Per un finto articolo complottista, Draghi vuole le scie chimiche
Per un finto articolo complottista, Draghi vuole le scie chimiche. Una screenshot decisamente malfatta anche per gli standard a cui le “fonti russe” ci hanno abituato ultimamente presenta una dichiarazione scioccante.
E non nel senso della dichiarazione: nel senso che siamo basiti alla sola idea che qualcuno possa avercela segnalata perché vi credeva.
Idea che rivela come negli ambienti delle “informazioni non troppo verificate” che amiamo chiamare “bufale” e “complotti” il massimo livello di approfondimento consentito è “No so, me l’ha mandata mio cugino, stai forse dicendo che mio cugino è una persona falsa che ha detto la bugia?!?!”
Il povero Mario Draghi, Presidente del Consiglio uscente non ha fatto neppure in tempo a passare le consegne al suo successore che rieccolo tornare nel vortice di fake news ancora più grottesche delle assurde fake news che lo salutarono al suo arrivo.
La chiave del mistero è assai semplice: i font del presunto titolo sono irregolari e malfatti e la screen non fa riferimento a nessun articolo della testata, né cartaceo né online.
Nessuno ha pubblicato quel brano, sia sugli articoli di La Repubblica in generale che cercando la presunta “Teresa Scampi” nel motore di ricerca per autore il brano non compare.
Un brano rimosso avrebbe quantomeno il buon gusto di apparire nella cache di Google o nei vari servizi di archivio di pagine datate e rimosse.
Cosa che non succede a questo articolo, che sopravvive per condivisioni social della screenshot sparpagliate alla chetichella tra Facebook e Twitter la cui fonte è “me lo hanno mandato” e “l’hanno tolta” anche se, di fatto non è mai esistita.
Del resto, “Teresa Scampi” non risulta neppure sull’Albo dei Giornalisti.
Anche volendo postulare l’opera di un non iscritto, i suoi contributi non risultano essere mai apparsi in tutta la storia di “La Repubblica” dal momento in cui ha cominciato ad avere un archivio online e l’articolo non solo non c’è, ma non ha lasciato alcuna traccia che potrebbe anche solo far pensare all’esistenza di un articolo “pubblicato e poi cancellato”.
Si tratta indubbiamente di una fake news.
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