“Possibile primo contagio di Coronavirus da cadavere”
Fanpage ha pubblicato due giorni fa, 14 aprile 2020, un articolo su un probabile contagio di Coronavirus da cadavere. L’articolo riporta l’ipotesi di due medici indiani sulla morte di un collega tailandese e fa riferimento sia alla lettera che essi stessi hanno inviato a una rivista scientifica di medicina legale sia a una nota pubblicata dall’OMS in cui troviamo alcune spiegazioni in termini di contagio di Coronavirus da cadavere. Fanpage, appunto, riporta la notizia come ipotesi ma tantissimi lettori che si fermano al titolo non leggono attentamente l’avverbio “probabilmente” e soprattutto pensano che il fatto sia avvenuto in Italia.
Non è ancora stato accertato
In primo luogo non è ancora provato che il medico legale tailandese sia deceduto a seguito del COVID-19 trasmesso dal corpo di un paziente sul quale stava lavorando. Lo stesso Telegraph, allo stesso modo di altre testate internazionali, usa il “reportedly” che indica, appunto, un qualcosa che si dice ma di cui non si hanno certezze.
L’ipotesi del contagio del medico legale tailandese da contatto con il cadavere di un paziente affetto da COVID-19 è alla base di una lettera che due medici legali indiani – Won Sriwijitalai dell’RVT Medical Center di Bangkok e Viroj Wiwanitkit, ricercatore presso l’Università Dr DY Patil di Pune (India) e l’Università medica di Hainan di Haikou, Cina – hanno inviato alla rivista specializzata in medicina legale Journal of Forensic and Legal Medicine. La lettera è fruibile a questo indirizzo. Gli stessi firmatari scrivono:
Vi è una bassa probabilità che i professionisti della medicina legale entrino in contatto con pazienti infetti, ma possono avere contatti con campioni e cadaveri.
L’OMS: “Non esistono casi di contagio da cadaveri”
Except in cases of hemorrhagic fevers (such as Ebola, Marburg) and cholera, dead bodies are generally not infectious. Only the lungs of patients with pandemic influenza, if handled improperly during an autopsy, can be infectious. Otherwise, cadavers do not transmit disease.
In poche parole la trasmissione dell’infezione da un cadavere avviene solo qualora il paziente, in vita, fosse affetto da febbre emorragica come ebola e colera. In altri casi i polmoni dei corpi dei pazienti affetti da influenza pandemica sono infettivi se e solo se vengono trattati senza precauzioni durante l’autopsia. In altri casi i cadaveri non trasmettono malattie.
Più nello specifico:
To date there is no evidence of persons having become infected from exposure to the bodies of persons who died from COVID-19.
Ad oggi non esistono casi di persone infette dall’esposizione a cadaveri di persone decedute a seguito del COVID-19.
Sostanzialmente si tratta di ipotesi: i due medici indiani che hanno inviato la lettera alla rivista specializzata in medicina legale suppongono che il loro collega tailandese – di cui non viene fatto il nome – sia rimasto contagiato e dunque sia deceduto a causa di un contatto con il cadavere di un paziente morto per COVID-19. Nel riportare questo fatto, dunque, i due scienziati ricordano la necessità delle precauzioni da adottare anche per chi opera nella medicina legale.
E la cremazione?
L’OMS – nello stesso documento – risponde anche a tutti coloro che sostengono che tutti i cadaveri delle persone decedute a causa dell’infezione da COVID-19 debbano essere cremati: “La cremazione è una questione di scelta culturale e di risorse disponibili“, non un obbligo. In un articolo pubblicato il 4 aprile, a tal proposito, avevamo smontato punto per punto un post virale in cui si sosteneva fermamente che tutti i corpi di pazienti deceduti per il Coronavirus venissero cremati, riportando anche le dichiarazioni di Alessandro Bosi – segretario della Federazione Nazionale Imprese e Onoranze Funebri FENIOF – rilasciate in un’intervista a Vice che vi invitiamo a rileggere a questo indirizzo.
Parlare di contagio del Coronavirus da cadavere è oltremodo azzardato e la lettera dei due medici riporta il caso come ipotesi.
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