Pink Floyd per l’Ucraina: non è la prima volta che la musica si schiera in favore di cause umanitarie. La mente corre al vinile del 1985 “We are the World” del supergruppo “USA for Africa”, una collaborazione dei principali artisti americani record di incassi creata per raccogliere fondi contro la carestia in Etiopia.
Da sempre l’arte non è mai stata slegata dalla politica e fine a se stessa. Non a caso tra le svariate sanzioni che hanno colpito la Russia dopo l’invasione Ucraina molte di loro l’hanno tagliata fuori dal mondo dell’arte, dello sport e della cultura.
La Russia in poco tempo si è trovata fuori dall’Eurovision Song Contest, dalla Biennale di Venezia e coi libri di compagnie legate alle loro istituzioni fuori dalle fiere del libro.
I Pink Floyd si erano già pronunciati in favore dell’Ucraina, annunciando la cessazione della vendita dei loro prodotti musicali in Russia.
Riportando per i russi le lancette della storia di almeno cinquanta anni, con influencer russe passate dall’esibire i beni del desiderio Occidentale a bruciarli sui social sapendo che l’unico modo possibile per averli nel prossimo futuro saranno il contrabbando e la copia illegale, come con la triste saga dei dischi russi stampati su radiografie usate.
“Noi, come tanti, abbiamo sentito la furia e la frustrazione di questo atto vile di un paese democratico indipendente e pacifico che è stato invaso e ha subito l’uccisone di tante persone del suo popolo da una delle maggiori potenze mondiali. Recentemente ho letto che Andriy aveva lasciato il suo tour americano con i BoomBox, era tornato in Ucraina e si era unito alla Difesa Territoriale. Poi ho visto questo incredibile video su Instagram, dove si trova in una piazza di Kiev con questa bellissima chiesa dalla cupola dorata e canta nel silenzio di una città senza traffico o rumori di sottofondo a causa della guerra. È stato un momento potente che mi ha fatto venire voglia di metterlo in musica. Ho pensato: è magico e forse posso farci qualcosa. È davvero difficile e frustrante vedere questo attacco straordinariamente folle e ingiusto. La frustrazione di vedere tutto questo e pensare “che c***o posso fare?” è insopportabile.”
Hanno annunciato i Pink Floyd per lanciare il loro primo pezzo dal 1994.
“Hey, Hey, Rise Up!”, che potrete ascoltare a questo link nasce infatti come collaborazione con Andriy Khlyvnyul di Boombox, gruppo musicale Ucraino.
La traccia, registrata mercoledì 30 marzo, utilizza la voce di Andriy estrapolata da un suo post Instagram che lo immortala mentre canta in Sofiyskaya Square a Kiev. La storia tra David Gilmour e Khlyvnyul comincia invero da lontano: questa iniziativa è la loro seconda cooperazione. La prima era in favore del Bielorussia Free Theatre, un gruppo teatrale underground i cui membri rischiano spesso la persecuzione sotto il governo filorusso.
Per la seconda i Pink Floyd hanno fatto le cose in grande, riunendo David Gilmour e Nick Mason col bassista Guy Pratt e il tastierista Nitin Sawhney, e lasciando uscire il primo singolo in 28 anni.
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