Qualche giorno fa anche in Italia è giunta la notizia dell’identificazione dei resti della famosa aviatrice Amelia Earhart, scomparsa nel 1937 mentre pilotava il suo aereo nel Pacifico. La notizia, riportata da innumerevoli testate, si riferisce ai risultati di uno studio condotto da Richard Jantz del Centro di Antropologia Forense all’Università del Tennessee circa dei resti rinvenuti nel 1940 sull’isola del Pacifico Nikumaroro.
Secondo il team di Snopes siamo ancora di fronte ad un caso non concluso e che forse non si concluderà mai.
Secondo ciò che sappiamo nelle prime ore del mattino del 2 luglio 1937, Amelia Earhart partì dall’aerodromo di Papua Nuova Guinea su una rotta per un’isola piccolissima, Howland Island, nel Pacifico. La Earhart non arrivò mai. Si ipotizza che fosse rimasta senza carburante e che non fosse arrivata in tempo alla zona dell’Oceano in cui la guardia costiera Itasca la attendeva per sorvegliare sul rifornimento che avrebbe dovuto fare in Oceano.
Il gruppo del The International Group for Historic Aircraft Recovery (TIGHAR) è da solo responsabile della maggior parte delle notizie su Amelia Earhart negli ultimi dieci anni.
L’ipotesi del TIGHAR si basa sul presupposto che le ossa recuperate su un’isola a circa 350 miglia nautiche a sud di Howland, chiamata, Nikumaroro Island (ma conosciuta all’epoca come Gardner Island), appartengano alla Earhart. Le ossa erano state trovate nel 1939. Un abitante dell’isola di Nikumaroro si imbattè in un teschio e una bottiglia. Nel settembre 1940, la notizia del ritrovamento era arrivata a Gerald “Irish” Gallagher, il primo ufficiale in carica del Phoenix Islands Settlement Scheme, il quale mandò un telegramma ai suoi superiori riguardo alla scoperta, suggerendo che potevano essere le ossa di Amelia Earhart e che avrebbero dovuto tenere la situazione a bada.
Successivamente Hoodless, il preside della Central Medical School di Suva, nelle Figi, eseguì una seconda ispezione. Molte delle informazioni che attualmente abbiamo su queste ossa provengono proprio dai rapporti di questo medico che arrivò alla conclusione che si trattasse delle ossa di un uomo, ipoteticamente polinesiano o europeo.
Le ultime notizie sui ritrovamenti dei resti della Earhart provengono dalle dichiarazioni di Jantz, che ha ribadito ciò che già nel 1998 aveva affermato. Il suo articolo del 2018 è principalmente una risposta a una critica del 2015 sulle loro ricerche, nella quale si sosteneva che il gruppo non avesse ragioni sufficienti per mettere in discussione l’analisi delle ossa del 1941. Secondo Jantz, utilizzando i metodi moderni per analizzare le ossa ritrovate a Nikumaroro, il risultato dice che al 99% si tratta della Earhart. Oggi ci si basa ancora su studi fatti sempre e solo su documenti e descrizioni, in quanto le ossa non possono essere più esaminate in quanto sono andate perse dopo l’analisi di Hoodless.
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