DISINFORMAZIONE PRECISAZIONI Dal Pd arriva la tassa per i cani non sterilizzati – bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una notizia che da ieri sta girando per la Rete. Sono perfettamente a conoscenza del fatto del fatto che ci avete riempito la casella richieste con infinite varianti di questa notizia, e che già la Blogosfera si è lanciata in diverse discussioni al riguardo.

Abbiamo preferito attendere, per farvi un resoconto il più completo possibile, e con un linguaggio il più semplice possibile.

Partiamo quindi dalle notizie: Il Giornale, quello vero e non emuli bufalari come il Giomale, esce con la seguente notizia nella serata del 15.11.2016

“I proprietari o detentori di cani non sterilizzati sono tenuti al pagamento di una tassa comunale annuale, istituita da ciascun comune con propria delibera con previsione di esenzioni, riduzioni, detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti”.

È quanto prevede un emendamento del Partito Democratico alla legge di Bilancio che ha superato l’esame dell’ammissibilità.

“La certificazione di sterilizzazione chirurgica definitiva è rilasciata da medici veterinari libero professionisti abilitati ad accedere all’anagrafe regionale degli animali d’affezione, i quali contestualmente provvedono alla registrazione della sterilizzazione dell’animale presso l’anagrafe”, si legge ancora nella proposta di modifica presentata dai deputati Anzaldi, Cova e Preziosi.

L’emendamento specifica poi che è prevista l’esenzione per “i cani di proprietà di allevatori professionali, i cani esclusivamente adibiti alla guida dei ciechi e alla custodia degli edifici rurali e del gregge; i cani adibiti ai servizi dell’Esercito ed a quelli di pubblica sicurezza; i cani appartenenti a categorie sociali eventualmente individuate dai comuni”.

Segue un articolo del Fatto Quotidiao il giorno successivo, il quale quale fa riferimento ad un Twitter emesso dal gruppo FI della Camera

Il che non significa che un emendamento già vi sia, ma che, appunto, si tratta di una dichiaratoria di ammissibilità di emendamento, non di approvazione.

Traccia si trova invece grazie al Sole24, che ha provveduto ad intervistare Paolo Cova stesso, il quale dichiara:

Questa cosa io credo debba essere detta con chiarezza: chi mantiene il proprio cane e lo sterilizza… a questo punto non paga alcuna…nessuna tassa, che io poi non la chiamerei tassa. Ma la chiamerei contributo per la lotta al randagismo perchè chi ha, chi vuole tenere un cane intero o una femmina intera aumenta la possibilità di avere cani randagi. Tutti noi ci scandalizziamo, ogni italiano si scandalizza per i cani randagi, abbandonati… che costano…  e per cui è giusto che vhi vuole contribuire a mantenere questo fenomeno del randagismo contribuisca alla collettività.[…] I comuni hanno un costo incredibile per tenere i comuni aperti. A questo punto ognuno di voi, i cittadini si scandalizzano perché i comuni non riescono a mantenere i servizi ai disabili, alle persone in povertà ma sono obbligati…sono obbligati perché hanno una questione penale, per il maltrattamento

Proseguendo nelle eccezioni Cova descrive la piaga, a suo dire collegata, dei branchi di inselvatichiti, precisando la natura comunale della tassa (che quindi rende rende impossibile ad oggi calcolare quanto potrebbe essere il valore del contributo/tassa), venendo opposto da Oscar Giannino il quale oppone

Sarebbe meglio incentivare il volontariato. Diamoci da fare, facciamo leva su chi ama gli animali

Descrivendo la sua proposta come

una proposta dal basso, che costruisce

Troverete il resto dell’intervista qui, a partire dal minuto 4:30.

Retroagendo nel passato, in realtà la proposta di Cova è tale da ben più degli ultimi giorni, ed è stata notata oggi solamente a cagione del complesso clima politico.

Sempre Cova provò la via dell’emendamento, con identico testo, nel 2013, presentando lo stesso testo attualmente oggetto di dibattito, testo che, nuovamente, giace dal novembre 2014 in forma di proposta di legge assegnata in commissione finanze e che di lì non si è mai mossa.

La mossa dell’emendamento parrebbe pertanto semplicemente il tentativo di smuovere dalla palude in cui è caduta per sprofondarvi dimenticata una norma che viene continuamente proposta, e ignorata, da anni.

Se non altro, se si dice che la terza volta è quella buona, questa volta qualcosa si è smosso: l’attenzione del pubblico.

Da comunità animaliste che si spingono fino ad ipotizzare il voto canino al referendum, fino agli inevitabili blog che per un luminoso momento sospendono la discussione di notizie non troppo verificate per dedicarsi al copincolla compulsivo dell’articolo del Giornale, il testo è uscito dalla palude… anche se non del negletto legislativo.

Nel precisarvi che al momento, solamente Nostradamus (o Matt Groenig, o gli autori di videogames cui i viralizzatori hanno dato poteri profetici) potrebbe dirci se l’emendamento sarà approvato o no (anche se la statistica al momento rema contro, dati i precedenti), passiamo all’analisi del testo e dei suoi lavori preparatori. Il citato Sole24 Ore ci rivela

“L’emendamento, dichiarato ammissibile – spiega Anzaldi – dalla commissione Bilancio della Camera, serve ad incentivare la sterilizzazione, attraverso un contributo comunale richiesto a tutti coloro che preferiscono non sterilizzare il proprio cane. Se si procede con la sterilizzazione, certificata dai medici veterinari abilitati ad accedere all’anagrafe regionale degli animali d’affezione, non si sarà tenuti a pagare il contributo, di carattere comunale e modulato con la previsione di esenzioni, riduzioni, detrazioni in favore di determinate categorie di soggetti. La stima dei costi tra cani randagi e in canile non è facile e non è mai stata fatta seriamente. Lo stesso sito del ministero cita dati del 2006, quando i cani in anagrafe erano 6 milioni e si stimavano i randagi in circa il 10%, quindi 600mila. Oggi i cani in anagrafe sono oltre 7 milioni e mezzo, il 10% corrisponde a 750mila esemplari. I randagi catturati nell’anno 2014, l’ultimo disponibile sul sito del Ministero, sono stati 97.859: con una crescita di circa 100mila animali all’anno, si può immaginare quali siano i contorni che il fenomeno sta assumendo”

e la norma non si discosta dai passati tentativi, i quali prevedevano:

I  proprietari  o  detentori  di  cani  non sterilizzati  sono  tenuti  al  pagamento  di una  tassa  comunale  annuale,  istituita  da ciascun comune con propria delibera pre vedendo  esenzioni,  riduzioni  o  detrazioni in  favore  di  determinate  categorie  di  soggetti.

La  certificazione  di  sterilizzazione chirurgica definitiva è rilasciata da medici veterinari  libero  professionisti  abilitati  ad accedere  all’anagrafe  regionale  degli  animali  d’affezione,  i  quali,  contestualmente, provvedono  alla  registrazione  della  sterilizzazione   dell’animale   presso   l’anagrafe regionale.

Sono  esentati  dalla  tassa  di  cui  al comma  1  i  seguenti  cani  non  sterilizzati:
a) cani di proprietà di allevatori professionali di cui alla legge 23 agosto 1993,
n.  349;
b) cani   adibiti   esclusivamente   alla guida  di  soggetti  non  vedenti;
c) cani  adibiti  ai  servizi  dell’Esercito e  a  quelli  di  pubblica  sicurezza;
d) cani  di  proprietà  o  detenuti  da persone  appartenenti  a  categorie  sociali
svantaggiate  individuate  dai  comuni.

Questa volta invece, come riporta il Giornale, l’ultimo comma è stato modificato in:

“i cani di proprietà di allevatori professionali, i cani esclusivamente adibiti alla guida dei ciechi e alla custodia degli edifici rurali e del gregge; i cani adibiti ai servizi dell’Esercito ed a quelli di pubblica sicurezza; i cani appartenenti a categorie sociali eventualmente individuate dai comuni”

Quindi, anche ammettendo che l’emendamento passi, è un falso ipotizzare che il balzello colpisca indiscriminatamente tutti, in quanto i comuni sono liberi di deliberare esenzioni per categorie sociali.

Ovviamente, gli allevatori sono esentati dal pagamento, ma uno scoglio che potrebbe rendere anche questo terzo tentativo un nulla di fatto è proprio nella “nuova” lista delle esenzioni

L’ENPA critica proprio questa “nuova” parte, dichiarando:

L’autore di tale proposta ignora, o fa finta di ignorare, che laddove esiste un problema di sovrappopolazione canina, esso è causato non tanto dai proprietari di cani che vivono nei centri abitati, ma proprio da quegli allevatori, agricoltori e pastori che non sterilizzano i propri animali e li lasciano vagare liberamente sul territorio. Vale a dire proprio da chi si vorrebbe esentare dall’obbligo di sterilizzazione. Pertanto, ai nostri rappresentanti che volessero avventurarsi su campi a loro ignoti suggerisco almeno di acquisire qualche utile elemento di giudizio prima di fare proposte irricevibili

Mentre la LAV si dichiara astrattamente a favore, purché quell’esenzione venga ri-rimossa, esprimendosi

“a favore di una tassa sui cani non sterilizzati ma solo se verranno eliminate dalla proposta di esenzione le categoria dei pastori e, grazie al possibile intervento dei Sindaci, quella dei cacciatori”

Chi invece si oppone seccamente e senza alcuna condizione è proprio il resto del PD, per bocca delle senatrici Amati e Cirinnà tra gli altri a stroncare seccamente l’operato di Cova, chiedendogli formalmente di ritirare l’emendamento, da loro ritenuto inutile, controproducente e latore di tutte le criticitè evidenziata dagli animalisti.

Abbiamo chiesto che venga ritirato l’emendamento che introduce una tassa comunale annuale per i proprietari di cani non sterilizzati, presentato alla Camera alla Legge di Bilancio 2017. Riteniamo, infatti, che la proposta, come formulata, non sia adeguata a contrastare il drammatico e crudele fenomeno del randagismo. Pesa, invece, irragionevolmente, sulle significative spese che i proprietari di animali gia’ affrontano per cure e farmaci veterinari“. Lo rende noto la senatrice Silvana Amati, responsabile Pd Tutela e Salute Animali, che ha inviato la lettera al primo firmatario dell’emendamento, Michele Anzaldi, al presidente del Gruppo Pd della Camera, Ettore Rosato, e al Presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, sottoscritta dalle senatrici Pd Monica Cirinna’, Manuela Granaiola e Daniela Valentini. “L’emendamento esclude, tra l’altro, alcune categorie particolarmente a rischio, come i cani che custodiscono greggi e edifici rurali. Siamo fermamente convinte che le campagne di sterilizzazione siano essenziali per combattere il randagismo. Riteniamo, pero’, che non sia l’introduzione di una tassa a determinarne l’efficacia- scrivono le senatrici Pd- Dovrebbero essere previste, piuttosto, convenzioni o meccanismi premiali per visite veterinarie e sterilizzazioni di cani di famiglia, cani senza padrone e vaganti. Misure di questo tipo comporterebbero una significativa riduzione delle spese per gli enti locali nel medio e lungo periodo e neutralizzerebbero il crudele business dei canili lager”.

Date le premesse, riteniamo poco probabile che, anche questa volta, Cova riuscirà a vedere la sua proposta approvata.

Vi promettiamo, comunue, di risentirci nel caso ciò dovesse accadere.

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