La misteriosa morte degli escursionisti avventuratisi nel Passo di Dyatlov nell’allora Unione Sovietica fornisce da sempre spunti importanti per l’ufologia. Tutto avvenne nel 1959, quando un gruppo di dieci escursionisti parte attraverso un passo degli Urali il cui nome tradotto in italiano significa Montagna dei Morti.
Da questa escursione non tornerà indietro nessuno. Solo uno di loro si salva, perché per motivi di salute non poté partecipare. Cinque vengono trovati nudi fuori dall’accampamento, le loro tende ridotte a brandelli, gli altri quattro corpi saranno trovati mesi dopo, dentro una gola. Sono tante le ipotesi riguardo la loro morte, per la maggior parte fantasiose. Sulla vicenda è stato anche realizzato un film horror, Devil’s Pass (2013), per non parlare delle pubblicazioni a riguardo.
Gli aspetti strani non mancano: Vestiti strappati, fratture, accampamento distrutto, pelle brunacea, permanenza di orme dopo mesi nonostante diverse nevicate. Vengono scomodati gli alieni o in alternativa misteriosi esperimenti militari. Se prendiamo questi elementi singolarmente, si rivelano del tutto banali, stando al parere degli esperti, per esempio, altri alpinisti.
Esiste una fase dell’ipotermia che porta chi ne è affetto a credere di morire dal caldo, di conseguenza le vittime cercano di liberarsi freneticamente degli abiti, strappandoseli letteralmente di dosso, il fenomeno è noto come undressing paradossale; le impronte dopo delle nevicate si sono sempre osservate anche in eventi normalissimi, dipende molto dalle condizioni atmosferiche e dai venti; anche lo strano colore della pelle è tipico dei corpi che si decompongono in quelle condizioni.
La vicenda è stata presa in esame sul portale di debunking Skeptoid, dove vengono approfonditi i punti elencati, fornendo una ricostruzione plausibile, basata sugli indizi raccolti sui luoghi del ritrovamento.
In sostanza, nella notte tra il Primo ed il 2 febbraio qualcosa porta i malcapitati a credere di essere in pericolo, fuggono così dalla tenda. Resisi conto di trovarsi in condizioni di temperatura proibitive, sprovvisti di attrezzatura e abiti adeguati accendono un fuoco e alcuni decidono di tornare al campo base, si perdono e muoiono di ipotermia. Gli altri prendono i vestiti dei compagni morti, ma precipitano in un burrone e muoiono a loro volta. Gli altri danni sono facilmente spiegabili con intemperie e animali selvatici, uno degli indizi che lo provano è la mancanza della lingua in una delle vittime.
Cosa li avrebbe terrorizzati? Non lo sapremo mai con certezza. Forse l’eco di una valanga oppure il movimento della stessa. Non esistono prove di avvistamenti UFO o attività militari nella zona, per quanto una ricostruzione “alternativa” in questo senso richieda salti carpiati notevoli, molto macchinosi, rispetto alla ricostruzione qui esposta. Per gli stomaci più temerari, su Mistero Risolto trovate le foto dei corpi così come sono stati ritrovati ed altri riferimenti di comparazione.
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