa sul quotidiano Il Cittadino il 23 agosto 2018. Vi rimandiamo alle sue parole:

[… ] quando ho letto l’articolo de Il Cittadino di questo agosto che aveva scovato la determina che andava a definire l’utilizzo dell’unità cinofila antidroga sono rimasto un po’ sconcertato.
Al povero cane infatti avevano dato il meraviglioso nome di “Narco della X MAS”.
“Della X MAS” viene dal nome del suo allevamento, che pare essere uno dei migliori del Paese, ma che forse non meriterebbe le attenzioni delle istituzioni, visto questo tono vagamente nostalgico.

Comprendo ci si volesse avvalere del miglior centro di addestramento, ma se proprio non si poteva rinunciare a quel povero cane si sarebbe potuto evitare di menzionare in un documento pubblico il nome per esteso di un’organizzazione militare che si rese protagonista dopo l’8 settembre di mostruosi delitti. Quanto meno per rispetto nei confronti delle vittime.

Facciamo notare, quindi, che Lamperti non ha accusato il cane di essere fascista, come vuole far intendere il titolo usato da Il Giornale. Contestava, piuttosto, la scelta di menzionare in un documento pubblico il nome della Decima Mas, pur trattandosi della denominazione di un allevamento per cani. Lo ricorda Il Cittadino MB:

L’articolo del 23 agosto

Parliamo di precisazioni, dunque, per specificare che Lamperti contestava la menzione Della Decima Mas nella determina pubblicata ad agosto e riportata da Il Cittadino MB. Non tacciava di fascismo il cane Narco, si trattava semplicemente di un’interrogazione rivolta alla Giunta.

 

 

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