Ci è stata segnalata questa immagine, pubblicata dalla pagina Facebook E mo so’ cazzi in data 6 maggio 2016. Al momento in cui scriviamo, ha totalizzato 837 “mipiace” e 1335 condivisioni.
Ma stanno veramente così le cose?
Una rapida ricerca su Google ci ha portati a questo articolo, pubblicato da Il Giornale in data 29 aprile 2016.
“Partiamo con il progetto tessere sanitarie ai migranti”.
La nuova tessera, che rientra nel progetto europeo Care e che a partire da luglio sarà consegnata negli hotspot di Lampedusa e Trapani, è stata salutata con entusiasmo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Conterrà tutti i dati sanitari del migrante e ci permetterà di tracciare lo stato di salute di chi entra in Europa – ha spiegato all’Ansa – sotto il profilo della sicurezza permetterà la tracciabilità delle persone”.
Con l’Istituto nazionale salute, migrazioni e povertà (Inmp), l’Italia si mette alla testa di un progetto che punta a garantire agli immigrati, che sbarcano nel Belpaese, le cure sanitarie. Ovviamente a nostre spese. “Grazie alla tessera sanitaria – sottolinea Lorenzin all’Ansa – si potrà anche evitare che dal passaggio del migrante da un paese all’altro si facciano prestazioni sanitarie non necessarie”. La novità rientra, appunto, nel più ampio progetto europeo Care al quale partecipano cinque Stati. Oltre all’Italia, che dovrà coordinare l’intero progetto, hanno, infatti, aderito la Grecia, Malta, la Croazia e la Slovenia. “La tessera – annuncia il coordinatore Care, Gianfranco Costanzo, direttore Unità operativa gestione progetti dell’Inmp – inizierà ad essere consegnata ai migranti in arrivo a partire da luglio, negli hotspot di Lampedusa e Trapani ed in quelli degli altri Paesi partner”.
Da qualche giorno i team dei medici dell’Inmp sono già attivi negli hotspot di Lampedusa e Trapani. Il progetto Care prevede anche visite ad hoc per la determinazione dell’età dei ragazzi, che sbarcano sulle coste italiane, e un sistema software statistico che permetterà di valutare il rischio di particolari patologie negli immigrati monitorati al loro arrivo nei centri di identificazione.
Si parla quindi di un progetto europeo cui partecipano altri quattro Paesi dell’Unione; progetto che in Italia è per il momento limitato agli immigrati che sbarcano a Lampedusa e Trapani, ed è volto a tracciare lo stato di salute di chi entra in Europa.
L’articolo de Il Giornale menziona inoltre una fonte ANSA, che abbiamo trovato su regioni.it
‘‘Tracceremo lo stato di salute di ogni singolo migrante che entra in Europa e garantiremo, allo stesso tempo, anche una maggiore sicurezza perchè si introdurrà un elemento di tracciabilità delle persone in entrata”. Saranno questi i primi due effetti della smartcard-tessera sanitaria che, da luglio, inizierà ad essere distribuita ai migranti in arrivo in vari hotspot del Mediterraneo ed in quelli italiani di Lampedusa e Trapani. A spiegare il senso del progetto europeo ‘care’ che introduce la tessera – nato da un’idea italiana e di cui il nostro Paese è capofila – è in un’intervista all’ANSA il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
”Dal punto vista del sistema salute – afferma Lorenzin, a fronte di un aumento degli sbarchi anche sulle nostre coste negli ultimi giorni – noi siamo in una situazione di massima allerta e vigilanza. Ovviamente – sottolinea – stigmatizziamo in modo netto le decisioni anti-immigrati prese dall’Austria, che sono fuori contesto dal punto di vista politico, dei trattati e anche dal punto di vista sanitario”. Va invece in un senso opposto il ‘piano salute’ per i migranti tracciato dal progetto ‘Care’: ”Tutto nasce da un’idea e da un progetto presentato dall’Italia. Nel recente meeting regionale dell’Oms che si è tenuto a Roma al ministero della Salute – spiega il ministro – abbiamo fatto questa proposta, che è poi passata alle Nazioni unite ed è stata avallata anche dagli altri paesi europei. Ora siamo pronti per partire con la tessera sanitaria”.
Un piano che prevede anche altre misure – dal software che permetterà di prevedere il rischio di malattie per i singoli migranti alle visite integrate per la determinazione dell’età dei ragazzi in arrivo – ma nel quale proprio la tessera sanitaria rappresenta la novità maggiore. La smartcard conterrà infatti tutti i dati sanitari del migrante: ”Ci permetterà di tracciare lo stato di salute di ogni singola persona che entra in Europa e questa – sottolinea Lorenzin – è una cosa fondamentale per capire se, ad esempio, un soggetto ha già fatto delle vaccinazioni o se è portatore di patologie e se ha fatto una prima visita. Sarà, di fatto, una cartella clinica itinerante del migrante”. In questo modo, aggiunge, ”si potrà anche evitare che dal passaggio del migrante da un paese all’altro si facciano delle prestazioni sanitarie non necessarie”. Inoltre, ”questa sarà anche una grande opportunità per fare dei trial di massa, avremo cioè una grande massa di persone che sono registrate e identificate, e si potrà ricostruire la storia del paziente. Quindi, è sicuramente un vantaggio per l’immigrato che entra in Europa, è un vantaggio per la popolazione che lo ospita anche soltanto di passaggio, ad esempio per non avere timori di epidemia, ed è un vantaggio per il mondo della ricerca scientifica internazionale che potrà avere una massa di dati importante da valutare per singole patologie’‘. Ma la tessera, precisa Lorenzin, ”rappresenta pure un tema di sicurezza, perchè sarà un elemento di tracciabilità delle persone”. Altro grande problema è quello dei minori non accompagnati: ”Stanno arrivando non solo giovani ma, sempre di più, anche bambini, soprattutto dalle frontiere via terra, con delle problematiche diverse, e ciò pone un problema di sostegno alla salute ma soprattutto di accoglienza ed eventualmente di indirizzo di questi bambini. Noi siamo focalizzati sull’aspetto sanitario ma non è sufficiente, perchè qui – avverte Lorenzin – siamo di fronte a un’enorme questione sociale e umanitaria”.
Quindi, oltre alle ragioni dettate dalla salute pubblica, ci sono anche quelle di sicurezza: non solo si avrà una banca dati contenente lo stato di salute e la storia medico-patologica di ogni migrante, ma li si renderà anche tracciabili.
In buona sostanza, prima di indignarsi per quanto letto su un’immagine “acchiappalike” (che non vuol dire necessariamente falsa) e usare contro il ministro Lorenzin epiteti poco edificanti, sarebbe stato il caso di approfondire la questione, che è un po’ più complessa di quanto non riporti l’immagine, aldilà della fede politica di chi legge.
Infine vi rimandiamo a questa lettura sul termine “migrante” spesso non usato correttamente.
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