PRECISAZIONI Il capogruppo M5S al sindaco: “Devi togliermi questa multa” – bufale.net
Ci segnalano il seguente articolo, targato Il Giornale, del quale riportiamo estratto:
Come si legge sul Gazzettino, infatti, il capogruppo stellato al Consiglio regionale veneto è stato beccato mentre sfrecciava sulla Romea tra Rosara e Codevigo, nel Padovano, a 113 chilometri orari. Peccato che il limite su quel tratto sia di 90 chilometri orari.
Anziché pagare la multa Scarabel ha contestato il regolare funzionamento dell’autovelox e ha chiesto che gli venisse tolta la contravvenzione.
La reazione del capogruppo è stata altrettanto decisa e netta quanto quella della stampa nazionale:
Riguardo agli articoli apparsi in questi giorni, fornirò tutte le spiegazioni nel più breve tempo possibile, ma la gravità dei fatti riportati non può essere risolta via social. Pertanto mi riservo, se del caso, di procedere per vie legali al fine di tutelare la mia persona, indipendentemente dal moVimento 5 stelle.
Quindi, riteniamo anche noi attendere le vie legali, e vi consigliamo di fare lo stesso, prima di ogni pronunciamento definitivo, ma nel frattempo possiamo usare le stesse parole degli interpreti della vicenda, che oppone da un lato il capogruppo del M5S in Consiglio regionale del Veneto, Simone Scarabel, e dall’altro una inedita coalizione della stampa nazionale e del “popolo della Rete”, da sempre poco incline a concedere il beneficio del dubbio ai suoi rappresentanti istituzionali.
Come riporta l’ANSA, la vicenda comincia dalla notifica, ai primi del mese, di un verbale per eccesso di velocità, che lo Scarabel, come capita sovente ad ogni cittadino convinto che non ricorrano gli estremi per il pagamento di una multa, contesta a mezzo legale con le seguenti parole:
Ho preso una multa all’autovelox e come ogni normale cittadino che abbia dubbi sulla regolarità della stessa, ho fatto ricorso.
Ed ecco che anche per qualcosa di normale, partono gli attacchi. Perché ogni motivo è buono per attaccare i 5 Stelle. Qualcuno mi ha detto che si è insinuato perfino che io abbia usato la carta intestata della Regione per fare ricorso. Magari per usare la mia posizione per ottenere un parere favorevole. ALLEGO LA FOTO DEL MIO RICORSO, che come vedete è stato fatto dal mio Avvocato, quindi sulla SUA carta e non su quella della Regione.
Quindi respingo anche questo fango e, come farebbe Wikilieaks, ovvero il sano giornalismo, pubblico i documenti.
Ovviamente ho cancellato per privacy i dati personali dell’avvocato e l’indirizzo di casa mia.
Ho deciso di fare questo ricorso perché nella nostra esperienza ci siamo resi conto di una TRUFFA ENORME a danno dei cittadini da parte dello Stato.
Le multe sono valide quando c’è l’omologazione e la taratura degli apparecchi. Altrimeni no. Anch’io nel mio piccolo lavorando per più di 5 anni in un laboratorio di analisi so che gli strumenti devono essere tarati per certificare il valore misurato.Quella contro gli autovelox o T-red irregolari è una battaglia del M5S che è stata portata avanti sia alla Camera che al Senato dai nostri parlamentari, ma finora li hanno fermati perché non sussisteva un interesse diretto.
Per questo, appena ho avuto l’interesse diretto (che tradotto dal linguaggio giuridico significa: appena sono stato io stesso coinvolto da una multa all’autovelox), ho fatto il mio dovere di portavoce dei cittadini eletto nelle istituzioni: ho proceduto a richiedere i documenti (come può fare qualsiasi cittadino se, appunto, ne ha motivo) per verificare la regolarità dell’apparecchio.
Voglio inoltre dimostrare come i soldi ricavati dalle contravvenzioni non vanno a finire in sicurezza stradale, ma finiscono nel calderone del bilancio ristorando le casse comunali messe in ginocchio dai tagli continui. Ma allora sono multe o tasse indirette?
Io ho fatto il mio lavoro di portavoce ed ho esercitato, a parte, un mio diritto di cittadino.
Spero il sindaco del comune di Codevigo non sia offeso per la mia richiesta di trasparenza e spero che non abbia nulla da temere. Alla prima occasione lo andrò a trovare.
Se nel frattempo volesse produrre la documentazione richiesta, lo ringrazio.
E sin qui, oggettivamente, niente di strano. Il cittadino che riceve una multa può, in proprio o mediante legale (meglio sarebbe comunque mediante un legale esperto), ricorrendone i presupposti, impugnare.
Nel frattempo, sempre riferisce ANSA, il portavoce decide di pagare la multa, certo della soccombenza processuale dell’amministrazione.
Il quotidiano il Messaggero però, nel dichiarare l’esistenza di un ricorso in autotutela vergato su carta intestata coi loghi del MoVimento, esibisce invece una richiesta di accesso agli atti presentata sulle stesse modalità.
La dichiarazione dell’esistenza del primo modello, e l’esibizione del secondo hanno scatenato le ire della Rete, per il solo fatto di recare l’intestazione predetta.
Fondate? Non fondate?
Non sta certo a noi dirlo.
Possiamo comunque ricordare come entrambi gli istituti facciano parte delle facoltà di un cittadino: sostanzialmente, datosi che un’Amministrazione può sempre revocare un provvedimento da lei emesso riconoscendo un iniziale errore (il “Ricorso in autotutela”, dove il cittadino segnala l’errore chiedendo all’Amministrazione di riconoscere il fallo “gentilmente” e revocare), e datosi che le Amministrazioni sono tenute al rilascio della documentazione relativa ad un provvedimento (documenti che l’avvocato del ricorrente avrà verosimilmente usato prima di rendere parere positivo sull’azione legale ed agire), il tentativo “tipico” che ogni cittadino in caso di multa fa è sempre tentare la via rapida, semplice ed economica dell’Autotutela per poi, nel caso, ottenere e trasmettere i documenti al proprio legale di elezione.
Tanto non è bastato al “Popolo della Rete” che, fermo nelle proprie posizioni, vede nell’uso della carta intestata un “abuso” in re ipsa.
Diatriba, questa, che sta portando nuovamente la discussione in un’aula di tribunale.
E questa volta non più per decidere sulla legittimità di una sanzione irrogata a mezzo Autovelox.
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