Tra le più bizzarre teorie sulla genesi del SARS-CoV-2 torna periodicamente quella che lo vorrebbe essere un prodotto umano, creato a tavolino in laboratorio. Spesso con prove che vanno dal risibile al grottesco.
Ci siamo imbattuti in una serie di Tweet della dottoressa Angela Rasmussen.
Trovandoli interessanti, vi daremo l’inizio della conversazione e tradurremo tutto quanto in sequenza:
Da quando il Senatore Tom Cotton ha aggiunto benzina al fuoco delle teorie complottiste relative alle origini del SARS-CoV-2 COVID19 Coronavirus, vorrei spiegare perché questa teoria non è solo sbagliata, ma è ridicolmente errata. Questa teoria è già stata sbufalata abbondantemente, ed eccone un riassunto.
La teoria principale è che il SARS-CoV-2 COVID19 Coronavirus potrebbe essere “scappato” dal Laboratorio Nazionale di Wuhan per la Biosicurezza. Una teoria secondaria, che il Senatore cotton tende ad ignorare ma altra gente che mi menziona sembra adorare, è che si tratti di un’arma biologica in via di sviluppo. Nessuna di queste due teorie è vera.
Ci sono una serie di ragioni che rendono improbabile per il SARS-CoV-2 COVID19 essere venuto ad essere per colpa di un errore di contenimento.
Abbiamo prove genetiche che derivi dai pipistrelli selvatici. Ecco qui un testo scientifico del 2017 che descrive una caverna dello Yunnan con una MASSA di virus del tipo Coronavirus, affini alla SARS, infestanti dei pipistrelli. Quando questo testo fu pubblicato, si riteneva con fermezza che la SARS, quella originaria, derivasse dai pipistrelli. Abbiamo anche le prove che delle persone sono state esposte ai coronavirus dei pipistrelli. Qui ci sono studi di sierologia, che dimostrano che nel sangue di alcune persone sono stati trovati anticorpi che reagiscono alle proteine del coronavirus dei pipistrelli. Gli studi sierologici non sono definitivi, perché gli anticorpi possono avere reazioni di reattività crociata. È assai interessante però la suggestione che gli esseri umani vengono effettivamente esposti ai coronavirus dei pipistrelli. Ci sono molte opportunità per il CoV di passare agli umani. I pipistrelli di solito hanno una enorme quantità di coronavirus a cui sono esposti. Sono una normale nicchia ecologica per tali virus. Il mio collega alla Columbia [University], Dottor Simon Anthony ha scoperto virus dei pipistrelli simili al virus della MERS, suggerendo un’origine dai pipistrelli anche per quel coronavirus.
Riassumendo:ci sono un sacco di betacoronavirus che vivono nei pipistrelli selvatici in cina, e nei pipistrelli in generale. Come facciamo ora a sapere che il SARS-CoV-2/COVID19 non è emerso dal laboratorio di Wuhan dove si studiavano i coronavirus dei pipistrelli?
Non ne abbiamo alcuna certezza. Ma ci sono un sacco di rilevanti informazioni nel genoma che suggeriscono che non è così.
In questo studio, il dottor K. G. Andersen ed altri hanno effettuato una analisi dettagliata del genoma del SARS-CoV-2, scoprendo che il codice genetico contiene caratteristiche incompatibili con la coltivazione in vitro, come il suo sito di scissione polibasico e i glicani O-linked nella spicola proteica. Inoltre hanno identificato delle caratteristiche inedite nei recettori DNA binding di S, la parte che si collega al recettore ACE2, che non è in grado di agganciarsi in modo ottimale al recettore ACE2 umano. Eppure simili caratteristiche sembrano collegarsi all’ACE2 umano molto bene.
Perché qualcuno dovrebbe sobbarcarsi il problema di creare dei recettori completamente nuovi incrociando le dita perché funzionino anziché usare sequenze che già sono note e funzionanti? Questo suggerisce che siano nate naturalmente anziché essere state create o coltivate. Questi studi indicano con fermezza che il SARS-CoV-2 si è originato nei pipistrelli per evolversi naturalmente, negli umani direttamente o in un ospite intermedio, in modo da infettare efficacemente gli esseri umani.
Un altro problema con la teoria delle origini da laboratorio è pratica: deriva dal lavoro di virologia nei laboratori di contenimento avanzato. Come dice il senatore Cotton, a Wuhan c’è “l’unico super laboratorio di biosicurezza cinese di livello 4” (i virologi non chiamerebbero mai i laboratori di biosicurezza di livello 4 “superlaboratori”, per vostra informazione)
I laboratori BSL-4 sono dedicati ai patogeni che causano malattie gravissime per le quali non sono disponibili vaccini o trattamenti. Ecco perché questi “laboratori da tuta spaziale” sono di elevata sicurezza, costosi da progettare e costruire e richiedono molto equipaggiamento protettivo.
Vi confido un segreto: lavorare in un BSL-4 è un casino immondo. È logisticamente difficilissimo effettuare le più normali operazioni di laboratorio se devi indossare tre paia di guanti attaccate col nastro americano ad una tuta a pressione positiva. Quindi la gente evita di lavorare in un BSL-4 se non è costretta.
Ma i coronavirus dei pipistrelli sono materiale da BSL-2, la SARS e la MERS sono da BSL-3. Se bisogna lavorare in Cina sui coronavirus dei pipistrelli, non lo si fa nei BSL-4. Sarebbe poco pratico. Ben poco pratico.
Inoltre, i BSL-2 richiedono sorveglianza medica e i lavoratori devono autodenunciare sintomi di malattie quando lavorano con agenti infettivi. Non posso parlare delle pratiche a Wuhan, ma sono convinta che le seguano anche loro. Come ho detto, sono bravi virologi.
Infine, i coronavirus possono ricombinarsi in caso di coinfezione (due virus che infettano la stessa cellula o organismo). Possono essenzialmente “scambiarsi” il codice genetico. Quindi cerchiamo di tenerli in incubatrici separate per evitare coinfezioni accidentali. Sebbene parte di questo sia biosicurezza, poiché le possibilità di ottenere un superibrido sono inferiori a quelle di disastro aereo improbabile, lo si fa per evitare di rovinare un esperimento. Non bisogna sottostimare il desiderio di un virologo di non ripetere esperimenti falliti.
Riassumendo:
Passiamo ora alla cosa dell’arma bioterroristica. I patogeni col potenziale per diventare bioarmi sono classificati come “Select Agents” qui negli USA. Qusto potenziale è politico tanto quanto scientifico.
La SARS è un Select Agent, ma il potenziale per usare la SARS è MINIMO. La MERS non lo è ancora… e non capisco perché. Forse perché la MERS non si diffonde efficacemente da uomo a uomo? O forse perché non c’è un “allarme MERS”?
Da un punto di vista scientifico e di biodifesa, un agente che un elevato potenziale per diventare un’arma è qualcosa che può essere disperso in modo controllato, ha un tasso di mortalità e morbilità elevatissimi ed è meno probabile che danneggi chi lo usa. L’antrace è un ottimo esempio di bioarma: la puoi disperdere in modo controllato, ad esempio via posta come nel 2000, ha un’alta mortalità se inalato, spesso non puoi diagnosticarlo finché non è tardi. Puoi curarlo con gli antibiotici ed è sicuro da realizzare.
Da questo punto di vista il SARS-CoV-2 è un’arma biologica pessima.
Nota: Io ritengo che la guerra biologica ed il bioterrorismo siano aberranti e non ho intenzione di lodare la creazioni di armi bioterroristiche effettive. Sto solo dicendo che essendo il SARS-CoV-2 pessimo per questo scopo è improbabile sia nato per questo.
Infine, nonostante molti esprimano scetticismo sulla nozione che alla Cina importi della Convenzione di Ginevra che impedisce l’uso di armi biologiche offensive, non è cosa da poco. Ci sono prove che l’Unione Sovietica abbia continuato ad avere simili programmi anche dopo il divieto del 1972. Hanno fatto di tutto per nasconderlo per evitare i problemi di ordine mondiale che ciò avrebbe loro causato.
Non sono un’esperta di questo, ma dubito qualcuno deciderebbe di violare la Convenzione di Ginevra e rischiare di rovinarsi agli occhi della comunità internazionale per un’arma pessima come la SARS-CoV-2. Quindi è impossibile che la SARS-CoV-2 sia un’arma biologica che è scappata.
È anche improbabile che si tratti di un virus dei pipistrelli fuggito ad insaputa dei ricercatori. Ci sono molte prove che puntano al virus generato in nautra. E finché non avrò prove contrarie, io sarò contro l’origine in vitro.
Tradotto e formattato dall’originale della Dottoressa Dr. Angela Rasmussen, biologa all’Università della Columbia.
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