Ci segnalano i nostri contatti la seguente notizia, targata Il Giornale:
Televisore, cucina, camere da letto. Tutto compreso e gratis, anzi: abusivo. Due immigratinordafricani hanno occupato la casa di una donna malata, dopo aver ricevuto l’incarico di imbiancarle la casa.
Una occupazione a tutti gli effetti, che nessuno può bloccare. Non la donna, che è anche stata picchiata quando ha provato a rientrare nella sua dimora. Né la polizia, che non può intervenire.Questa, assurda, vicenda viene da Thiene. La giovane donna, Tiziana, ha ereditato la casa e, sperando di poterla rinnovare con una imbiancata, ha chimato due uomini per stendere la vernice. Peccato che, una volta entrati in casa, non ne sono più usciti. Hanno occupato l’appartamento, senza più lasciarlo da oltre un anno.
I due, peraltro, sono pregiudicati per detenzione e spaccio di droga. Conosciuti alle forze dell’ordine che non possono nemmeno intervenire. La cosa ancora più assurda, è che Tiziana è anche costretta a pagare le utenze di luce e gas, per paura di ritorsioni e minacce. “Mi ha aperto un tizio che ha detto di chiamarsi Adil o qualcosa di simile – racconta davanti al picchetto radunato di fronte alla sua casa – sul divano c’era un altro tipo di colore di nome Mohamed. Ho chiesto loro di lasciarmi entrare in casa, ma mi hanno spintonata e scaraventata per terra. Sono finita al pronto soccorso. Ho chiamato i carabinieri. Sono venuti, ma mi hanno detto che non possono fare niente, che la legge impedisce loro di entrare e buttarli fuori. Mi hanno detto che non posso nemmeno cambiare la serratura. Sono due pregiudicati, sono sottoposti all’obbligo di dimora in casa mia. E’ pazzesco”.
E così ieri il “comitato Prima Noi” è andato in aiuto di Tiziana “per capire chi abita la casa occupata della signora che ci ha segnalato l’abuso”. “Questa casa va liberata al più presto – commenta Alex Cioni, responsabile del comitato – e riconsegnata alla legittima proprietaria. Diamo una settimana di tempo alle Autorità competenti per fare il loro lavoro, altrimenti chiameremo a raccolta le persone per bene al fine di ripristinare la legalità. L’ultimatum scade sabato prossimo“.
La notizia è sostanzialmente corretta, anche se se un rapido giro nella stampa locale riporta un improvviso colpo di scena :
Ieri mattina il comitato PrimaNoi ha bussato alla porta dell’abitazione in questione. Ad aprire una finestra è stato un nordafricano che si è identificato come Mohamed Bennoune e che ha detto la sua. «I soldi non sono un problema: è la padrona che non vuole scrivere un contratto. Nell’ultimo anno abbiamo sempre pagato l’affitto in nero. Mancano solo gli ultimi tre mesi», si difende l’inquilino abusivo. «Qui ci viviamo in due e ora abbiamo l’obbligo di dimora perché i carabinieri ci hanno trovato con 45 grammi hashish. Erano per uso personale, non per lo spaccio».
L’uomo si è detto pronto a firmare subito un contratto di locazione. «Altrimenti non saprei dove andare. Sto aspettando di iniziare a lavorare come muratore e non spaccio più da molto tempo. Io e l’altro inquilino siamo disposti a firmare un contratto». «Non ho mai visto un euro – conclude la proprietaria – e non voglio che loro vivano in quella casa: l’hanno distrutta e i carabinieri hanno trovato dentro la loro droga. Voglio solo che se ne vadano». Alla fine l’ultimatum di Cioni. «Diamo una settimana di tempo alle autorità per intervenire, altrimenti chiameremo a raccolta le persone per bene al fine di ripristinare la legalità». Minaccioso, ma funzionerà?
Con gli inquilini abusivi che si dichiarano affittuari in nero, annunciando alle telecamere di aver pagato l’equivalente dei canoni dovuti per tutto il periodo interessato tranne tre mesi, la vicenda si complica.
E si complica ulteriormente insistendo sul duo una condanna agli arresti domiciliari, da scontarsi nel domicilio indicato, che rende la vicenda un incrocio burocratico ancor prima che giuridico.
Il rimedio giuridico in questi casi infatti esiste, ed il portale La Legge Per Tutti lo sintetizza brillantemente: l’incredibile convergenza di occupazione, contestazioni sui canoni e l’intervento di un provvedimento di obbligo di dimora nella stessa situazione irrompono sulla vicenda come una serie di complicazioni già gravi singolarmente, ma complesse unitariamente.
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