Perché Burioni ne sa più di un articolista?
Il dubbio è sempre amletico: worshippare Burioni o worshippare un articolo di giornale? Ciò che tra collaboratori ricordiamo sempre è che un fact-checker non deve mai andare oltre la notizia, specie se l’argomento non è di sua competenza. Anzi, diciamola tutta: il fact-checker funziona come una biblioteca. Il suo dovere, in teoria, è quello di fornire ai lettori le fonti dalle quali attingere le informazioni. Molto spesso il debunker si ritrova ad argomentare, riassumere le fonti in un articolo di analisi e riportare le conclusioni che mai provengono dal suo parere personale, bensì da quanto appreso dalle fonti accreditate.
Capita molto spesso, infatti, che quando si ha a che fare con una segnalazione di una notizia a carattere scientifico, il team di Bufale.net preferisca lasciar perdere proprio per la mancanza di strumenti. Ci sono le fonti, è vero, c’è Internet, è verissimo, il web è pieno di risorse, indiscutibile. C’è un problema di fondo: non funziona come nei fatti di cronaca o come nelle citazioni improbabili attribuite a quel politico antipatico a qualcuno. La scienza è altro, e se manca il linguaggio per capirla e argomentarla è bene lasciarlo fare a chi di competenza.
Ora, noi si fa riferimento a Burioni nel titolo, ma il mondo è pieno di Burioni che meglio di noi e di qualsiasi altro articolista possono offrire la loro spiegazione sulla base della propria esperienza, dei propri studi e soprattutto della propria specializzazione. Un articolista, oggi – ahinoi – è considerato anche il semplice allarmista compulsivo che scrive su siti creati ad hoc palesemente schierati contro il siZtema, e dunque getta una luce di tenebra su tutto ciò che riguarda farmaci, vaccini, terapie, salute e sanità. Il risultato è un’orda di demoni inferociti che gridano allo scandolo solamente perché quel tizio, dietro la tastiera, ha creato un collage di informazioni distorte. No, non siamo noi a dire che siano distorte, ma se arriva un medico specializzato e smonta quelle teorie, che nella storia non lasciano il segno se non quello di una colossale figura di deiezione, allora è il caso di fermarsi un attimo a riflettere.
Non è tutto. Anche i quotidiani accreditati hanno spesso fatto un buco nell’acqua con i loro titoli allarmisti, e i contenuti sono spesso finiti in pasto di utenti che si sono fermati al titolo e hanno, così, rafforzato le loro convinzioni in ambito scientifico. Questo non va bene.
Perché Bufale.net fa questo editoriale?
Il caso l’abbiamo notato tutti: l’articolo sull’analisi choc pubblicato dal quotidiano Il Tempo ci è stato segnalato da decine di utenti, e abbiamo compreso la preoccupazione. In breve: Vincenzo D’Anna, presidente dell’ordine dei biologi, parla di “sostanze che non dovrebbero esserci” da ciò che emerge da analisi condotte su un lotto di vaccini, ma non le nomina. Fermi, abbiamo scritto “non le nomina” perché nell’articolo pubblicato su Il Tempo non le nomina, il che vuol dire semplicement “non le nomina”, e non intendiamo che questa frase venga usata per dire che ci si fa forza del fatto che non le nomini. Okay. Ciò che i debunkers di NeXt Quotidiano hanno fatto è prendere in analisi l’articolo e sottolineare che D’Anna, in chiusura all’intervista, dica che le agenzie devono ripetere le analisi.
Ciò che infine ha fatto Roberto Burioni è dedicare un articolo al pezzo pubblicato sul Tempo sul suo sito Medical Facts. Nelle sue parole:
I nostri vaccini, quegli stessi usati in tutto il mondo, sono efficaci, sicuri, puliti e non contaminati. Chi afferma il contrario ha il dovere di provarlo in maniera inoppugnabile, perché se i vaccini fossero inefficaci o pericolosi tutto il mondo correrebbe un serio pericolo e bisognerebbe prendere provvedimenti immediati.
Ancora:
Quella presentata non è una «prova contraria», è un concentrato di sciocchezze ed errori sperimentali.
Poche parole, lo sappiamo, che forse non sono sufficienti per smentire quanto detto da D’Anna, ma guardiamo i fatti:
- D’Anna parla di analisi choc, ma non riporta nel dettaglio quali tossine abbiano consentito all’articolista de Il Tempo di parlare di “choc”;
- D’Anna, infine, non sentenzia dicendo che i vaccini sono la Morte, anzi, sostiene che le analisi andrebbero rifatte;
- Roberto Burioni, infine, sostiene che quanto detto da D’Anna non sia il contrario di “sicurezza” e che non costituisce, quindi, la “prova contraria” che i detrattori dell’obbligo vaccinale portano sulla fronte come personale slogan.
Si tratta, sostanzialmente, di prese di posizione che condizionano la mente di molti lettori facilmente impressionabili. Ciò che dobbiamo capire è che nessun articolista che non abbia competenze è legittimato a parlare e argomentare di scienza. Nemmeno il fact-checker, il debunker, quando l’argomento è così spinoso. Ecco, in sostanza, perché i tanti Burioni presenti nel mondo ne sanno più di un articolista: ne hanno la competenza, la conoscenza e l’esperienza. Informarsi su Internet non basta, tanto meno se le letture nascono per terrorizzare e disinformare.
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