Secondo i novax il preparato Pfizer riduce lo sperma negli uomini, ma ovviamente è una fake news.
Una fake news che affonda le sue radici in una lunghissima serie di bufale dello stesso tenore. Teorie suffragate da false interpretazioni dei testi tecnici, se non da aperte fake news.
Visioni cinematografiche nelle quali i novax vengono dipinti come persone dal “sangue puro”, con accenti a metà tra il nazismo e il Voldemort cinematografico. Teorie per cui lo “sperma novax” valga di più e questo renderà i novax gli iperfertili stalloni del nuovo mondo.
Una serie di fake news dal vago sapore compensatorio, come abbiamo visto.
Che ritornano sotto forma di “cherry picking”: qualcuno cerca testi che possano anche solo di lato suffragare una teoria che già esiste nella sua mente. Trovatili, in una inversione del metodo scientifico li agiteranno come conferma delle loro teorie.
Come ricordano i colleghi di Facta, la fonte originale delle condivisioni arrivate anche da noi in Italia tende a porsi sulla scia della “controinformazione”. Diffondendo teorie come la fake news del “server tedesco pieno di voti di Trump” violato da Renzi e Obama con la loro scienza hacker suprema e diversi contenuti contro i vaccini.
Ma ambasciator non porta pena, e passiamo allo studio in questione.
Esiste uno studio che dimostrerebbe che la vaccinazione provoca una temporanea riduzione (enfasi: temporanea) sulla motilità dello sperma.
Riduzione che però, come confermato da analisi alla distanza successiva di tre mesi è del tutto reversibile e temporanea.
La soluzione più logica è che, ovviamente, non è che il preparato Pfizer riduce lo sperma negli uomini. Piuttosto come è noto nella medicina un qualsiasi stato che affligge la risposta immunitaria ha una sua influenza sullo sperma.
Una vaccinazione, qualsiasi vaccinazione, ma anche contrarre la malattia. Cosa che in questo caso provoca effetti ben più sgradevoli, e sovente non facilmente reversibili.
Itai Gat dello Shamir Medical Center di Israele, tra gli autori dello studio citato è stato contattato da Associated Press.
Ha quindi avuto modo di confermare quanto vi abbiamo spiegato, conseguenze tipiche di stati febbrili o forme di attivazione immunitaria
«Quanto osservato nel nostro studio è molto simile al calo dello sperma documentato dopo comuni malattie febbrili (come l’influenza)».
Confermando come la riduzione sia del tutto temporanea.
Cosa sfuggita a chi ha rilanciato a scopo allarmistico lo studio. Che peraltro ha omesso di ricordare che la Society for Male Reproduction and Urology (Smru) e la Society for the Study of Male Reproduction (Ssmr) avevano avuto modo di spiegare come anche la febbre causata da un’infezione causi una riduzione della motilità spermatica.
Ma simile o superiore e col bagaglio dei sintomi legati al Long Covid in più.
Naturalmente alla “controinformazione” ciò non interessa.
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