Perché scoprire che c’è stata siccità a Roma nel 1971 non vi aiuterà oggi
Scoprire che c’è stata siccità a Roma nel 1971 è uno di quei casi in cui il variegato mondo del complottismo scopre l’acqua calda. È vero, avete trovato su Getty Images una foto della siccità del 1971. L’avete ripubblicata senza neppure la cortesia di abbassarne un po’ la qualità o aggiungere altri watermark, è pur sempre un contenuto in vendita.
Vi siete peraltro dimenticati che sul portale di vendita originale la foto ha una didascalia che invita a contestualizzare la foto.
Cosa che evidentemente non è stata fatta, perché altrimenti saremmo subito arrivati al punto. La siccità è sempre esistita, quello che ci frega è il cambiamento climatico, ovvero arrivare al punto di non ritorno climatico.
Del quale tragedie come il disastro della Marmolada non sono il punto di arrivo, ma il punto di inizio.
Perché scoprire che c’è stata siccità a Roma nel 1971 non vi aiuterà oggi
Avete quindi scoperto che a Roma nel 1971 vi fu una drammatica siccità. Abbastanza drammatica da richiedere un Angelus speciale per placare i timori della popolazione.
Quindi avete scoperto che per l’umanità la siccità è un grave problema. Bravi, me ne compiaccio.
Quello che vi sfugge è che la situazione in cui stiamo vivendo ora è progressiva e degenerativa.
Sostanzialmente dire che siccome c’era la siccità anche nel 1971 ed era un problema chi parla di cambiamento climatico complotta è mente è come dire che siccome di moriva di incidenti stradali anche nel 1970, tanto vale abolire cinture di sicurezza ed airbag e scorrazzare per le strade su catorci senza sistemi di sicurezza perché “tanto si muore uguale”.
Vi sfugge che secondo i dati forniti alla stampa da Paola Mercogliano, ricercatrice del Cmcc.
Il Mediterraneo fa ormai segnare 4 gradi in più rispetto al passato e negli ultimi dieci anni si contano cinque delle estati più calde di sempre da quando esistono le misurazioni. “Sono le nuove estati in Italia: ondate di calore che permangono per più tempo e in maniera più intensa, temperature elevate e caldo soprattutto nelle città. Se guardiamo ai dati raccolti nei decenni passati è facile rendersi conto che non è più una stranezza”, conferma
Nel 1971 c’è stata una siccità prolungata. Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto cinque delle estati più calde da quando esistono le misurazioni, le ondate di calore si susseguono con sempre meno tregua e assistiamo ad una pseudotropicalizzazione del clima.
Il futuro non migliorerà per niente, anzi
Secondo le analisi della NASA, siamo già nel pieno di un’emergenza climatica. Ma un’emergenza i cui effetti sono destinati ad aumentare nel tempo, senza regredire o anche solo rallentare se non con un intervento immediato.
In un clima pseudo-tropicalizzato tutto diventa più estremo: non c’è solo il problema della siccità, ma il passare da siccità in grado di danneggiare la risorsa idrica e distruggere l’economia (annientando turismo, agricoltura e coltivazione) a piogge torrenziali che anziché fornire sollievo provocheranno ulteriori danni all’ecosistema.
Usare “pseudo” non è un caso. Il clima che ci aspetta non è tropicalizzato in senso proprio, ma un clima estremo che ricorda la condizione dei tropici ma ad essa è sovrapponibile solo giornalisticamente.
Già nel 2018 era possibile osservare come se un’estate calda con temperature “tropicali” come il 2017 era probabile una volta ogni 135 anni negli anni ‘70, la probabilità dell’epoca era salita una volta ogni 8 anni.
Un clima pseudotropicale, ovvero estremo e nocivo rischia di diventare un compagno costante.
Quello che nel 1971 era un evento estremo e degno di nota, nel prossimo futuro diventerà una sequela di eventi estremi dai quali non c’è sosta.
Eventi che come abbiamo avuto modo di osservare bacchettando i negazionisti del clima, non si fermano certo a siccità e climi pseudotropicali.
Abbiamo un solo pianeta Terra
Nei tentativi di tirare la NASA per la giacchetta inventando improbabili giustificazioni astronomiche del tutto inconsistenti, i negazionisti del clima si sono basati su una serie di testi che spiegano il contrario.
Partendo da una versione semplificata per i meno curiosi se è normale che il clima muti nel lunghissimo periodo, è anormale che lo faccia nel breve, come sta accadendo ora.
Non è sostanzialmente normale perdere in mezzo secolo buona parte dei ghiacciai e trovarsi dinanzi a frane devastanti che distruggono gli stessi senza alcuna possibilità di riaverne.
La CO2 prodotta negli ultimi settanta anni è abnorme rispetto a quanto esaminato non solo nei secoli, ma anche nei millenni precedenti.
E proprio in questo secolo abbiamo assistito a fenomeni come l’erosione dei ghiacciai e tutto quello che ci ha portato alla tragedia della Marmolada.
La situazione attuale
Una intera sezione del portale dell’Agenzia Aereospaziale è dedicata infatti a ricordarci che le prove scientifiche del cambiamento climatico globale sono inequivocabili e tutte legate all’intervento umano dell’ultimo secolo.
E non parliamo del solo scioglimento dei ghiacciai: fenomeni come l’innalzarsi del livello degli oceani, la tropicalizzazione del clima, l’acidificazione degli oceani e le siccità incipienti sono tutti collegati.
E destinati a diminuire la qualità della vita umana a livello globale nei prossimi secoli, trascinandosi dietro migrazioni, carestie e instabilità sociali.
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