“Porti aperti a tutti, mi raccomando”: il caso del “Terrorista dell’ISIS”
Esiste su Internet un misterioso “terrorista dell’ISIS” che è eterno. Inacciuffabile, imperturbabile. Appare in tutti i porti, in tutte le campagne elettorali.
È sempre lì, la stessa foto spacciata per profugo Greco, Americano, Italiano. Nel 2015, nel 2019, egli è sempre lì in attesa degli indinniati pronti a cliccare e mettere like, monito vivente di quello che accade quando qualcuno mette like alla notizia su Internet.
Francamente, non possiamo neppure individuare con certezza il punto esatto da cui cominciare per definire questa foto del tutto sbagliata.
La foto non è del 2019, ma del 2015
La stessa identica foto, trasformata in un meme, gira interrottamente almeno dal 2015, dove si invitava il lettore a meravigliarsi per la “somiglianza” tra un “decapitatore ISIS” ed un profugo.
E basta. Così, per suscitare l’attenzione del lettore, rischiando linciaggi e cacce all’uomo sulla base di somiglianze di cui anche chi ha diffuso l’immagine stessa all’epoca non poteva che dichiarare che
non ha possibilità di verificare l’identità, quindi non dà un giudizio certo.
Sentenziando però, da una cursoria indagine dell’uniforme che trattavasi di un gruppo di estremisti islamici sciiti o curdi.
La foto non riguarda un “Terrorista dell’ISIS”
Eric Kirsh, consulente civile per le relazioni tra Curdi e Americani nel Kurdistan Iracheno ha già avuto a che fare con una prima versione, in sala meme di questa bufala, made in USA. Il Caso Zero, potremmo dire.
Abbiamo già visto in passato come il modello del meme come strumento di politica sia tipico dell’alt-right americana di *chan, agglomerati di immagini in salsa alt-right/nerd dove le campagne elettorali vengono sviluppate a colpi di meme.
Eric Kirsh, capitano dei Marines a riposo congedato con grande onore, riconobbe l’individuo nella foto non in un “pericoloso Terrorista dell’ISIS profugo”, ma in un alleato curdo dell’esercito Americano nella lotta contro Daesh, ovvero l’ISIS.
Kirsh si spinge a riconoscere nella foto del “decapitato” un problema di cattiva forma, ma non di intento omicida, dichiarando che il guerrigliero Curdo aveva semplicemente posato, in uno sfoggio di cattiva forma, con la testa mozzata di un guerrigliero terrorista dell’ISIS reperita sul campo di battaglia dopo un bombardamento.
Il che, francamente, nella scala della pessima forma lo mette allo stesso livello della gente che, dopo aver condiviso questo meme, invocano tronfi e fieri di loro stessi scenari in cui loro stessi, come superuomini da fumetto violento armati, affondano barconi carichi di disperati per straziare i corpi di persone accusate di essere “Terroristi dell’ISIS” per un meme.
La foto riappare in ogni campagna elettorale
BUTAC, i nostri colleghi, questa foto la ricordano bene.
Il tizio ritratto nella foto, nelle segnalazioni che incessantemente ricevono dal 2015, è stato infatti un rifiugiato greco, un attentatore suicida del Bataclan inesplicabilmente vivo per un selfie ed ogni altro meme legato al terrorismo islamico.
Diventando, insomma, la stock photo del Terrorismo Mondiale.
E tutto per un meme.
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