Categorie: Precisazioni

PRECISAZIONI Greta e Vanessa: crolla l'alibi pacifista. Ecco tutte le prove delle amicizie jihadiste – Bufale.net


In tanti ci state chiedendo di analizzare l’articolo de Il Giornale pubblicato oggi, 18 gennaio 2015, intitolato “Crolla l’alibi pacifista. Ecco tutte le prove delle amicizie jihadiste“.
Innanzitutto bisogna sostenere la tesi che i quotidiani e siti che riportano titoli del tipo “Crolla l’alibi pacifista”, riferendosi a Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, “hanno scoperto l’acqua calda“.
Non bastano poche righe per spiegare una situazione molto complessa come quella siriana. In questo articolo vi spieghiamo perché le due ragazze erano già dichiaratamente schierate, verso quale fazione e, di conseguenza, quali sono le fazioni protagoniste della guerra civile siriana.

Il famoso riscatto

L’articolo segnalato riporta alcune informazioni di cui non si ha alcuna prova certa, come ad esempio la  questione del riscatto presumibilmente pagato dal Governo per una decina di milioni di euro. Ricordiamo che la “fonte” è un tweet proveniente dalla Siria e nato da un account Facebook di cui non si conosce ne volto ne nome del proprietario.

Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani. Milioni con cui i fanatici siriani, o quelli europei passati per le loro fila, potrebbero ora organizzare qualche atto di terrorismo in Italia o altrove nel Vecchio Continente.

Il Giornale, in questo articolo, non usa il condizionale in merito al riscatto, dichiarandosi convinto della sua esistenza. Prove a riguardo? Le dichiarazioni di un politico o di un account Twitter e Facebook che potrebbe essere un fake? 
Anche in passato ci son state accuse di riscatti pagati ai gruppi terroristici, esattamente nei precedenti governi Letta (1 riscatto), Monti (2 riscatti) e Berlusconi (5 riscatti). Anche allora nessuna prova, solo supposizioni dalle opposizioni e negazione da parte dei governi in carica.

Non neutrali, ma dichiaratamente schierate

Riportiamo alcuni pezzi presenti nell’articolo de Il Giornale da analizzare:

Telefonate assai scomode e imbarazzanti. Telefonate da cui emerge con chiarezza come le due ragazzine non ambissero al ruolo di crocerossine neutrali, ma piuttosto a quello di militanti schierate e convinte.

Che le ragazze fossero dichiaratamente e politicamente schierate non è un’assoluta novità.
Dall’account Facebook di Vanessa Marzullo sono presenti molte fotografie, dove è presente anche Greta Ramelli, risalenti alla manifestazione per la Siria, e contro il regime siriano di Assab, del 15 marzo 2014 a Roma. In quel periodo di manifestava a favore della rivoluzione siriana, giunta al terzo anno consecutivo di conflitti e genocidi.


Le posizioni delle due ragazze possono essere facilmente presunte da questa foto, ormai diventata famosa, con una scritta in arabo che abbiamo fatto tradurre.

Agli eroi delle Brigate dei Martiri, grazie per l’ospitalita’. Se dio vuole, vedremo la citta’ Idlib libera quando torniamo.

Chi sono le Brigate dei Martiri? Si tratta di una unità del Free Syrian Army (“Esercito siriano libero“), attiva nel Governatorato di Idlib, costituita all’inizio della guerra civile siriana e schierata contro il governo siriano. Riportiamo di sotto i loghi delle Brigate dei Martiri (a sinistra) e dell’Esercito siriano libero.

Le Brigate dei Martiri ha fatto affidamento al sostegno delle comunità locali e le armi in loro possesso sono state rubate alle forze governative o acquistati da militari corrotti, ma fonti ritengono che siano finanziati e armati anche dall’Arabia Saudita.
Attualmente le Brigate dei Martiri è confluito nel Syria Revolutionaries Front (“Fronte Rivoluzionario della Siria”), fronte nato nel 2013 e che fa parte integrante del Free Syrian Army.

Questo, di fatto, faceva già cadere ogni alibi pacifista delle due ragazze. È come scoprire l’acqua calda.

Le intercettazioni

La notizia venne pubblicata per prima da Il Fatto Quotidiano il 17 gennaio 2015, con un articolo dal titolo “Greta e Vanessa libere, In Siria anche per aiutare i ribelli anti-Assad“. Le informazioni riportate dall’articolo sarebbero basate da informative riservate dei carabinieri del Ros, contenenti anche le trascrizioni di intercettazioni telefoniche tra Greta Ramelli e Mohammed Yaser Tayeb,  pizzaiolo siriano di Anzola dell’Emilia (BO).
Mohammed Yaser Tayeb, il pizzaiolo siriano, è considerato dagli investigatore come militante islamista per il fatto di essere legato ad altri siriani impegnati in “attività di supporto a gruppi di combattenti operativi in Siria a fianco di milizie contraddistinte da ideologie jihadiste“.
Il siriano risulta essere in contatto con uno studente dell’Università di Bologna, Maher Alhamdoosh, già protagonista del rapimento dei giornalisti Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e l’italo siriana Susan Dabous, sequestrati da un gruppo filo-qaedista in Siria nel 2014 (liberati).
Sicuramente ci saranno novità in merito alle indagini, ma per ora è troppo presto per sostenere tesi certe.

Cos’è un gruppo jihadista

La parola “jihad” è spesso volta nei confronti dei gruppi terroristici di matrice islamica e nemici dell’occidente, tuttavia questa parola ha un chiaro significato: la parola araba jihad vuol dire “esercitare il massimo sforzo“, sforzo che può essere considerato da quello spirituale fino all’estremo della guerra santa.
Tecnicamente, definire le Brigate dei Martiri e il Free Syrian Army con il termine “jihadisti” sarebbe corretto, visto il loro “sforzo” per la loro liberazione della Siria contro il regime di Assad, ma ciò non significa che si tratti di gruppi terroristici islamici nemici dell’Occidente. Non a caso questi gruppi sono sostenuti dallo stesso Occidente in una visione anti-ISIS.

Operazione anti regime e pro rivoluzione siriana

Dalle intercettazioni si è scoperto che Greta Ramelli e Vanessa Marzullo avrebbero svolto non solo un supporto alla popolazione siriana, ma anche al Free Syrian Army (“Esercito siriano libero“), quindi schierate a favore della rivoluzione siriana contro il regime di Assad.
Ecco quanto riportato dall’informativa del Ros:

“Greta precisa che un primo corso si terrà prossimamente in Siria con un operatore che illustrerà ai frequentatori – circa 150 persone tra civili e militari dell’esercito libero – i componenti del kit di primo soccorso e il loro utilizzo. La donna dice che ha concordato con il leader della zona diAstargi (fonetico) di consegnare loro i kit e che a loro volta li distribuiranno ai gruppi di combattenti composti solitamente da 14 persone, facendo in modo che almeno uno degli appartenenti a questi gruppi fosse dotato del kit e avesse partecipato al corso”

Il Fronte al-Nuṣra

Riportiamo nuovamente una parte del testo pubblicato da Il Giornale:

Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani.

Parliamo del Fronte al-Nuṣra (“Fronte del soccorso al popolo di Siria“). Nato il 23 gennaio 2012, è uno dei gruppi nemici del regime di Assad più aggressivi.
L’obiettivo del Fronte è quello di rovesciare il regime di Assad a favore di uno stato islamico sunnita, ma non puntano al conflitto globale e religioso, ossia la più conosciuta “Jihad”.
Nel mese di novembre 2012, durante una riorganizzazione, la Free Syrian Army sostenne la Coalizione nazionale siriana delle forze dell’opposizione e della rivoluzione (nata nel novembre 2012 e riconosciuta anche dall’Italia). Successivamente, il 7 dicembre 2012, i comandanti e i rappresentanti dell’opposizione armata siriana si incontrarono ad Antalya (Turchia) per eleggere il Consiglio militare del Free Syrian Army. Funzionari degli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, del Consiglio di Cooperazione del Golfo e Giordania furono presenti alla riunione, ma il Fronte al-Nuṣra venne escluso insieme ad un altro gruppo siccome venivano considerati estremisti.
Di seguito il logo della Coalizione nazionale siriana:

L’8 dicembre 2012 gli Stati Uniti accusarono il Fronte al-Nuṣra di essere vicino al gruppo terroristico  al Qaeda. Venne in seguito considerata un’organizzazione terroristica da parte dell’ONU, così come singolarmente da Australia, Canada, Nuova Zelanda, Russia, Arabia Saudita, Regno Unito, Stati Uniti e Turchia.
L’accostamento del Fronte ad al Qaeda ha creato non pochi problemi sul fronte ribelle siriano, tanto che alcuni gruppi si sono schierati a favore di al-Nuṣra o hanno deliberatamente disertato, mentre i membri del Free Syrian Army dichiararono che potevano non condividere le idee del Fronte al-Nuṣra, ma che tuttavia stavano combattendo lo stesso nemico. Della serie “il nemico del mio nemico è mio amico”.
Per un periodo il Fronte e l’ISIS si ritrovarono a combattere insieme, tanto che lo Stato Islamico fornì armi e strategie al gruppo oppositore al regime.
Attenzione a non confondere la bandiera del Fronte (a sinistra) , seppur parte del Fronte si sia schierato apertamente, con quella dell’Isis (a destra).

In seguito ad un attacco del 1 febbraio 2014, dove l’ISIS attaccò il quartier generale della Brigata Liwa al-Tawhid ad Aleppo e civili facenti parte dell’opposizione siriana, al Qaeda ha preso le distanze dall’ISIS, scomunicando di fatto il gruppo terrorista. In seguito, l’8 febbraio 2014, il Fronte attaccò i gruppi facenti parte dell’ISIS, mentre il 23 febbraio 2014 due attentatori suicidi ISIS uccisero Abu Khaled al-Suri, rappresentante di al-Qaeda in Siria, e i ribelli siriani presenti nel luogo dell’attentato.
Non tutti i gruppi vicini al Free Syrian Army condividono le idee del Fronte al-Nuṣra, per il semplice motivo che quest’ultimo vorrebbe instaurare un governo di tipo religioso. Non è un caso che quando verrà deposto il regime di Assad i prossimi scontri saranno tra lo stesso Free Syrian Army e il Fronte al-Nuṣra.

Gli schieramenti siriani

La questione è molto più complessa di quanto viene raccontato. In Siria non esistono 2-3 gruppi ribelli, ma una moltitudine molto vasta di sigle e gruppi a favore o contro il regime di Assad, oltre il terzo incomodo dell’ISIS.
Le fazioni da considerare sono principalmente 4:

  1. il regime di Assad e i gruppi filo governativi;
  2. gli oppositori del regime di Assad;
  3. la Rojava, o meglio conosciuta come “Kurdistan siriano”;
  4. lo Stato Islamico (ISIS).

Riportiamo in ordine le rispettive sigle/bandiere:

Ogni fazione, Stato Islamico a parte, è sostenuta da gruppi o da nazioni straniere:

  1. il regime di Assad è sostenuto da Russia, Corea del Nord, Iraq, Iran e Venezuela;
  2. gli oppositori del regime sono sostenuti da Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Stati Uniti, Libia, Regno Unito e Francia;
  3. il Kurdistan siriano è sostenuto da Qatar, Arabia Saudita, Giordania, Stati Uniti, Emirati Arabi e Bahrain (per controbattere l’ISIS);

Tra i gruppi sostenitori del regime di Assad si inseriscono anche il gruppo sciita islamico noto con il nome di Hezbollah.
Tra i gruppi di opposizione e quelli Kurdi ci son state delle collaborazioni, soprattutto nell’affrontare la fazione dello Stato Islamico (ISIS).
La situazione è molto delicata, in Siria è in atto una guerra civile composta da ben 4 fazioni, dove un gruppo alleato si sposta da uno all’altro a seconda degli sviluppi politici. L’esempio è quello del Fronte al-Nuṣra, che faceva parte delle fazioni oppositrici ad Assad ma allo stesso tempo sostenitrice dello Stato Islamico, per poi abbandonare questi ultimi. Staremo a vedere le posizioni che prenderanno quando, e se, il regime di Assad cadrà a favore dell’opposizione.

Greta e Vanessa sostenitrici del Fronte al-Nusra?

L’immagine che segue è considerata da molti come la manifestazione di felicità di Vanessa Marzullo per le imprese del Fronte al-Nusra.

Ecco il testo del post Facebook di Vanessa Marzullo, pubblicato il 10 giugno 2014:


#Homs – Il 3 giugno, i rivoluzionari hanno preso d’assalto il villaggio di Um Sharhsouh, 10 km a nord della città di Homs e 2 chilometri a ovest della strada M5 (la principale ad unire nord-sud), conquistando il punto più alto del paese, la fortezza di Um Sharshouh.
Da allora, guidati da Jabhat a-Nusra, Ahrar al Sham e altri battaglioni, hanno preso controllo del 60% del paese, sottraendo al regime diversi depositi di armi.
La battaglia per Um Sharshouh è parte di una campagna militare della zona periferica settentrionale, dove i ribelli mantengono il controllo di alcune zone: Rastan e Talbise; al-Hula e Dar al-Kabira a ovest.
Osama Abu Zeid, attivista di 23 anni di Homs, spiega perchè alcuni dei rivoluzionari della città vecchia di Homs si sono tirati fuori dagli scontri.
* Qual è l’importanza di Um Sharshouh?
La sua posizione geografica. Si trova su una collina che domina il resto dei villaggi che vogliamo liberare. Ha una fortezza, il castello Um Sharshouh – il cui controllo è fondamentale per le battaglie.
La maggior parte dei shabiha, miliziani governativi, erano al suo interno.
* Le brigate vogliono riprendere il controllo di Homs? Hanno obiettivi a lungo termine?
Quello che sta accadendo nel nord non ha alcun legame con la battaglia per riconquistare Homs, al punto che non tutti i battaglioni che hanno lasciato la città stanno partecipando. Questi battaglioni sono stati intenti a unificare i loro ranghi, al fine di riprendere il controllo della città.
* Qual è l’obiettivo della battaglia per Um Sharshouh, e cosa è accaduto fino ad ora?
L’obiettivo è liberare un gruppo di villaggi controllati dal regime: Um Sharshouh, Kufr Nan e Jabourin. Quei villaggi separano Talbise e Rastan da al Houla.
Se questi villaggi vengono conquistati, l’Esercito Siriano Libero sarà sul punto di controllare la via di rifornimento del regime per la costa: l’autostrada Homs-Tartous.
Fino ad ora i ribelli hanno preso il controllo di una parte di Um Sharshouh, tra cui il castello della città – una delle parti più importanti della battaglia.
Articolo originale in inglese: http://syriadirect.org/main/36-interviews/1430-homs-rebels-preoccupied-with-unifying-their-ranks

Il testo non era un espressione di gioia da parte di Vanessa Marzullo, bensì la traduzione di un articolo del 10 giugno 2014 pubblicato sul sito Syriadirect.org, dal titolo “Homs rebels ‘preoccupied with unifying their ranks‘”. Nessun commento da parte dell’italiana, solo ed esclusivamente una traduzione.
Non è la prima volta che Vanessa Marzullo traduce e riporta su Facebook articoli dal sito Syriadirect.org, lo fece anche il 21 maggio 2014.
Riportare una notizia citando i protagonisti non significa “schierarsi”, “felicitarsi” o “approvare” qualcosa, altrimenti dovremmo considerare molti giornali nazionali italiani come sostenitori dell’ISIS solo per averne riportato le gesta.

Greta e Vanessa tradite dai propri “amichetti”?

Riportiamo nuovamente una parte del testo pubblicato da Il Giornale:

Militanti tradite dai propri stessi «amichetti» e riportate a casa solo grazie al trasferimento nella cassaforte della formazione al qaidista di Jabat Al Nusra, o di qualche altro gruppetto jihadista, di una decina di milioni di euro sottratti ai cittadini italiani.

Tenendo conto delle foto pubblicate su Facebook, del cartello che sostiene le Brigate dei Martiri (poi Syria Revolutionaries Front) e quindi il Free Syrian Army, è difficile poter giudicare il Fronte al-Nuṣra come “amico” vero e proprio, siccome quest’ultimo non fa parte dell’Esercito Libero della Siria che le due ragazze sostenevano.
Si può sostenere la tesi “il nemico del mio nemico è mio amico” con il Fronte al-Nuṣra(ma non con l’ISIS), tuttavia il Free Syrian Army è consapevole che è una convivenza di convenienza: quando il regime di Assad cadrà a favore dell’opposizione, il conflitto successivo sarà tra coloro che vogliono uno Stato religioso e chi no.

AGGIORNAMENTO 19 gennaio 2015 ore 8:41

Fanpage riporta un aggiornamento da parte della Procura di Roma:

La procura di Roma ieri pomeriggio ha «smentito categoricamente che il contenuto dell’informativa del Ros sia quello apparso ieri su alcuni quotidiani. L’interpretazione pubblicata è fuorviante: le due ragazze erano due cooperanti andate in Siria per scopi umanitari»

 

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