Secondo un articolo pubblicato su Wordlifeo il 20 maggio 2021 l’Alta Corte avrebbe bocciato il vaccino Pfizer in Nuova Zelanda dopo averlo considerato illegale in quanto sperimentale. La notizia è stata ripresa su altri portali specializzati in complottismo e antivaccinismo, e sta totalizzando importanti numeri in termini di condivisione. Come accade negli ambienti della disinformazione, gli autori partono da una verità per poi distorcerla a favore della pancia dei lettori, che anche a questo giro vengono ingannati.
Di questo caso si sono occupati anche i colleghi di Butac. Con un titolo come quello riportato (“Pfizer/BioNtech illegale perché sperimentale: sentenza dell’Alta Corte della Nuova Zelanda”) un lettore non avvezzo ad approfondire si fermerebbe al titolo e penserebbe che l’Alta Corte abbia bandito il vaccino Pfizer dalla Nuova Zelanda dopo averlo ritenuto illegale. Le cose non sono andate così.
È vero, dicevamo, che l’Alta Corte ha contestato un emendamento dell’art. 23 del Medicines Act 1981 della Nuova Zelanda. L’art.23 del Medicines Act 1981 (qui il testo originale) al comma 1 recitava:
“Il ministro può, mediante avviso nella Gazzetta, ai sensi del presente articolo, dare il consenso provvisorio alla vendita o fornitura o uso di un nuovo medicinale se il ministro ritiene che sia opportuno essere venduto, fornito o utilizzato”.
Cosa significa? Il quotidiano NZHErald ci viene incontro, così come Stuff. In poche parole il Medicines Act 1981, all’articolo 23, consentiva l’accesso anticipato ai farmaci approvati da Medsafe (organo di regolamentazione medica del Ministero della Salute neozelandese) nel nome del bene pubblico. In un contesto pandemico, dunque, la Nuova Zelanda ha applicato questa legge. Il problema era che i farmaci utilizzati secondo questa legge erano destinati a un numero limitato di pazienti. Per questo David Seymour, leader del partito ACT New Zealand, è stato tra coloro che hanno espresso perplessità sui metodi di approvazione dei farmaci nel Paese.
L’emergenza pandemica, dunque, cozzava contro questa legge e il Ministero chiedeva un emendamento provvisorio che rendesse la norma meno limitante almeno nel contesto della pandemia in corso, per rispondere più tempestivamente alla richiesta di vaccini. A questo punto è entrata in scena l’associazione Nga Kaitiaki Tuku Ihu Medical Action Society che si è rivolta all’Alta Corte per contestare questo emendamento provvisorio, mossa dalle proprie posizioni (note, per esempio, a comuni cittadini e alla microbiologa Siouxsie Wiles) antivacciniste e negazioniste.
La sentenza dell’Alta Corte ha constatato che l’emendamento provvisorio proposto sull’art.23 del Medicines Act 1981 sia discutibile, ma ciò non significa che abbia fatto da megafono alle pressioni dell’associazione no-vax. Piuttosto il giudice Rebecca Ellis ha sentenziato che anziché approvare l’emendamento bisogna intervenire direttamente sul Medicines Act in questione in quanto l’emendamento provvisorio creava un’anomalia tecnica.
L’NZHerald scrive:
Tuttavia, Ellis ha rifiutato di concedere ordini provvisori che bloccano l’introduzione del vaccino – chiesti dall’associazione – sostenendo che le ripercussioni “sono troppo grandi, con un margine molto considerevole”.
Per questo il governo, attraverso il Ministro della Sanità Andrew Little, intende introdurre una nuova legge entro la fine dell’anno in quanto quella vigente risulta ormai obsoleta. In nessuna delle fonti consultati si trovano riferimenti alla “pericolosità del vaccino sperimentale”.
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