Versioni a confronto

Piazza delle Erbe: il botta e risposta tra Zaia ed Amministrazioni locali sull’emergenza Coronavirus

Inutile girarci intorno: COVID19 è un problema, ed è necessario affrontare l’emergenza nel modo migliore. Modo migliore che non è sempre chiaro. A Piazza delle Erbe, a Padova è esploso il caso.

Comincia tutto da uno scatto-denuncia di un fotografo dell’ANSA, che ritrae la piazza apparentemente ben oltre il limite dell’assembramento. Certo, tutti con mascherine, ma anche assiepati.

Piazza delle Erbe: le due facce della stessa storia

Secondo l’Assessore Antonio Bressa, forte delle telecamere di videosorveglianza che mostrano una visione complessiva della scena, l’assembramento apparente è dovuto ad un gioco prospettico dato dall’obiettivo fotografico.

In realtà ci viene riferito le persone ritratte hanno approfittato del mercato per fare approvvigionamento di beni di necessità, promettendo comunque controlli serrati perché anche in un pubblico mercato si rispetti il distanziamento sociale e visite plurime ai banchetti, concentrando le loro spese in una soluzione unica.

Aggiunge l’assessore come sia giusto tenere la distanza, in ogni senso, da atteggiamenti deteriori, ma senza evitare il rischio di demonizzare la condotta di una collettività

Di avviso diverso è il Governatore Zaia, che ritiene il concetto stesso di un mercatino all’aperto in tempo di Pandemia sia una fonte di pericolo e

nella conferenza stampa in diretta Facebook di domenica 29 marzo, ha paventato l’ipotesi di valutare seriamente la questione “mercati” poiché la situazione fotografata in piazza delle Erbe è, a suo parere, «insostenibile» e crea «il contesto ideale per la diffusione del virus».

Ci sono due istanze contrapposte: da un lato, chi ritiene che i mercati all’aperto sollevino la pressione sociale ed economica sugli esercizi commerciali, di fatto riducendo gli assembramenti. Dall’altro, chi ritiene che siano fonte essi stessi di assembramento, invogliando le masse al rito della “passeggiata al mercato” che, ancora per qualche tempo, forse sarebbe meglio negarsi.

La differenza tra le stesse foto viste da obiettivi diversi resta, comunque, innegabile.

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