PRECISAZIONI La presunta truffa delle raccomandate croate con la multa da 250 euro – Bufale.net
Nell’ultima settimana ci son state alcune richieste in merito a delle presunte raccomandate provenienti dalla Croazia riportanti una multa da 250 euro da pagare assolutamente, pena “conseguenze gravi”. La cosa “buffa” è che la raccomandata sarebbe arrivata anche a persone che non hanno mai messo piede in Croazia.
Riportiamo di seguito un esempio della raccomandata ricevuta a Vasto (Abruzzo) e pubblicata da Il Centro il 12 novembre 2015:
Ecco quanto riportato da Il Centro:
Le contestazioni delle presunte soste a pagamento risalgono a tre anni fa ma curiosamente non sono arrivate le multe. Nella raccomandata ricevuta dalle due vittime vastesi, però, è specificato che le multe dovevano essere pagate entro soli 8 giorni, su un conto corrente domiciliato in Italia e intestato a un avvocato croato. Il notaio e l’avvocato citati nelle ingiunzioni sono iscritti ai rispettivi ordini. La procedura è comunque illegittima, poiché i notai croati possono emettere tali atti solo nei confronti dei residenti. Le forze dell’ordine invitano i cittadini che dovessero ricevere le cartelle “pazze” dall’Est a segnalare il fatto alle autorità competenti e di fare opposizione al decreto anche in lingua italiana.
Di recente ne hanno parlato siti come Il Giornale e Il Giorno, i quali hanno ricevuto una richiesta di rettifica che hanno successivamente pubblicato nei loro stessi articoli. La comunicazione è arrivata direttamente dai legali croati:
“Non è mai stato posto in essere da parte alcun intento fraudolento. Il fatto che si siano verificati degli erronei invii (dovuti ad errori di trascrizione da parte dei dipendenti accertatori della mandante o ad errate trasmissioni della stessa) non giustifica il contenuto dell’articolo. Lo studio si è sempre premurato di verificare le contestazioni che ci sono pervenute e in caso di fondatezza delle stesse di rinunciare all’azione esecutiva. Non vi è traccia, anzi il contrario, che vi sia stata alcuna condotta integrante l’elemento soggettivo del dolo”.
Anche Federconsumatori FVG si era occupato del caso, per voce di Barbara Puschiasis. Riportiamo parte dell’articolo pubblicato dal Messaggero Veneto:
«Poichè i cittadini che si sono rivolti a noi ci riferiscono che mai si sono recati in Croazia nel periodo contestato, l’atto di ingiunzione risulta assolutamente illegittimo e infondato» osserva la presidente di Federconsumatori.
Qualche mese fa le società concessionarie di alcuni parcheggi dei centri croati, tra i quali Pola, Abbazia, Zara e Dubrovnik, avevano avviato un’azione di recupero crediti nei confronti di migliaia di italiani per mancato pagamento dei ticket dei parcheggi. Azioni legittime, se riguardanti persone che in Croazia c’erano state.
In questo caso, però, la genesi del provvedimento era ben diversa.
Probabilmente, queste non sono che le prime lettere notificate. Altre ne arriveranno. Federconsumatori si sta attrezzando per tutelare i cittadini che, come spiega l’avvocato Puschiasis, hanno diverse possibilità: «Possono decidere di pagare, oppure opporsi promuovendo una procedura in Croazia che chiaramente ha costi ben superiori rispetto al valore della sanzione e, oltretutto, deve essere proposta entro otto giorni dalla notifica del provvedimento. Chi se la sente può semplicemente ignorare l’ingiunzione.
«In alternativa – informa l’avvocato di Federconsumatori – chi decide di non pagare può presentare alle forze dell’ordine una denuncia, spiegando che nella data contestata dalla multa si trovava altrove, possibilmente producendo anche la dichiarazione di un testimone affinché venga avviato un procedimento volto ad accertare se nel caso si può configurare un reato».
La risposta a Il Giornale è decisamente più lunga ed articolata, la potete leggere per intero nella terza pagina di questo articolo. Ne riportiamo una parte utile a spiegare il possibile errore commesso in Croazia:
Per ciò’ che attiene poi al fatto che ci siano stati degli errori di trascrizione o comunque che le società nostre mandanti ci abbiano inviato alcuni dati errati per cui, ingiustamente ma incolpevolmente da parte nostra, sono stati intimati soggetti che mai erano stati in Croazia, dobbiamo ammettere che il problema si è presentato. Ovviamente, prevedendo che all’invio di migliaia di Decreti di Esecuzione in tutta Europa potesse esserci una fisiologica quantità’ di errori/problematiche (soprattutto per gli inadempimenti più risalenti) abbiamo messo a disposizione e segnalato nel plico inviato ai debitori un indirizzo mail ed un n. di telefono al quale poter spiegare (ad una nostra dipendente che parla in lingua italiana) la problematica e, previa verifica sui dati originali degli accertamenti effettuati dalle società nostre mandanti, provvedere all’immediato annullamento del decreto da parte nostra.
L’articolo segue con i diversi capitoli:
- La rettifica pubblicata su Il Giornale
- La risposta di Aduc del marzo 2015
- Conclusioni e consigli
- Aggiornamento: il post Facebook della Polizia Postale
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