Una domanda che torna spesso ed è arrivata anche da noi è perché i confini dei paesi Africani sembrano disegnati con un righello.
Possiamo rispondere a questo dubbio con rapidità e immediatezza: perché ovviamente lo sono.
Potremmo finire la risposta al quesito qui, e nessuno potrebbe lamentarsene perché abbiamo risposto esattamente. Ma probabilmente ne sareste insoddisfatti: ripercorreremo quindi un po’ di storia insieme.
I confini attuali dei paesi Africani, salvo variazioni avute nel tempo e che non cancellano l’effetto straniante di una serie di linee diritte, derivano dalla Conferenza di Berlino del 1884.
Non è nostra intenzione condensare in pochi capoversi secoli di storia: basti ricordare che la Conferenza di Berlino è l’atto conclusivo di un processo iniziato nella seconda metà del XIX secolo, chiamato col nome che tutti conosciamo di Colonialismo.
Le varie nazioni Europee si precipitarono a stabilire protettorati e colonie, con l’evidente rischio di finire a farsi la guerra a vicenda per il territorio più ricco.
La Conferenza di Berlino pose un freno sul nascere a tutto questo: come abbiamo anticipato, fu un processo brutalmente burocratico nel quale 13 Paesi europei (tra cui l’Italia) e gli Stati Uniti misero le basi per la corsa all’Africa e per la sua spartizione.
Per evitare conflitti (come vedremo, tra i soli Europei) i rappresentanti si armarono di riga e squadra e cementarono le situazioni di fatto, spesso tracciando confini arbitrari basati sui territori già a loro disposizione, i meridiani e i paralleli.
Territori che non avevano alcuna corrispondenza coi territori delle tribù e delle popolazioni pre-esistenti su quelle terre.
E che rimasero inalterati per decenni, in modo tale che persino quando la neonata Organizzazione dell’Unità Africana (OUA), precorritrice dell’attuale Unione Africana dovette sancire i confini degli stati africani nella Conferenza del Cairo del 1964, decise che i confini già presenti sarebbero stati inalterati.
Parliamo di confini che hanno meno di secoli, sovrapposti a popolazioni che vivevano lì grossomodo da quando esiste l’umana stirpe. Non puoi ritenere di separare con un colpo di riga terreni ancestrali, dividere pascoli e territori fecondi di una tribù o popolazione e darli ad altri con un bussolotto.
Conflitti devastanti come la guerra in Ruanda tra i Tutsi e gli Hutu e la Guerra Civile in Etiopia derivano dalla stessa matrice: popolazioni un tempo insistenti su un suolo determinato sono state divise da un tratto di penna. Popoli ed etnie diversissimi si sono ritrovati condannati ad una forzosa convivenza che è poi esplosa nel sangue.
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