Per il complotto online il Centro Commerciale Amstor era chiuso “da un po'”. È un fenomeno che nel campo delle “Fonti Russe” abbiamo visto spesso.
Le peggiori atrocità di questo conflitto (ad esempio, la tragedia di Bucha) vengono dapprima legittimate da condivisioni online diffuse sulla Rete e poi “nobilitate”.
Spesso le condivisioni nascono da account fake, ricondivise poi da “account in buona fede” e nobilitate.
Sappiamo tutti cosa è successo al centro commerciale Amstor a Kremenchuk, in Ucraina. Non c’è bisogno di aggiungere orrore all’orrore.
Ma niente è più orribile dell’arrampicarsi sugli specchi per giustificare l’orrore stesso.
Secondo “fontirusse” l’obiettivo era un magazzino di armi occidentali. Secondo le fonti online il Centro Commerciale Amstor era chiuso
Circola sui social una screen di Google Maps in lingua tedesca dove il Centro Commerciale Amstor risulta effettivamente chiuso.
Il problema è che, come chiunque usi Google Maps sa, le informazioni contenute sono da intendersi come “non aggiornate”. E si prega sempre di considerare le condizioni locali, non a caso.
Ancora adesso, il Centro Commerciale Amstor risulta essere aperto (nonostante la devastazione renda tale scenario del tutto virtuale).
Abbiamo qui una screen presa nella giornata odierna, lasciamo anche la timestamp dell’ora
Peraltro il Centro Commerciale risulta aperto anche accedendo non dalla app di Android, ma dall’app online sul motore di ricerca di Google.
Secondo una possibile interpretazione de Il Corriere, le presunte screen del centro commerciale “chiuso” non sarebbero un falso ma meramente “datate”.
Precisa la testata come “la catena Amstor apparteneva all’imprenditore prorusso Vadym Novinskij, ma dopo una lite tra azionisti la Amstor avrebbe abbandonato le vendite al dettaglio”.
Quindi le screen diffuse potrebbero risalire a quel momento.
Datate o modificate poco importa: il risultato è che, come è evidente dal compendio di immagini diffuso dai media, il Centro Commerciale era aperto.
Anche la “fonte russa secondaria” che sembra essere diventato per i diffusori del complotto Google Maps lo segna come aperto.
Un po’ difficile ritenere che l’Uomo Pangolino e gli “Uomini Occidentali” fossero a far spesa di armi tra carta igenica distrutta e macerie, no?
Successivamente alla pubblicazione di questo articolo è stato portato alla nostra attenzione questo tweet.
Che dimostra come proprio il 27 Giugno ci sono stati gli ultimi acquisti di un centro commerciale che per i complottisti e le “fonti russe” doveva essere chiuso.
Per essere precisi, un giocattolo.
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