In data 15 novembre 2016, il sito DirettaNews (che ricordiamo essere presente nella nostra Lista nera del web in quanto sito clickbait) pubblica questo articolo:
Arriva una notizia davvero meravigliosa dal mondo medico. Una tecnica innovativa, che si chiama “termoablazione mediante microonde” che permette di dissolvere un tumore, comprese le forme metastatiche, ai reni, ai polmoni, al fegato, alla tiroide e alle ossa in un’unica seduta. Il paziente viene sedato e senza sentire alcun dolore e in pochi minuti, grazie ad un ago incandescente, viene curato. Il nuovo metodo è arrivato oggi all’Ospedale di Chioggia ed è servito a curare un 65enne da una grave lesione metastatica epatica. L’intervento è durato circa 10 minuti e si è svolto nelle nuove sale operatorie di day surgery. L’uomo già in serata potrà tornate a casa con una ferita di appena 2 millimetri senza neppure sutura.
Il primario di Chirurgia Salvatore Ramuscello e il responsabile del servizio di ecografia interventistica Mario Della Loggia in merito alla novità si sono così espressi: “La termoablazione mediante microonde è un nuovissimo trattamento che necessita di un generatore di microonde e di un terminale chiamato antenna che, mediante guida ecografica, viene inserita direttamente nella lesione. L’antenna, attraverso un aumento di temperatura rapido, controllato e localizzato, provoca la distruzione del tessuto malato con la massima precisione. Rispetto a ieri possiamo intervenire in maniera mininvasiva, con una piccola incisione di 2-3 millimetri, su tumori importanti e calibrare il tipo di cura a seconda della neoplasia: si agisce localmente, delimitando e colpendo solo l’area interessata dalla malattia. Persino l’intensità di calore e la durata dell’intervento viene misurata in base alla grandezza del tumore da distruggere. In questo modo evitiamo l’asportazione chirurgica, rendendo possibile il trattamento anche su pazienti pluripatologici, quindi inoperabili e fragili, con tempi di ricovero più brevi e una migliore ripresa funzionale dei pazienti stessi”. Speriamo che tutto questo possa aprire una nuova strada per la medicina, che porti finalmente alla cura di uno dei peggiori mali del XXI secolo. Solo qualche giorno siamo stati costretti a raccontarvi l’ennesimo decesso dovuto al cancro. La storia di un bambino, Filippo Graziani, 7 anni, strappato alla vita da un tumore che aveva colpito tutto il suo sistema nervoso.
Ora, del caso se ne sono già occupati i colleghi di BUTAC, e vi invitiamo a leggere anche il loro articolo per approfondimenti. Qui riassumeremo tutte le precisazioni del caso, per smorzare un po’ il sensazionalismo che si è creato attorno alla vicenda.
Anzitutto, la termoablazione non è nulla di nuovo in Italia, ma lo è per l’ospedale di Chioggia, che è stato “subissato di richieste”, stando a quanto riporta l’articolo uscito su Il Gazzettino sempre in data 15 novembre (e che comunque conferma la veridicità della notizia). Per maggiori informazioni, lo stesso sito dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) indica la termoablazione come possibile cura per le metastasi al fegato, forma tumorale di cui soffriva il paziente di cui si parla nell’articolo.
In secondo luogo, esistono molteplici tipi di tumore, e ancora non esiste una cura universale per tutti: la termoablazione (citiamo di nuovo Il Gazzettino)
permette di sciogliere il tumore (e anche le forme metastatiche) al fegato, ai reni, ai polmoni, alla tiroide e alle ossa
che purtroppo non rappresentano tutte le forme di tumore possibili.
Terzo e ultimo punto: non serve chiamare ospedali e unità sanitarie locali e non serve subissare di chiamate l’ospedale di Chioggia, se avete delle lesioni trattabili con l’ablazione sarà direttamente il vostro oncologo a prescriverla.
Ciò detto, siamo ovviamente contenti che esista un trattamento rapido e non invasivo per curare alcune forme di tumore, e che tale trattamento sia approdato per la prima volta in un altro ospedale in Italia. Solo, non aspettatevi miracoli o la cura definitiva per ogni tipo di tumore.
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