Papa Francesco regala soldi ai transessuali al verde – come un titolo cambia la prospettiva
A volte il modo in cui si divulga una notizia altera la stessa in modo irreversibile, o meglio ne dà un’interpretazione pilotata.
Quando ci è stato chiesto se fosse
vera la notizia di papa Francesco che ha regalato soldi ai transessuali al verde
Siamo oggettivamente rimasti perplessi. Segnalazione data, da più parti, senza indicazione del link nel quale era stata trovata.
Evidentemente l’immagine del “Papa Francesco regala soldi ai transessuali al verde” ha colpito più della notizia. Evidentemente abbiamo avuto lettori che, travolti dal cosiddetto microshock emotivo hanno cancellato dalla loro mente i dettagli della storia.
Non si parlava più, insomma, degli elementi costitutivi della notizia. Non del cosa, non del come, non del dove, non del quando, non del perché. Il testo dell’articolo obliterato dalla mente di chi legge. “Papa Francesco regala soldi ai transessuali al verde, bufala o vero?“
Esiste una intera categoria che chiamiamo “acchiappaclick”, o “clickbait”. Titoli caricati, titoli che danno quello che probabilmente un cronista non dovrebbe dare: non una notizia, ma la sua connotazione ideologica di una notizia.
Eravamo sorpresi anche noi. Stupiti. Così tanto da voler cercare la frase “Papa Francesco regala soldi ai transessuali al verde” così come era. E cosa abbiamo trovato?
Questo:
Il titolo di un articolo di Libero Quotidiano.
Che in realtà racconta una storia normalissima, narrata anche da altre testate con titoli diversi, come
Ma la storia è la stessa.
E riguarda una verità: dietro una donna perduta, dietro un trans sui viali, c’è una storia umana. Ci sono persone spesso sfruttate, spesso spinte dalla miseria ad una professione antica, pericolosa e dolorosa, costretti a vendere se stessi per tirare avanti che, in periodi di crisi materiale, morale e sociale, vengono colpite.
Perché sapete, anche se insistete per chiamarli transessuali al verde si tratta di persone che in questo momento non hanno di che vivere. Letteralmente.
E lasciamo alle anime belle che amano puntare il dito ogni giudizio pseudomoraleggiante, lasciamo ai guardiani del “giusto” la facoltà di giudicare chi ha fame.
Ma sapete, Gesù era quello che perdonò all’adultera e tra il fariseo “puro di cuore” ma gretto nell’anima e la peccatrice, rese i peccati alla seconda e rimproverò aspramente il fariseo. E il Pontefice, colui che è successore del Cristo sulla Terra non regala soldi ai transessuali al verde, ma
Un gruppo di persone transessuali, aiutate quotidianamente dal parroco di Torvaianica, piccolo centro del litorale romano, ha chiesto aiuto al Papa e la generosità di Bergoglio si è materializzata attraverso il braccio caritativo, l’Elemosiniere Konrad Krajewski, che ha portato gli aiuti.
Lo stesso concetto diventa diverso se si parla di regalare soldi ai transessuali al verde o aiutare un gruppo di persone transessuali in difficoltà mediante la carità quotidiana di un parroco che obbedisce al mandato di Cristo.
La storia, raccontata all’Adnkronos dal parroco di Torvaianica, don Andrea Conocchia, è carica di umanità. “Nel colmo dell’emergenza coronavirus- racconta il parroco della Beata Vergine dell’Immacolata – con stupore e meraviglia sono arrivate in chiesa delle transessuali, quasi tutte latinoamericane. Chiedevano aiuti perché con il Covid non avevano più clienti sulla strada“. Don Andrea, superato lo stupore iniziale, è stato catturato dalla solidarietà di questa comunità che divide le spese di affitto e si aiuta come può. E le ha aiutate sostenendole non solo economicamente ma anche spiritualmente.
Racconta il sacerdote di Torvaianica: “In questa comunità trans, la voce poi si è sparsa, ora ci sono circa una ventina di persone. Sono trans che arrivano per lo più dall’America Latina, vogliono molto bene a Bergoglio. Hanno anche fede. Sono rimasto commosso per l’immagine di una di loro che si è messa a pregare in ginocchio davanti alla Vergine. Qualcuna mi ha anche chiesto di benedire oggetti cari”. Il parroco, giorno dopo giorno ha continuato ad aiutare: “Sono persone molto sole, con storie di solitudine alle spalle, le famiglie lontane. C’è una di queste trans che ha iniziato a lavorare in strada a 14 anni. Da allora sono passati trent’anni”.
Possiamo quindi raccontare la storia.
Per chi ci crede, da discepoli del Cristo, per non chi non ci crede, da persone generose che dinanzi alla povertà e il degrado cercano di sconfiggere l’una e l’altra, senza prendersela col povero e la persona ai margini, perché questo vorrebbe dire che abbiamo un problema più grande della pandemia, ed anche se guarissimo dal COVID resteremmo con l’anima devastata dalla malvagità.
Oppure possiamo schiacciare tutto ad etichette che, come il fariseo evangelico, ci facciano sentire meglio. Il/la trans, la peccatrice, e chiederci perché Gesù o il Papa aiutino il trans, anzi regalino soldi ai transessuali al verde. E in quel caso, cosa ci renderebbe migliori dell’evangelico fariseo?
Oltre il fatto che almeno lui non avrebbe cliccato e condiviso.
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