Per i complottisti Britney Spears soffre di “reazioni avverse” (ma dal 2019)
Per i complottisti Britney Spears soffre di “reazioni avverse”, secondo la logica già vista dei “cacciatori di effetti avversi”. Parliamo di quella branca del complottismo novax che, spesso con plateali errori di date e nesso causale, consiste nello scatenare un numero di account iperprolifici in condivisioni continue e incessanti di ogni singolo necrologio, malore o incidente cercando di attribuirne la colpa all’odiato “siero”.
Una tecnica che rasenta l’ossessione ma che abbiamo visto con gli esperti sottacere un vero e proprio goffo tentativo di “programmazione neurolinguistica”.
Ovvero il tentativo di una frangia novax, grazie all’aiuto di troll volontari in servizio permanente, di associare nel pubblico alla parola “vaccino” parole, eventi, concetti e sentimenti negativi.
Questa segnalazione in particolare ci è stata indicata provenire un account twitter che ci ha bloccato preventivamente per impedire l’esame ignorando che bloccare un account di Fact Checking è cosa futile come mettersi un lenzuolo in testa quando vedi il mostro dell’armadio saltarti addosso convinto che se tu non puoi più vedere lui, lui non vedrà te.
Ovviamente si tratta di una fake news. Ovviamente in questo caso il cacciatore di eventi avversi ha errato.
Per i complottisti Britney Spears soffre di “reazioni avverse” (ma dal 2019)
Partiamo da un po’ di date: nel post Instagram malamente sottoposto a screenshot Britney Spears descrive il danno neurologico di cui soffre come “un male con cui convive nei tre anni da quando ha lasciato quel posto“.
Quel posto, come sappiamo avendone parlato in passato, si riferisce alla clinica dove la stessa è stata ricoverata contro la sua volontà nel periodo in cui era sotto la tutela legale paterna.
Abbiamo quindi un dove e un quando: Britney Spears dichiara di aver riportato un danno neurologico nel periodo del ricovero forzato, quindi intorno al mese di Aprile del 2019.
I primi vaccini per COVID19 sappiamo, inizialmente destinati a gruppi di età prioritari e pazienti fragili, sono arrivati solo a fine 2020.
Le date, gli eventi e la relazione non concordano. L’unica costante è il rumore di fondo dei grotteschi tentativi di programmazione neurolinguistica di chi sarebbe pronto ad afferermare che i vaccini COVID hanno causato la pestilenza Manzoniana.
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