Stanno arrivando diverse segnalazioni per una triste vicenda, riportata da Giornalettismo:
La vicenda risale allo scorso gennaio, ma è stata portata all’attenzione della cronaca soltanto negli ultimi giorni, perché stanno per iniziare le prime udienze sul caso. Un bambino inglese di 12 anni si è suicidato nella sua abitazione. A ritrovare il suo corpo sono stati i genitori. Il ragazzino era stato vittima di continui episodi di bullismo a scuola semplicemente per il fatto che aveva deciso di seguire una dieta vegana. I compagni di classe – come hanno raccontato i genitori della vittima di bullismo – gli lanciavano la carne nei locali della mensa scolastica.
BAMBINO VEGANO SUICIDA, LA VICENDA
La denuncia della famiglia era arrivata immediatamente: il ragazzino, per evitare questi atti di bullismo, molto spesso si recava a mangiare fuori dalla mensa. E la madre aveva visitato più volte il suo istituto scolastico per parlare con gli insegnanti di quanto stava accadendo al proprio figlio. Tuttavia, pare, senza ottenere alcun risultato.
BAMBINO VEGANO SUICIDA, VITTIMA DELL’INDIFFERENZA?
La vicenda, riportata dal Telegraph, sta diventando oggetto di una vera e propria battaglia tra la corte della contea di Hertfordshire e la scuola. Il giudice, infatti, ha inviato una richiesta all’istituto affinché i casi come quelli del 12enne siano trattati con serietà e con le giuste misure. La sensazione che si ha, infatti, è che il ragazzino vegano sia stato condotto a questo suo gesto estremo non soltanto dal bullismo, ma anche dall’indifferenza di chi doveva combatterlo.
La questione è delicata. Il 28 settembre l’Hertfordshire Mercury, testata locale, diffonde per prima la notizia: un ragazzino inglese di 12 anni è stato ritrovato morto il 19 gennaio 2017, impiccato nel proprio bagno.
Durante l’udienza degli scorsi giorni, sono state lette varie testimonianze alla corte. La madre ha spiegato che Louie era vittima di bullismo in quanto vegano: andava regolarmente da uno psicologo e aveva iniziato a praticare atti autolesionistici. Sempre secondo la testimonianza della madre, i compagni gli avevano lanciato addosso della carne a mensa, costringendolo a pranzare fuori dalla struttura. La madre ha affermato di essersi rivolta diverse volte alla scuola, senza successo, e che il ragazzino era diventato un accanito fumatore per reazione allo stress.
Di altro parere è il padre:
His father, Graeme Fenton, wrote to the coroner, telling him that he felt that Louie hadn’t meant to kill himself.
Louie had been a member of Hertford Sea Scouts and had learnt how to tie every knot and knew all their names.
The coroner heard that it was his father’s belief that he had accidentally killed himself while messing around.
Secondo il padre, quindi, la morte del figlio sarebbe dovuta ad un incidente mentre stava giocando. Il bambino era un membro degli Hertford Sea Scouts (scautismo nautico) e aveva imparato tutti i nodi nautici e i loro nomi.
La testimonianza del preside invece è stata questa:
No statement from Richard Hale School was read at the inquest and the only evidence given on behalf of the school were police notes from an interview with the headteacher Stephen Neate.
The police notes stated that Mr Neate had said that Louie had become a heavy smoker and hung around with older children.
Mrs Fenton said: “I’m concerned that if he was being bullied to such an extent that he wanted to hang himself whether the school has done anything to tackle it and make sure it doesn’t happen again.
“I never had the feeling that Louie was so depressed that he wanted to die.”
Il preside conferma che il ragazzino aveva cominciato a fumare e fumava parecchio, e che usciva con ragazzi più grandi.
La famiglia ha specificato che il bambino non ha mai dato segni di volersi togliere la vita, ed era molto eccitato al pensiero di un’imminente gita scolastica.
Il coroner, a seguito delle indagini, ha definito le cause della morte non accertate, perché non convinto che Louie si sia tolto la vita di proposito. Il coroner scriverà al preside della scuola per chiedere anche di aggiornare le politiche di lotta al bullismo e autolesionismo.
At the conclusion of the inquest the coroner for Hertfordshire, Geoffrey Sullivan, said he would write to the school to ensure their policies for dealing with bullying and self harming were up to date.
He said: “Given what you have said I shall write to the headteacher at the school to ask if policies are in place and up to date in respect of pupils who experience bullying and do self harm.”
[…]Mr Sullivan gave an open verdict at the conclusion of the inquest, ruling that he was not convinced that Louie meant to kill himself.
Following his death his family set up a Justgiving page to raise money for causes he cared about.
La vicenda è stata riportata da numerose testate, tra cui il Telegraph e l’Independent, che ha raccolto una dichiarazione del preside:
“The whole school community was deeply shocked by the death of Louie Fenton. Our feelings are, and have always been, with his family.
“We were aware of concerns about Louie being unhappy at school and we were actively engaged with him and his family to address these issues. However, at no time were we made aware of the incident in which meat was allegedly thrown at Louie.
“This was never reported to the school by Louie or his mother, has not been substantiated by any member of staff at school or by any of Louie’s friends in Year 9.
“The safety, happiness and wellbeing of all pupils at Richard Hale is of paramount importance and the school prides itself on its pastoral care, which has been recognised in our most recent Ofsted report.
“We annually review our anti-bullying policy and advice on bullying, plus the school’s response to it, is displayed in every classroom.
“We will now review our procedures, ensuring that all agencies who worked with Louie and his family, both inside and outside the school, learn any lessons from this tragic case.”
La versione del preside riporta che la scuola era a conoscenza del disagio del ragazzino a scuola, ma che nessuno della famiglia ha mai riportato il fatto accaduto nella mensa, né Louie, né la madre, né lo staff scolastico e nessuno dei compagni di classe. Le politiche contro il bullismo verranno aggiornate, sempre secondo il preside.
Il Sun riporta anche il parere di Dominika Piasecka, portavoce della Vegan Society, che spiega che l’evento è isolato e che non sono a conoscenza di altri casi di bullismo a causa del veganismo dei bambini: anzi, solitamente i compagni sono molto tolleranti e persino curiosi su questa scelta di vita.
Dominika Piasecka, spokesperson for The Vegan Society, said they were saddened by the young boy’s death, saying: “Unfortunately, schoolchildren can get bullied for any point of difference – wearing glasses, their hair colour, social background and so on – and veganism is just one possible point of difference.
“This is an isolated incident and we are not aware of any other cases of children being bullied for being vegan; usually their peers are very tolerant and even curious about their lifestyle choice.’
In definitiva: è la parola della madre contro quella della scuola. Che il ragazzino soffrisse è indubbio, mentre rimane nel dubbio il fatto avvenuto nella mensa. In ogni caso, il verdetto legale esclude il suicidio.
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