Hans Christian Andersen, Sandro Pertini, Matteo Renzi, Carlo Cottarelli, alcune guardie giurate mai esistite, un povero naufrago aggrappato ad una barca che affonda: cosa hanno in comune queste persone?
Troppo, scopriremo.
Partiamo dalle origini: Hans Christian Andersen, noto, sfortunatissimo autore (praticamente il Mariottide del 1800), scrisse nel 1837 una fiaba per bambini, ispirata da un racconto spagnolo del 1300, che chiamò I vestiti nuovi dell’Imperatore, illuminante per essere una delle prime codificazioni letteraria della mob mentality, la mentalità del branco.
Se non avete passato la vostra vita sotto un sasso, o non siete ignoranti come una vacca sacra, conoscerete sicuramente a grandi linee la storia narrata, altrimenti potete seguire il link fino a Wikimedia o fidarvi del nostro riassunto: la storia narra di un Imperatore che, desideroso di avere vesti sfarzose da ostentare, cade vittima di due truffatori che lo convincono di aver creato una magica stoffa invisibile, intangibile ed impercepibile che si mostra in tutta la sua bellezza solamente alle persone intelligenti.
L’Imperatore naturalmente non può vedere ciò che non esiste, ma pur di non rischiare di ammettere ai truffatori che lui ritiene essere dei sarti dotati di poteri magici di essere un idiota acquista la stoffa ed ordina che sia cucita una veste che immagina meravigliosa, per poi indossarla in parata. Quando l’Imperatore quindi finisce a vagare nudo per le strade atteggiandosi, sia i suoi seguaci che i suoi cittadini continuano a lodare le sue vesti ricche e sfarzose, sia per non rischiare di incorrere nella sua ira che per guadagnarsi la fama di persona intelligente, finché un bambino, quindi innocente e privo di particolari pregiudizi verso l’Imperatore, non lo indica ridendo ed esclamando a gran voce “Il Re è nudo!”, suscitando l’ilarità dei presenti ma non quella dell’Imperatore che, tronfio ed impettito, continua la sua ridicola parata.
È un fenomeno, questo, che abbiamo visto più volte anche applicato al mondo delle bufale: quando l’Imperatore di turno dichiara di aver visto qualcosa, ecco che le folle accorrono urlando e sbraitando a difendere la loro curiosa patologia allucinatoria. Con l’unica differenza che, probabilmente, oggi la folla inferocita anziché ridere col bambino avrebbe massacrato il fanciullo implorando al Re nudo la sua benevolenza.
Cominciamo quindi dall’ordine cronologico.
È ormai da decenni, da così tanti anni che gli eredi di Sandro Pertini si sono attivati per smentire la bufala, che gira il famigerato apocrifo quando il governo non fa quello che vuole il popolo, bisogna cacciarlo con mazze e pietre.
Non solo questo apocrifo, come abbiamo spiegato nel testo linkato, si unisce ad una lunga sequela di frase famose mai pronunciate, ma subito dopo la smentita abbiamo avuto in bacheca orde di Indinniati Speciali pronti a spergiurare non solo che gli stessi eredi di Sandro Pertini avrebbero mentito per nascondere che il loro congiunto, politico di pregio, era in realtà uno scimmione gentista assetato di sangue e violenza e dalle capacità espressive di un leone da tastiera seminalfabeta abbandonato su Facebook, ma a ostentare fieri ed orgogliosi un video su YouTube dove questa frase esiste!
Video che abbiamo conservato, e che vi esibiamo:
Spoiler: in questo video non troverete mazze, pietre e bastoni.
In un particolare e grottesco esempio di mentalità da branco però abbiamo avuto orde di indinniati speciali ripetere fino allo sfinimento di aver tratto la frase incriminata da questo video, convinti di averla sentita e pronti, sotto giuramento, ad accusare di spergiuro la Fondazione Sandro Pertini.
Mentitori consapevoli o vittime di una particolare suggestione patologica?
Cercheremo una risposta spostandoci nello spazio e nel tempo. Arriviamo così al Terremoto dell’Aquila, quando i nostri amici indinniati, sprecando una preziosa occasione per tacere, dimostrando un’intelligenza inferiore a quella del bambino della nota fiaba esibendosi a vicenda questa foto
Per i più miopi preparammo anche un ingrandimento, grazie ai potenti mezzi della tecnica
Come potete ben vedere il fantomatico cellulare è un pezzo di cravatta che l’ex Presidente del Consiglio stava aggiustando. Ma anche in quel caso, orde di indinniati vennero a flagellare l’astuto fanciullo rivendicando il loro diritto ad inseguire i fantasmi del loro intelletto.
E simili dimostrazioni non si fermano qui: qualche anno dopo, raffinati esperti di economia decisero di lanciarsi su una critica di un libro dell’economista Carlo Cottarelli basata sull’analisi della fantomatica pagina 176 che, a loro dire, ribalterebbe il significato di un intero testo a favore della moneta unica in un appello per l’uscita dall’euro.
Il problema? Anche in questo caso, siamo di fronte ad indinniati che applaudono il Re Nudo, dato che quel testo da loro citato contiene esattamente 175 pagine e la fantomatica riga di testo da loro citata, a volte con la protesi un po’ triste ma l’abbiamo sentita letta in TV è in realtà l’incipit di una dimostrazione per assurdo che porta al risultato del tutto opposto, discutendo un ipotetico scenario di uscita dall’Euro con la lapidaria conclusione contentente una feroce stroncatura dello stesso.
Questo non ha impedito a migliaia di persone di rendersi pateticamente ridicole discettando di un libro che non hanno letto, insistendo sul contenuto di una pagina che il libro non contiene, citando come fonti una immagine presa da Internet.
Ci avviciniamo sempre più al grottesco: i primi di giugno ci viene segnalata una pagina un po’ particolare.
Sulla stessa, per motivi sconosciuti, appaiono una serie di storie di guardie giurate uccise o ridotte in fin di vita dai personaggi più improbabili: stranieri, baby gang, killer sconosciuti.
Storie, naturalmente prive del qualsiasi riscontro, ma con un folto seguito di lettori pronti ad aspettare al varco il morto del giorno, quasi gloriandosi del decesso immaginario ma annunciato, e pronte a latrare contro la stampa colpevole di non diffondere la triste sorte di un cadavere inesistente.
Anche in questo caso, abbiamo individui che non solo si riuniscono in strada per lodare l’opera dei “sarti” furbetti, ma attendono con ansia di vedere il Re Nudo per descrivere le sue scintillanti vesti.
Ma l’apice della tristezza l’abbiamo toccato ieri, quando, dinanzi alla foto di un naufrago aggrappato alle braccia di altri esuli su una carretta del mare, abbiamo avuto il nostro bel daffare a mettere alla porta i soliti sbavanti fanboy del Re Nudo pronti a giurare, nonostante la prova della loro malafede fosse davanti agli occhi, di aver visto un fotoritocco nel quale si vede una “risorsa” che cammina sulle acque.
Oggi più che mai, il Re è Nudo.
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