“Perché stanno bruciando le bare? E le autopsie? E gli esami tossicologici?”
Alla domanda: “Perché stanno bruciando le bare?“ hanno risposto da ogni dove, ma c’è chi vive ancora nella perversione complottista e nella convinzione di fare domande scaltre, questo perché l’uso del caps lock, per questi individui, indicherebbe una certa predisposizione a compattere il Nuovo Ordine Mondiale. Un post con il lezzo della viralità sta inondando le nostre e le vostre bacheche, nel totale abominio per le vite che il Paese ha perso per via del Coronavirus, demone infame nonché motivo di sfida da parte dei più indecenti mendicanti del web.
A me sembrano domande più che legittime:
“PERCHÉ STANNO BRUCIANDO LE BARE???
PERCHÉ TANTA FRETTA???
PERCHÉ NON ASPETTARE LA FINE DELL’EMERGENZA X PERMETTERE I RITUALI FUNEBRI???
MA COME…UNA MASCHERINA POGGIATA SULLA BOCCA DOVREBBE PROTEGGERE DA UN VIRUS DELL’ORDINE DI GRANDEZZA DEI NANOMETRI…E UNA BARA SIGILLATA NO???
MA COS’È UNA GARA A CHI È PIÙ CRETINO???
IL VIRUS NON DOVREBBE INATTIVARSI NEL GIRO DI POCHE ORE???
QUINDI???
CON TUTTI I CAPANNONI O GLI HANGAR VUOTI E DESERTI CHE CI SONO IN QUESTO MOMENTO…NON SI TROVAVA UN POSTO DOVE PARCHEGGIARE LE BARE???
E LE AUTOPSIE???
E GLI ESAMI TOSSICOLOGICI???
COME SI STABILISCE CON ESATTEZZA CHI È MORTO DI COSA???
POSSIBILE CHE ESISTANO PERSONE CHE NON SI PONGANO QUESTE DOMANDE???
POSSIBILE CHE SI POSSA CREDERE CHE UNA MASCHERINA PROTEGGE DAL VIRUS E UNA BARA SIGILLATA NO???
DISTOPIA GROTTESCA…“
Vi sveliamo un segreto: si chiama “cremazione”
A chi condivide questo messaggio qualcuno dovrebbe rinfrescare la memoria. Lo facciamo noi invitandolo a leggere questa pagina dell’enciclopedia online Treccani per comprendere il significato di “cremazione”, un’operazione contemplata tra le soluzioni delle imprese funebri e che anche nel contesto storico del Coronavirus viene praticata. Ora lo sapete.
I deceduti per COVID-19 non vengono necessariamente cremati
Chi scrive questi post, del resto, è convinto che la cremazione sia l’unica operazione praticata sui deceduti da Coronavirus. Sbaglia anche in questo. A tal proposito è del 20 marzo un’intervista pubblicata da Vice in cui parlava Alessandro Bosi, segretario della FENIOF (Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri). Bosi spiegava brevemente:
Il fatto che i defunti per Covid-19 debbano essere necessariamente cremati è una errata informazione che sta dilagando, ma che non ha alcun fondamento. Al pari dei decessi dovuti ad altre patologie o eventi, i defunti possono essere inumati (seppelliti in terra), tumulati (in loculo) o avviati a cremazione.
Troviamo riscontro in questo documento, che vi invitiamo a leggere con spirito critico.
“E le autopsie? E gli esami tossicologici?”
Ha senso effettuare l’autopsia sul corpo di una persona deceduta per Coronavirus? Non è un caso se al Sacco di Milano il procuratore aveva decretato lo stop alle autopsie lasciando però il via libera ai casi particolari (omicidio e affini), e la decisione del procuratore era avvenuta su richiesta dell’Istituto di Medicina Legale. Il motivo era semplice: troppe salme. “Altrimenti si procederà solo all’esame da parte dei medici”, quindi sì, ovviamente gli accertamenti sono previsti.
Le autopsie però, secondo le fonti, sono state sospese solamente al “Sacco” di Milano in quanto a Roma, per esempio, su un giovane di 34 anni morto a seguito di un’infezione da Coronavirus era stata fatta l’autopsia per conoscere le cause del decesso, visto che il ragazzo risultava sano e senza comorbosità.
Il complottista che diffonde spot sulla cremazione come unico rituale funebre per i deceduti da Covid-19 e sulla negazione di autopsia ed esami tossicologici non è solo in malafede, ma ha una passione morbosa verso la disinformazione e verso il proprio specchio. Gli sono sfuggiti, a quanto pare, gli articoli sul trasporto delle salme a bordo di mezzi militari, una fotografia che descriveva perfettamente la situazione in cui l’Italia fa fatica a onorare i defunti.
Anziché diffondere notizie infondate e violente, da oggi, sarebbe il caso di tacere su ciò non si sa, dunque di allenare lo spirito critico e solamente dopo diffondere contenuti su Facebook. “Perché stanno bruciando le bare?”, noi vorremmo rispondere nel peggiore dei modi, ma ci affidiamo a un commento che troviamo sotto il post che oggi abbiamo messo in analisi:
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.