Grande risonanza per una notizia che sta girando su moltissimi siti italiani, e che riporta una pesante accusa diretta all’azienda Ferrero: secondo l’associazione non profit Foodwatch, infatti, le barrette di cioccolato Kinder contengono degli oli minerali potenzialmente cancerogeni. Tra le varie testate che hanno diffuso la notizia in forme diverse troviamo Fanpage e Huffington post (citato qui di seguito):
“Le barrette Kinder contengono cioccolato potenzialmente cancerogeno. E’ pesante l’accusa lanciata da una associazione tedesca specializzata nei test sugli alimenti, Foodwatch, contro la Ferrero.
Foodwatch ha analizzato svariati snack per bambini e nelle celebri barrette di cioccolato Kinder ha trovato un livello “pericoloso” di oli minerali a base di idrocarburi saturi (Moah) considerati dall’Agenzia europea per gli alimenti (Efsa) dannosi per la salute in quanto potenzialmente cancerogeni e in grado di provocare mutazioni genetiche.
Ma le accuse non si fermano qui. I responsabili di Foodwatch scrivono in un comunicato di aver contattato la Ferrero per chiedere di ritirare le barrette dal mercato, ma l’azienda si sarebbe rifiutata spiegando che le merendine non sarebbero affatto nocive per i bambini. “Invece di ritirare gli snack dagli scaffali e allertare i consumatori, dicono che tutto è fatto in base alle leggi”, denuncia Johannes Heeg di Foodwatch.
Nei giorni scorsi l’associazione tedesca dei produttori di cibo confezionato ha spiegato in una nota che la concentrazione di oli minerali aromatici nelle merendine analizzate rimane nella norma e che non esiste alcun pericolo per chi consuma le barrette Kinder e gli altri due prodotti messi al bando da Foodwatch: i cioccolatini della Lindt alle nocciole “Fioretto” e “Sun Rice”, un biscotto al cioccolato della tedesca Rübezahl.
Gli oli minerali a base di idrocarburi saturi (Moah), insieme ai Mosh, provengono spesso dagli imballaggi e dalle confezioni di cartone riciclato, ma anche dagli agenti antiaderenti utilizzati nei prodotti industriali da forno come i dolci.”
Qualche precisazione.
Foodwatch è un’organizzazione non profit che si occupa di denunciare pratiche nell’industria agroalimentare considerate contrarie agli interessi del consumatore, ed è stata fondata nel 2002 dall’ex direttore di Greenpeace International Thilo Bode. La denuncia in questo caso ha come base lo studio dell’EFSA (European Food Safety Authority) dal titolo “Scientific Opinion on Mineral Oil Hydrocarbons in Food” che ha analizzato diversi prodotti alimentari per rilevare la presenza e valutare la pericolosità di idrocarburi degli oli minerali (MOH), divisi in due gruppi: i MOSH (idrocarburi degli oli minerali saturi) e MOAH (idrocarburi degli oli minerali aromatici). L’EFSA riporta:
“L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico sull’esposizione umana attraverso l’alimentazione a un gruppo diversificato di miscele note come “idrocarburi degli oli minerali” (MOH). L’impatto potenziale degli MOH sulla salute umana è molto vario: i cosiddetti MOH “aromatici” possono agire da cancerogeni genotossici (vale a dire, possono danneggiare il DNA, il materiale genetico delle cellule, nonché provocare il cancro) mentre alcuni MOH “saturi” possono accumularsi nei tessuti umani e provocare effetti avversi sul fegato. Il parere individua alcune potenziali preoccupazioni in relazione all’esposizione ai MOH tramite gli alimenti. Gli esperti dell’EFSA, però, sottolineano la presenza di diverse incertezze riguardo alla composizione chimica delle miscele di MOH a cui gli esseri umani sono esposti e riguardo alla molteplicità delle fonti di esposizione umana. Inoltre, sulla base di nuove informazioni sulla mancanza di pertinenza dal punto di vista tossicologico per gli esseri umani di precedenti studi sugli animali, le dosi giornaliere ammissibili (DGA) temporanee di alcuni MOH ‘saturi’ presenti in specifici prodotti alimentari giustificano una revisione.
I MOH comprendono un gruppo diversificato di miscele di idrocarburi contenenti migliaia di composti chimici di strutture e dimensioni diverse, derivati principalmente da petrolio greggio ma anche sintetizzati da carbone, gas naturale e biomassa. […] Esistono numerose possibili fonti di MOH nel cibo: principalmente materiali per il confezionamento degli alimenti, additivi alimentari, coadiuvanti tecnologici e contaminanti ambientali come i lubrificanti.
Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM) ha individuato due tipi principali di MOH di interesse per la sicurezza alimentare: gli idrocarburi saturi e quelli aromatici. Il gruppo CONTAM ha condotto una valutazione dell’esposizione dei consumatori ai MOH, compresa la presenza di fondo o di basso livello negli alimenti. Dai dati disponibili, bassi livelli di MOH saturi erano presenti in tutti i gruppi di alimenti esaminati, mentre alti livelli sono stati trovati a volte in “pane e panini” e “cereali per il consumo umano” a causa del loro uso, rispettivamente, come agenti di distacco/antiaderenti e agenti spray usati per rendere lucidi i cereali. La presenza di MOH sia saturi sia aromatici (anche se per i secondi i dati sono più limitati) negli alimenti secchi, inclusi dessert a base di miscele tipo “budino” e pasta, può essere parzialmente attribuita all’uso di confezioni con carta e/o cartone riciclati. L’esposizione a MOH saturi attraverso l’alimentazione era più alta tra i consumatori più giovani rispetto ad adulti e anziani.
In relazione ai rischi associati all’esposizione ai MOH negli alimenti, il gruppo di esperti scientifici CONTAM è giunto alla conclusione che ci potrebbe essere un potenziale motivo di preoccupazione per alcuni consumatori. In particolare i consumatori che sono fedeli a un marchio o che acquistano spesso lo stesso prodotto alimentare nello stesso negozio possono essere esposti regolarmente ad alimenti con livelli di MOH più elevati.
Sebbene stabilire nuovi valori guida di riferimento per l’esposizione umana ai MOH usati come additivi alimentari non rientrasse nell’ambito di questo parere, il gruppo di esperti scientifici CONTAM è giunto alla conclusione che il parere fornisce una base adatta alla revisione della DGA temporanea di gruppo di alcuni MOH a bassa e media viscosità destinati all’uso negli alimenti. Questi prodotti MOH furono valutati dal disciolto comitato scientifico dell’alimentazione umana (SCF) e dal comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) e sono attualmente in fase di revisione da parte del JECFA. Recenti informazioni analizzate per questo parere indicavano che l’accumulo di MOH saturi nei linfonodi riscontrato negli intestini di animali di laboratorio è meno pertinente per la salute umana di quanto si ritenesse al tempo in cui fu fissata questa DGA temporanea di gruppo. Il gruppo di esperti CONTAM considera la revisione della DGA per la MOH ad alta viscosità di bassa priorità.
Per quanto riguarda il rischio associato all’esposizione ai MOH aromatici, che sono sia genotossici sia cancerogeni, il gruppo di esperti scientifici CONTAM non è stato in grado di esprimersi in termini quantitativi a causa delle insufficienti informazioni sia sull’esposizione sia sulla tossicologia. Alla luce delle proprietà cancerogene di questo tipo di MOH il gruppo ha considerato l’esposizione allo stesso come una potenziale preoccupazione.”
I risultati di questa ricerca, pubblicata il 6 giugno 2012, sono stati aggiornati il 23 agosto 2013 con la seguente nota, che conferma sostanzialmente i risultati dello studio precedente: “Changes have been made to harmonise the name of the protein α2u-globulin. A sentence in Section 7.2.2.1 on the occurrence of liver and mesenteric lymph node microgranulomas was corrected to better reflect the toxicological dataset for food grade mineral oil hydrocarbons. A correction in the NOAEL for low and intermediate melting point waxes was made in Section 7.5.1. An EFSA staff member was included in the acknowledgements section. The changes do not affect the overall conclusions of the opinion. To avoid confusion, the original version of the opinion has been removed from the website, but is available on request, as is a version showing all the changes made.”
Il problema sarebbe anche negli imballaggi dei prodotti dolciari realizzati con carta riciclata: problema facilmente risolvibile mediante l’utilizzo di un ulteriore imballaggio di sicurezza fra quello riciclato e il prodotto, ad esempio. (“A significant source of dietary exposure to MOH may be contamination of food by the use of recycled paperboard as packaging material. It can be effectively prevented by the inclusion of functional barriers into the packaging assembly. Other measures may include segregation of recovery fibre sources intended for recycling and the increasing of the recyclability of food packages by avoiding the use of materials and substances with MOH in the production of food packages”, sempre dallo studio aggiornato EFSA).
Foodwatch ha quindi fatto analizzare 20 prodotti tra cioccolate, barrette di cereali e patatine (tra cui le incriminate barrette kinder, ma anche cioccolate Lindt – giudicate sempre nocive) e ha segnalato che i livelli di MOSH e MOAH sarebbero allarmanti.
Ma le aziende lavorano seguendo le normative europee, e la Ferrero ha risposto su Il Sole 24 Ore che sta già provvedendo a minimizzare i rischi per la salute. In ogni caso, le aziende “incriminate” stanno seguendo i protocolli e sono state difese dalla Bdsi, Federazione tedesca del comparto dolciario.
Sulla stessa pagina FB di Foodwatch, nei commenti dedicati alla notizia l’organizzazione precisa che le aziende non hanno commesso alcun tipo di reato, e che la responsabilità sta quindi a monte (nella politica):
“Die Hersteller machen sich nicht strafbar – denn bisher gibt es nicht einmal Grenzwerte für die Verunreinigung mit Mineralölen! Das Problem ist zwar seit Jahren bekannt, aber die Politik macht NICHTS!”
Quindi, il problema c’è ma le conseguenze certe e i quantitativi effettivamente pericolosi non sono ancora del tutto chiari agli esperti, che hanno consigliato prudenza e una rivalutazione dei parametri alla luce dei più recenti studi. I MOH arrivano al prodotto tramite contaminazione da imballaggio o altri interventi esterni: il prodotto in sé non è cancerogeno. Le aziende citate si stanno comunque muovendo in tutta legalità rispettando le normative attuali (o sarebbero già state costrette a ritirare i prodotti dal commercio). La stessa Foodwatch ha ammesso che non si tratta di un problema delle aziende in sé ma delle politiche che dovrebbero essere aggiornate.
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